Torna Il Teatro della Comunità a Civitanova Marche


di Beatrice Bardelli (per gentile concessione di TOSCANA TODAY, giornale web nazionale indipendente)

19 Ago 2023 - Approfondimenti teatro

Intervista a Marco Di Stefano, ideatore dello spazio teatrale dedicato all’ascolto delle vite degli altri. Il Teatro della Comunità quest’anno sarà a Civitanova Marche dal 21 agosto al 5 settembre. “C’è ABBASTANZA POSTO per TUTTI” è un laboratorio gratuito con spettacolo finale, tenuto da Di Stefano insieme a Tanya Khabarova.

Si chiama “Teatro della Comunità” ma in realtà dovrebbe chiamarsi il “Miracolo di vivere”. L’idea di Marco Di Stefano, attore e regista pisano, di creare uno spazio teatrale dedicato all’ascolto delle vite degli altri per renderli, per una volta, attori narranti di se stessi e quindi protagonisti della scena della Vita, è nata oltre trent’anni fa, nelle Marche. In questa regione Di Stefano ha trovato terreno fertile per poter realizzare il suo sogno: fare teatro come attività di socialità, etica, mettendo insieme cittadini di qualsiasi età, formazione culturale e abilità/disabilità, in maniera inclusiva, trasversale e totale.

Grazie alla sensibilità di due Comuni, Amandola prima, dove Marco Di Stefano ha diretto un Festival insieme a Brigitte Christensen, Civitanova Marche poi, dove il “Teatro della Comunità”, sostenuto dall’attuale sodalizio umano e artistico con la straordinaria ballerina russa Tanya Khabarova, sua compagna di vita da oltre vent’anni, è diventato un must, un appuntamento annuale da non perdere. Abbiamo intervistato Marco Di Stefano a Pisa, poco prima della partenza per questa nuova esperienza di vita teatrale

Quando è nato il progetto di fare il “Teatro della Comunità”?

Nel 1983, ed è stato realizzato non solo in Italia ma in altre 20 nazioni sia in Europa, come Svezia, Finlandia, Danimarca, Francia, Spagna, Portogallo, Ucraina, Russia, che in America Latina, Uruguay e Argentina. Questo di Civitanova Marche è il nostro progetto n. 109 che abbiamo titolato “C’è ABBASTANZA POSTO per TUTTI” e che si svolgerà dal 21 agosto al 5 settembre. In questa Giornata mondiale della Carità presenteremo il frutto del lavoro svolto nei 14 incontri serali aperti a tutti e gratuiti. Dal punto di vista produttivo, ogni volta il “Teatro della Comunità” realizza un piccolo miracolo riuscendo a mettere insieme scarni finanziamenti pubblici ed elargizioni di privati. 

Come si svolge?

“È un’alchimia molto sottile. Si va in strada, proprio per la strada, dopo aver promosso l’iniziativa via internet, con manifesti, conferenza stampa ed articoli di giornale, e si parla con le persone invitandole a venire la sera in un luogo prestabilito. Per conoscersi, raccontarsi, ascoltare, comunicare. Noi, io e Tanya, attraverso il linguaggio del teatro aiutiamo le persone ad esprimersi ed a tirare fuori il loro vissuto, i loro desideri, i loro sogni. È un esperimento sempre nuovo che si rinnova di anno in anno e che riserva sempre nuove sorprese. Il primo giorno in cui ci si incontra è come la prima pagina bianca per uno scrittore. In questo modo, giorno dopo giorno, riusciamo a costruire la trama che costituirà lo spettacolo finale.    

Quali sono i criteri che seguite?

Massimo ascolto reciproco, nessuna censura preventiva, un’apertura totale al contenuto della narrazione personale, anche se si tratta di droga, di sesso, di fobie ancestrali. Il nostro intento è cogliere e far cogliere in ogni essere umano che partecipa quale è la cosa più importante per lui/lei in questo momento, quale è la sua intima necessità. Noi vogliamo aiutare a “fisicizzare” quello che è solo un pensiero attraverso il linguaggio del corpo. Certo che c’è da rispettare una serie di regole…  

Quali sono queste regole?   

