Un Nicola Alaimo travolgente canta Rossini a Fano
di Roberta Rocchetti
10 Feb 2018 - Commenti classica, Musica classica
Fano, Teatro della Fortuna, mercoledì 7 febbraio 2018 – Si è concluso con una standing ovation da parte di un pubblico decisamente entusiasta che ha riempito il teatro, il recital rossiniano di Nicola Alaimo tenuto al Teatro della Fortuna di Fano nell’ambito della Rassegna “Sinfonica 3.0” 2018.
Alaimo, nato a Palermo ma pesarese d’adozione, è basso/baritono di fama internazionale che dopo il debutto nel 1997 ha avuto il merito di lavorare con direttori come Levine, Muti, Mehta e Mariotti e con registi quali: Livermore, Ronconi, Vick e Michieletto.
Interprete di Rossini, tanto da essere divenuto uno dei punti fermi del Rossini Opera Festival, si muove agilmente anche nei mondi appartenenti ad altri compositori, padrone di un repertorio vasto e variegato sia a livello di registro vocale che di ruolo. Operativo nei più importanti teatri del mondo ha offerto ieri un concerto generoso e travolgente.
Spaziando tra i ruoli rossiniani e saltando “come un’ape nei giorni d’aprile” tra Alidoro e Don Magnifico, da Figaro a Don Basilio arrivando a Don Profondo, ha dimostrato ancora una volta la capacità di gestire una voce dai fiati infiniti e ben calibrati, un fraseggio da manuale sostenuto da una dizione e uno staccato che nelle frenetiche gimcane rossiniane non sempre è scontato dominare, nonché la capacità di giocare con le note in variazioni e agilità che donano profondità e spessore al personaggio senza mai scendere a compromessi con una intonazione ferrea.
Non dimentichiamo infatti che Alaimo è anche un buon attore, qualità che non abbandona neanche durante i recital regalando interpretazioni esilaranti che hanno molto divertito i presenti.
Il vezzo di passarsi la mano sul viso prima dell’inizio di un’aria rappresenta quasi uno switch tra interprete e personaggio, a musica iniziata Alaimo si cala completamente nel ruolo.
In arie come “La del ciel nell’arcano profondo”, “Medaglie incomparabili” e il celeberrimo “Largo al factotum” il basso/baritono ha dimostrato la propria versatilità e capacità di gestire le diverse tessiture.
La voce protagonista è stata supportata dall’Orchestra sinfonica G. Rossini diretta da Mirca Rosciani, che ha proposto, intervallando le arie rossiniane, tre sinfonie tratte dalle opere del cigno pesarese.
La bacchetta sicura e briosa della direttrice d’orchestra ha saputo dare rilievo ai vari momenti creando un suono sfaccettato e multidimensionale, dimostrando di saper trasmettere la propria energia al resto dell’organico, il quale ha accolto senza perdere precisione e coordinamento.
Il direttore d’orchestra ha guidato anche il coro del Teatro della Fortuna M. Agostini; tutti hanno offerto un indispensabile apporto di professionalità e verve che ha tenuto sempre alto sia il livello di attenzione dei presenti che di qualità della serata.
Il bis richiesto a gran voce è consistito nell’aria di Don Basilio “La calunnia è un venticello” e ha riportato il protagonista della serata sulle note profonde di basso dopo lo slancio baritonale di “Largo al Factotum”. Ricami vocali su una tela dalle diverse consistenze, affrontati fino alla fine senza difficoltà.
L’intera performance è stata oggetto di registrazione in quanto diverrà un’incisione che sarà distribuita dalla casa discografica Bongiovanni.
Programma della serata:
– Sinfonia da L’Italiana in Algeri
– “Ho un gran peso sulla testa” da L’Italiana in Algeri
– “Come un’ape nei giorni d’aprile” da La Cenerentola
– “Sia qualunque delle figlie” da La Cenerentola
– “Conciosiacosacché” da La Cenerentola
– Sinfonia da La Cenerentola
– “Là del ciel nell’arcano profondo” da La Cenerentola
– “Medaglie incomparabili” da Il Viaggio a Reims
– Sinfonia da Il Barbiere di Siviglia
– “A un dottor della mia sorte” da Il Barbiere di Siviglia
– “Largo al factotum” da Il Barbiere di Siviglia
– “La Calunnia è un venticello” da Il Barbiere di Siviglia (Bis)