Uno straordinario Giuseppe Cederna per “Storia di un corpo”
di Elena Bartolucci
17 Gen 2025 - Commenti teatro
Giuseppe Cederna fonde dramma e ironia. “Storia di un corpo” di Daniel Pennac rivive in teatro grazie all’abilità di Giorgio Gallione, regista e adattatore del testo. Una splendida messa in scena, al Teatro Vaccaj di Tolentino, che ha meritato il profluvio di applausi.
Tolentino – Giovedì 16 gennaio, al Teatro Vaccaj di Tolentino (MC), è andata in scena Storia di un corpo, adattamento firmato e diretto da Giorgio Gallione del celebre romanzo di Daniel Pennac.
Lo spettacolo, interpretato da un bravissimo e incredibile Giuseppe Cederna, racconta di come il protagonista, di ritorno dal suo funerale, fa trovare alla figlia un diario in cui per tutta la sua vita, a partire da quando aveva solo dodici anni, ha trascritto ogni emozione e sensazione del suo corpo.
Dall’adolescenza con i picchi ormonali e le sue trasformazioni fino alla vecchiaia con tutti gli acciacchi e le malattie del caso, l’uomo racconta attraverso il proprio corpo, i ricordi, gli amori, i dolori e i passaggi più salienti della sua esistenza.
“Una narrazione fluviale dove, attraverso le sue scoperte e le sue mutazioni, il corpo del protagonista prende progressivamente la scena, accompagnandoci in un mondo che si svela attraverso i sensi, diremmo quasi l’epidermide: la voce anaffettiva della madre, gli abbracci silenziosi del padre, l’odore accogliente dell’amata tata, il dolore bruciante di una ferita, il sapore dei baci della donna amata. Pagine e pagine di un diario intimo dove, raccontando di muscoli felici, di orgasmi potenti, di denti che fanno male o di meravigliose avventure tra sonno e veglia si narra una vicenda unica ed insieme universale: lo sviluppo, la crescita e la rovina della sola esperienza che ci fa davvero tutti uguali, quella di noi grandiosi e vulnerabili esseri umani.”
Gallione ha dichiarato: “[…] quella di Pennac non è solo scrittura, ma ‘voce’, narrazione epica e bizzarra assieme. Un personalissimo, perenne esercizio di stile che comprende commozione e sorriso, ironia, gioco, paradosso e malinconia. Una antologia del teatrabile ricchissima e sorprendente. La letteratura di Pennac è teatro in potenza. Per me regista e adattatore, un “bosco narrativo” quasi inesauribile col quale continuo a confrontarmi con felicità ed entusiasmo. […] Un viaggio in un’esistenza che si specchia in esperienze e sensazioni che partono dalla carne, scoperta per scoperta, sorpresa per sorpresa. Il corpo come un meraviglioso contenitore di storie e racconti che in palcoscenico acquistano ancor più forza, senso e universalità.”
Un monologo sincero, profondo e divertente che ha la grande sagacia di riuscire ad alternare livelli di registro tanto diversi quanto perfettamente amalgamati tra loro.
Storia di un corpo è uno spettacolo che rapisce il pubblico per quasi un’ora e mezza grazie all’abilità di Pennac (e a Gallione nell’essere riuscito a condensare un intero libro, cogliendone gli aspetti più salienti e divertenti) di saper raccontare in tutta semplicità anche le più piccole cose del quotidiano in modo fresco, seppur profondo in diversi momenti, ma soprattutto alla bravura di Cederna che, seguendo un ritmo serratissimo, naviga alla perfezione nel fiume di parole e sentimenti del protagonista occupando interamente lo spazio scenico.
Ottime le musiche di accompagnamento, ma senza alcun dubbio la scenografia è davvero notevole: semplice ma d’effetto che, grazie a colori e pochissimi oggetti di scena, diverte e sorprende regalando al contempo momenti di pura poesia (valigie che contengono mondi di ricordi e si trasformano talvolta in semplici sgabelli, condomini in miniatura o vasche da bagno) o divertimento (i trucchi tascabili per creare vari effetti speciali).
Al termine della serata Cederna è stato inondato di applausi e ha tenuto a precisare come la serata concludesse un ciclo denso di significato per lui: proprio a Tolentino nel lontano 1980 è iniziato il suo percorso di attore e si è molto emozionato nel poter fare ritorno nello stesso teatro dove tutto ha avuto inizio. In conclusione, ha anche regalato un piccolo bis recitando le meravigliose parole della poesia La bellezza esiste di Gianmaria Testa.
Le magnifiche scene sono di Marcello Chiarenza, le luci di Andrea Violato, le elaborazioni musicali di Paolo Silvestri, il progetto fonico di Luca Nasciuti e l’abito di scena di Dresscode di Fabio Porta.