Una riflessione per il 25 aprile 2022


a cura della Redazione

24 Apr 2022 - Letteratura, Varie

In occasione della ricorrenza del 25 Aprile offriamo ai nostri lettori una riflessione di Alberto Pellegrino, accompagnata dai versi di Paul Éluard.

La Resistenza in Italia è stato un movimento composito, che ha riunito forze politiche ideologicamente diverse; che ha condotto una guerra di liberazione contro l’invasore nazista, ma ha anche vissuto una tragica una guerra civile degli antifascisti contro la Repubblica Sociale Italiana. La Resistenza è stata inoltre una “guerra sociale” che ha visto una larga partecipazione e l’impegno della società civile per la conquista della democrazia e per godere del suo bene più prezioso, la LIBERTA’, come ci ricordano i versi del grande poeta francese Paul Eluard.  

Nell’attuale momento storico, al di là delle doverose rievocazioni, è forse opportuno fare una riflessione che metta a confronto il nostro recente passato con il presente e per farlo prendiamo spunto da alcune idee contenute nell’opera Dialettica negativa (1966) del sociologo e filosofo Theodor W. Adorno, illustre esponente della Scuola di Francoforte. Secondo questo autore la società contemporanea è caratterizzata dalla “perversa” combinazione di alienazione e razionalizzazione, favorite dal dominio della tecnica che penetra all’interno dei rapporti sociali, producendo alienazione. L’esempio più eclatante di questa contaminazione è stato il nazifascismo, il quale ha prodotto una nuova forma di dominio sugli individui ingabbiati entro concetti che non ammettevano repliche, che imponeva un’ideologia unica attraverso un controllo sociale efficace e capillare. I regimi nazifascisti hanno coniugato alienazione e razionalizzazione attraverso un’organizzazione totale della vita umana che partiva dalla scuola per arrivare al partito unico e la mobilitazione delle masse nelle parate pubbliche; attraverso l’impiego e il controllo degli strumenti della comunicazione (giornali, radio, cinema). Il culmine della razionalizzazione negativa è stata raggiunto con l’aberrante distinzione ideologica tra ariani ed ebrei che è sfociata in quel dominio del terrore rappresentato da Auschwitz e dagli altri campi di sterminio, l’orrore frutto di una aberrante razionalizzazione che riduce l’individuo a un semplice “oggetto”.

Secondo Adorno, nel dopoguerra si è affermata una nuova “società dei consumi”, dominata dallo scambio e dalla merce, permeata dall’ideologia del consumo di massa. Si tratta di una società che promette a tutti il benessere e che trova nel consumo una forma di gratificazione collettiva, sulla quale si regge un ordine sociale caratterizzato da una logica alienante incorporata nella razionalizzazione capitalistica. La società consumistica, a differenza dei regimi totalitari, non è un sistema coercitivo fondato sul terrore, ma si basa su un “sistema pervasivo”, all’interno del quale l’individuo è visto come un soggetto dedito al consumo e felice di consumare. Tutto questo avviene con il contributo determinante dell’industria culturale, secondo la quale la cultura non viene più goduta nelle sue forme proprie, ma è riprodotta e scambiata come merce, perdendo gran parte del suo intrinseco valore. Nonostante siano passati molti anni dall’opera di Adorno, attraverso gli opportuni aggiornamenti, le sue teorizzazioni dovrebbero indurci a riflettere sulle attuali condizioni del mondo segnato dal conflitto tra potenze egemoni, dagli effetti negativi della globalizzazione, dai risultati disastrosi nella gestione dell’ambiente e del clima, dalle crescenti disuguaglianze sociali, dal mai scomparso razzismo e antisemitismo, dalla diffusa voglia di autoritarismo, dal ritorno della guerra come strumento di risoluzione dei conflitti tra le nazioni. Oggi abbiamo molti più strumenti per opporci a nuove forme di alienazione e di razionalizzazione negativa: si tratta di saper “leggere” in modo critico i messaggi dei mass media, di ritrovare un nuovo impegno civile e politico, un rinnovato desiderio di lottare per affermare una nuova giustizia sociale e difendere le nostre libertà. (Alberto Pellegrino)

“Libertà” di Paul Eluard 

Sui quaderni di scolaro
Sui miei banchi e gli alberi 
Su la sabbia su la neve 
Scrivo il tuo nome 

Su ogni pagina che ho letto
Su ogni pagina che è bianca
 Sasso sangue carta o cenere
 Scrivo il tuo nome 

Su le immagini dorate 
Su le armi dei guerrieri 
Su la corona dei re 
Scrivo il tuo nome 

Su la giungla ed il deserto
Sui nidi su le ginestre
Su la eco dell’infanzia 
Scrivo il tuo nome 

Sui miracoli notturni
Sul pan bianco dei miei giorni 
Le stagioni fidanzate 
Scrivo il tuo nome 

Su tutti i miei lembi d’azzurro
Su lo stagno sole sfatto
E sul lago luna viva
Scrivo il tuo nome

Su le piane e l’orizzonte 
Su le ali degli uccelli 
E il mulino delle ombre 
Scrivo il tuo nome 
Su ogni alito di aurora 
Su le onde su le barche 
Su la montagna demente 
Scrivo il tuo nome 

Su la schiuma delle nuvole 
Su i sudori d’uragano 
Su la pioggia spessa e smorta 
Scrivo il tuo nome 

Su le forme scintillanti 
Le campane dei colori 
Su la verità fisica 
Scrivo il tuo nome 

Sui sentieri risvegliati 
Su le strade dispiegate 
Su le piazze che dilagano 
Scrivo il tuo nome 

Sopra il lume che s’accende 
Sopra il lume che si spegne 
Su le mie case raccolte 
Scrivo il tuo nome […]

Sopra i miei rifugi infranti 
Sopra i miei fari crollati 
Su le mura del mio tedio 
Scrivo il tuo nome 

Su l’assenza che non chiede 
Su la nuda solitudine 

Sui gradini della morte 
Scrivo il tuo nome 

Sul vigore ritornato 
Sul pericolo svanito 
Su l’immemore speranza 
Scrivo il tuo nome 

E in virtù d’una Parola 
Ricomincio la mia vita 
Sono nato per conoscerti 
Per chiamarti 

Libertà.
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