Successo del “contrasto” a Jesi con “The Telephone” e “La Serva Padrona”
di Roberta Rocchetti
25 Ott 2021 - Commenti classica
Al Teatro pergolesi di Jesi successo per due opere brevi The Telephone di Gian Carlo Menotti e La Serva Padrona di Pergolesi. Debutto alla regia lirica di Jacopo Fo. Ottimo il cast.
(Fotografie di Stefano Binci)
Potremmo chiamarla una messa in scena all’insegna del contrasto quella sulla quale si sono accese le luci sabato 23 ottobre sul palco del Teatro Pergolesi di Jesi.
Contrasto perché entrambe le opere che hanno composto il dittico proposto avevano al loro interno un elemento atto a creare caos, opposizione e perché anche il regista Jacopo Fo che debutta con questa produzione nella regia lirica ha volutamente e scientemente messo in scena proprio quello che si chiama personaggio di contrasto, il disturbatore.
Questa nuova produzione in coproduzione con l’Ente Concerti “Marialisa de Carolis” di Sassari ha visto The Telephonedi Gian Carlo Menotti, come prima breve opera in programma in cui l’elemento di contrasto è proprio l’apparecchio telefonico, che con rara lungimiranza e preveggenza (l’opera è del 1947) Menotti rende un elemento in grado di monopolizzare totalmente le energie e le attenzioni di Lucy, la protagonista. Il suo fidanzato Ben si reca a trovarla con lo scopo di salutarla poiché deve partire, ma non vuole farlo senza averla chiesta prima in moglie, operazione che si renderà impossibile perché la ragazza è impegnata in una serie di conversazioni telefoniche senza soluzione di continuità che non consentono a Ben di esprimere né sentimenti né intenzioni, tanto che il pover’uomo desiste e lascia la casa totalmente ignorato da Lucy impegnata in uno dei suoi dialoghi telefonici e che si renderà conto solo più tardi di essere rimasta sola. Il lieto fine arriva quando Ben ha un’illuminazione in extremis e decide di comunicare ciò che ha da dire a Lucy da lontano, usando l’odiato telefono, cosa che consente ai due di comunicarsi vicendevolmente il loro amore.
La Serva Padronadi Pergolesi (1733) è la seconda opera messa in scena dopo un cambio scene quasi totalmente a vista per volere del regista che ha anche approfittato del breve intervallo per dare dal palco qualche delucidazione in merito alle scelte registiche.
Serpina risoluta e capricciosa serva di Uberto riesce, con una serie di stratagemmi e furberie tipiche dell’opera buffa di scuola napoletana settecentesca, a sposare il suo padrone e a cambiare quindi il suo status appunto da serva a padrona. In questo caso l’elemento di contrasto è rappresentato da un servo muto, Vespone, che aleggia in ogni scena davvero molesto come un grosso insetto spesso animando burattini o marionette di diverse dimensioni aventi le fattezze dei due protagonisti, come una sorta di destino burlone che si diverte a giocare con i personaggi e che quando l’opera si avvia verso il lieto finale decide di dare la zampata finale in favore di Serpina vestendo di persona i panni del finto fidanzato che si presenta da Uberto a chiedere Serpina in sposa pretendendo anche una cospicua dote, la cosa solleciterà talmente tanto la gelosia e la tirchieria di Uberto da farlo capitolare verso la decisione di sposare lui stesso Serpina sfidando anche le convenzioni sociali del tempo.
In effetti quando l’opera comparve a Parigi sollecitò uno scontro tra intellettuali per via della struttura musicale inedita, per lo stile buffo e per la provocazione sociale che vedeva una serva prendere il totale sopravvento sul padrone. Musicalmente l’opera di Pergolesi ha sempre presentato problemi relativi alla partitura dal momento che non è stato mai reperito il manoscritto originale, la versione andata in scena, dunque, è frutto di revisioni e correzioni che si basano in gran parte sulle indicazioni di Francesco Degrada, massimo conoscitore del compositore jesino.
La regia di Jacopo Fo, il quale ha curato anche le scene e i costumi, si è mantenuta all’interno di una rotta tradizionale dove i personaggi sono figli del proprio tempo sia nella gestualità che nell’aspetto, la nota personale è data dall’inserimento di divertenti escamotage narrativi, come i personaggi con i quali dialoga Lucy, che entrano ed escono dalla scena dentro una cabina telefonica semovente e il servo muto della Serva Padrona che come accennato in precedenza si muove sulla scena orientando i burattini alter ego dei protagonisti come un deus ex machina un po’ stordito. D’altronde chi non si è trovato a volte a pensare che il fato che regola le sorti dell’uomo a volte non sia totalmente lucido oppure si diverta alle sue spalle?
Le scene essenziali ma esplicative dei secoli diversi e distanti tra loro in cui si svolgono le due vicende hanno reso un’atmosfera leggera, colorata e gioiosa senza appesantire inutilmente la vista, un pensiero a Luzzati lo abbiamo mandato.
L’Orchestra Filarmonica Marchigiana guidata da Flavio Emilio Scogna ha attraversato i secoli dal ‘700 al ‘900 con notevole capacità di immedesimarsi nelle totalmente differenti necessità interpretative dimostrando, casomai fosse ancora necessario, la propria duttilità. Lo stesso possiamo dire della versatilità di Giulia Bolcato giovane soprano nel doppio ruolo di Lucy e Serpina e di quella di Filippo Polinelli, baritono che ha rivestito i ruoli di Ben e Uberto. L’attore/mimo Mario Pirovano (che aprendo il suo bagaglio professionale ha portato inequivocabilmente sul palco anche Dario Fo) ottimo nel ruolo del servo muto Vespone e in quello dei divertenti interlocutori di Lucy.
L’ultimo contrasto positivo lo abbiamo rilevato in sala, quello tra una platea tornata finalmente piena al 100% della propria capienza e il ricordo di tristi sale vuote o semivuote che speriamo rimangano solo un brutto ricordo.
Successo per tutti a fine serata e si torna a riveder le stelle.
Jesi, Teatro G.B. Pergolesi
- giovedì 21 ottobre 2021, ore 16 (anteprima giovani)
- sabato 23 ottobre 2021, ore 20.30
- domenica 24 ottobre 2021, ore 16
THE TELEPHONE, Opera buffa in un atto; libretto e musica di Gian Carlo Menotti
LA SERVA PADRONA, Intermezzi per musica; libretto di Gennarantonio Federico; musica di Giovanni Battista Pergolesi
Personaggi e interpreti
- Lucy/Serpina Giulia Bolcato
- Ben/Uberto Filippo Polinelli
- Vespone, servo muto Mario Pirovano
- direttore Flavio Emilio Scogna
- regia, scene e costumi Jacopo Fo
- luci Marco Scattolini
- aiuto regia Matteo Mazzoni
- assistente ai costumi Roberta Fratini
- FORM – Orchestra Filarmonica Marchigiana
NUOVA PRODUZIONE, in coproduzione con ENTE CONCERTI “Marialisa de Carolis” Sassari
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