Uscito il primo EP omonimo degli Haze and the Pony
di Chiara Bartolozzi
16 Giu 2018 - Dischi
Gli Haze and the Pony sono un duo romano formato da Giandomenico Viceconte (ex membro di Settimo Cerchio e L’Ultimo Atto) e Anselmo Buonamici (Sàrgano). I due si incontrano nel 2014 frequentando lo stesso corso universitario e, dopo due anni, decidono di unire le forze attraverso la loro passione in comune per la musica. Iniziano così a ricercare nuove sonorità, mescolano alternative rock e musica elettronica e quest’anno (2018) incidono il loro primo EP, omonimo, uscito il 6 aprile.
Troviamo Giandomenico alla voce, basso e synth e Anselmo alla batteria e drum pad.
Ascoltando gli Haze and the Pony veniamo catapultati in una dimensione parallela fatta di realtà con i suoi ritmi più riconoscibili e definiti e di sogno con le sue eco e distorsioni. Ci troviamo di fronte a un esperimento ben riuscito con ottimi presupposti di crescita che coinvolge l’ascoltatore fin dal primo ascolto e trae ispirazione dall’esperienza terrena e da quella onirica di ogni essere umano. L’EP omonimo si compone di 5 tracce, le prime due in italiano e le restanti in inglese.
Si parte con Carry on man, la traccia 1. La base è stupenda. Veniamo trascinati da sonorità post rock e alternative rock. Possiamo distintamente riconoscere i passi di una persona che si addentra nell’imprevedibilità del suo destino. Il ritmo cresce fino a esplodere in una cascata di synth, batteria e basso, mentre la voce si fa più aggressiva, come se volesse svegliarci.
La traccia n. 2 è Elapsed time, più visionaria e intima. Il ritmo impreziosito dalle distorsioni richiama un’atmosfera post-apocalittica che si fonde con una sorta di carillon della memoria. Una traccia riflessiva a contrasto con la voce.
Si prosegue con la traccia n.3: Iside. La sua intro è morbidissima con archi e basso, nostalgica e sofferente con echi lontani. La voce qui fatica un po’ ad accostarsi alla musica e la traccia perde un po’ il suo fascino iniziale.
La traccia n. 4 è Psiconautica, un perfetto mix di rock e musica elettronica. Stupendo il connubio synth e drum pad il cui effetto ricorda moltissimo i primi Blu Vertigo e i Subsonica. Traccia visionaria, un inno psichedelico che contiene un messaggio positivo di speranza verso i propri sogni.
Tossicanalisi è la traccia finale dell’EP. Atmosfera shoegaze valorizzata dagli echi e da una bella traccia di batteria. Qui troviamo voce e scrittura del testo – quasi frammentato – che ricorda molto i Verdena. La linea di basso in chiusura è davvero coinvolgente.
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