Tre baritoni per “L’ABC del buffo” al ROF 2020
di Chiara Gamurrini
24 Ago 2020 - Commenti classica, Musica classica
Tre baritoni (Antoniozzi, Bordogna e Corbelli) in concerto, in Piazza del Popolo a Pesaro, per il Rossini Opera Festival con “L’ABC del buffo”.
“L’ABC del buffo” è il titolo più azzeccato per il concerto in programmazione al Rossini Opera Festival 2020 diretto da Michele Spotti e interpretato dal trio Antoniozzi, Bordogna, Corbelli. Esso non solo rimanda all’idea che le arie eseguite siano le fondamentali del repertorio buffo, ma crea un curioso gioco di lettere con le iniziali dei cognomi dei tre cantanti. Gli edifici storici della principale piazza pesarese incorniciano il palcoscenico in una atmosfera raffinata seppur all’aperto, che dona una nota estiva allo spettacolo, ricercata anche attraverso la proiezione di un ambiente balneare sullo sfondo.
La semplicità di questo allestimento e la scelta di portare in scena singole arie e cavatine tratte da opere ben note al pubblico hanno permesso di apprezzare ancor di più la bravura degli artisti. Sin dalla prima sinfonia infatti la Filarmonica Gioachino Rossini si contraddistingue per la precisione esecutiva, che alterna il guizzo dei violini alla morbidezza dei fiati. Molto apprezzate sono state le inquadrature dettagliate della regia, proiettate su due grandi schermi laterali, con particolari delle mani dei musicisti a valorizzare la frenetica danza delle dita sullo strumento, da cui scaturiscono note corte puntellate che mantengono un ritmo allegro e vivace nelle sinfonie, ma anche sonorità più cupe con andamento lento e battente, come nell’ariadi Beaupertuis “Ė una cosa incredibile”da Il cappello di paglia di Firenze di Nino Rota, nella quale un ronzio di archi in costante sottofondo traduce in musica le preoccupazioni del personaggio. La professionalità dell’orchestra e l’attenzione al dettaglio del M° Michele Spotti hanno permesso l’amalgama di musica e voce senza sovrastare i cantanti anche nelle parti in crescendo dove l’intensità diviene importante.
Il primo ad esibirsi è Alessandro Corbelli (baritono) con un’aria di Rossini. L’esperienza e la tecnica acquisite nel tempo permettono alla voce di rimanere ferma anche nelle note più alte e la grande cura del fraseggio ben scandito rende semplice all’ascoltatore la comprensione di quanto pronunciato. Preciso nel sillabato, la sua presenza vocale gli permette un’ottima esecuzione della cavatina di Magnifico “Miei rampolli femminini”da La Cenerentola, grazie anche alla eloquente mimica facciale che dimostra grande simbiosi con il personaggio.
Paolo Bordogna è un baritono dal canto limato, dotato di un bel timbro che riesce a modellare a seconda della parte che si trova ad eseguire. Questo fa di lui un bravo interprete, carismatico e simpatico sulla scena anche mentre ricopre il ruolo en travesti nella cavatina di Agata “Lazzarune, scauzacane” da Le convenienze ed inconvenienze teatrali di Donizetti. L’impeccabile dosaggio e controllo del fiato vengono in risalto nei sillabati fitti e nei fraseggi a velocità sostenuta dove gli indugi sono del tutto assenti. L’ampia estensione garantisce la consistenza del corpo vocale e la rotondità del suono sia nella bassa che nell’alta tessitura.
L’eleganza dell’esecuzione di Alfonso Antoniozzi (baritono) si concretizza in un canto dettagliato e ben tornito reso importante dall’intensità e dal volume. Antoniozzi si adegua bene al crescendo delle arie, cantate con temperamento e piglio attoriale. Preciso nel sillabato, ha piena padronanza della tecnica canora che utilizza in unione con una spiccata e vibrante espressività.
La timbrica dei tre si fonde in un piacevole complesso nei duetti, durante i quali viene resa evidente la loro esperienza in palcoscenico e la dimestichezza nell’alternare mezze voci e voce piena. Il coronamento di quanto appena detto si ha nel bis finale richiesto dal pubblico: “Ma dov’eri tu, stordito…”, terzetto dell’atto primo de Il Barbiere di Siviglia di Paisiello. Applausi per i tre interpreti che con la leggerezza che si confà al genere buffo offrono uno spunto di rimando alla serietà della situazione quotidiana attuale.