Innanzitutto, la vecchia regola di Voltairiana memoria “La mia libertà finisce dove inizia la libertà dell’altro” e un’assoluta democraticità di tutto quello che viene realizzato insieme. Tanya ed io, come alchimisti, non imponiamo nulla ma cerchiamo di mescolare gli elementi in modo che tutti i partecipanti siano felici di quello che vanno a realizzare. Si dice che la creazione perfetta sia il risultato del mix perfetto tra alchimista, archivista e sciamano. Infatti, per ricostruire la tua vita hai bisogno di essere archivista, di avere memoria, del passato e del presente. Ma anche di essere sciamano, con la capacità e l’energia di trascinare, di essere catalizzatore. Lo sciamano è l’attore che è anche alchimista perché ha la capacità di mescolare gli elementi.   

Cosa intende per “fisicizzare” il pensiero?  

Facciamo fare una serie di esercizi, anche di respirazione, ed un percorso di autoallenamento che sarà utile anche per la vita futura per entrare in rapporto con la società ed il mondo esterno in maniera solare. Non ci deve essere alcuna forma di competitività con gli altri ma una “sana” competitività con te stesso. Per scovare i tuoi limiti attuali, il grande maestro del teatro russo, Konstantin Stanislavski, diceva una grande verità: l’importante è creare un’atmosfera familiare di affetto, di lealtà. Se non riesci a stabilire questo l’esperienza è destinata al fallimento. Noi cerchiamo di stabilire tra di noi le regole del gioco democratico, “ad una azione corrisponde sempre una reazione”, sviluppando l’ascolto e la flessibilità, cercando anche nella creazione artistica ciò che unisce e non ciò che divide.   

Quante persone riuscite a coinvolgere sulla scena?      

Non esiste un limite numerico…per 14 sere ogni sera è uno spettacolo a sé. A Vittoria, in Sicilia, ad esempio, l’ho realizzato con 135 persone in scena, altre volte con 15 persone soltanto. Ma qualsiasi cittadino italiano che decida di passare qualche giorno a Civitanova Marche è benvenuto ad avvicinarsi a questa esperienza unica.   

Chi sarà quest’anno l’ospite d’onore? 

Sarà il regista ed attore di teatro belga, di Liegi, Michel Ingrassia, nostro amico. Seguirà tutto il laboratorio per poi riproporlo con noi in Belgio, a Marcinelle, per ricordare la tragedia della miniera di carbone Bois du Cazier dove, la mattina dell’8 agosto del 1956, si sviluppò un grande incendio che provocò la morte di quasi tutti i 275 minatori presenti: 262, di cui 136 immigrati italiani. Si tratta del terzo incidente, per numero di vittime tra gli immigrati italiani all’estero, dopo i disastri di Monongah in West Virginia, nel 1907, e di Dawson nel New Mexico, nel 1913. Per onorare la memoria di quei nostri connazionali deceduti sul lavoro realizzeremo lo spettacolo all’ingresso della galleria della miniera, dismessa ormai da decenni, ma che, attualmente, fa parte dei patrimoni storici dell’UNESCO. Ci auguriamo di poter riproporre questa meravigliosa esperienza del “Teatro della Comunità” anche a Pisa, al Teatro Nuovo, dove già anni fa fu realizzato con grande successo di pubblico.  

Ma lei sarà presente a Civitanova Marche già da domenica, 20 agosto.  

È il giorno clou per festeggiare i vent’anni del festival “VitaVita”, la rassegna internazionale di Arte Vivente di Civitanova Marche. Chi vuole conoscermi venga alla Notte bianca di “VitaVita” dove, insieme a Tanya, presenteremo “Decantazione”, uno spettacolo di canzoni, poesie, testi e musiche cantate, suonate e interpretate da me e “visualizzate” in immagini di danza da Tanya. Ci troverete di fronte all’Ufficio postale alle ore 20.

(L’intervista, a cura di Beatrice Bardelli, è stata pubblicata dal giornale web nazionale indipendente TOSCANA TODAY che ringraziamo per averci permesso di condividerla)


Qui sotto potete guardare il video della “Edicola del trap” (canale You Tube, Facebook e canale 89 del digitale terrestre) con Marco Di Stefano e Tanya Khabarova ospiti del giornalista Giancarlo Trapanese.

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