Successo a Fidenza per “Nomadic – canto per la biodiversità”
di Francesca Bruni
25 Apr 2024 - Commenti live!, Commenti teatro, Varie
Al Teatro Magnani di Fidenza (PR) è andato in scena lo spettacolo “Nomadic-canto per la biodiversità” ideato da Telmo Pievani e Gianni Maroccolo. Scienza, musica e non solo per un racconto quanto mai attuale e necessario.
(Foto di Marco Pacini)
Fidenza (PR) 21 Aprile 2024 – Al Teatro Magnani di Fidenza (PR) è andato in scena lo spettacolo Nomadic- canto per la biodiversità, un percorso affascinante e riflessivo tra musica e scienza, realizzato con la direzione musicale di Gianni Maroccolo insieme al filosofo e divulgatore scientifico Telmo Pievani che ha curato i testi ed era anche voce narrante.
Lo spettatore viene coinvolto emotivamente e razionalmente in questo stupendo viaggio in cui vi sono attimi di riflessione sulla migrazione sia umana che della specie animale, il cui filo conduttore è la sopravvivenza alle sfide che la vita riserva ogni giorno.
Uno spettacolo potente in cui si afferma che vera crescita è la conoscenza di ogni popolo e soprattutto il diritto di poter viaggiare ed essere liberi da ogni impedimento che la società ci impone, rompendo ogni barriera sia fisica che mentale.
Il gruppo di artisti si esibisce dietro ad un telo trasparente in cui vengono proiettate immagini che ritraggono percorsi di animali in viaggio ed esodi del popolo umano (le illustrazioni sono di Marco Cazzato e i video in animazione di Michele Bernardi), in cui a completare la maestosa band sono presenti artisti del calibro di Angela Baraldi che accompagna dolcemente lo spettatore con i suoi monologhi, Andrea Chimenti cantautore raffinato, Antonio Aiazzi, Beppe Brotto e Simone Filippi.
La regia, attenta ed efficace e light design sono a cura di Mariano De Tassis con Vladimir Jagodic come sound engineer.
Illuminante, condivisibile e coerente con lo spettacolo le parole dei due creatori di “Nomadic” Telmo Pievani e Gianni Maroccolo: “Migrano da sempre gli animali, inseguendo l’alternarsi delle stagioni, in cerca di risorse e futuro. Migrano per adattarsi all’ambiente che cambia. Migrano da sempre le specie umane, da due milioni di anni, partendo e ripartendo ogni volta dalla casa africana. Migrano da sempre i nostri antenati Homo sapiens, prima in Africa e poi fuori, disperdendosi su tutte le terre emerse, chiamando “casa” i luoghi più estremi.
Le loro rotte migratorie, a partire da un piccolo gruppo di pionieri del Corno d’Africa, hanno creato il magnifico mosaico delle culture umane sulla Terra: prima in Medioriente, poi in Caucaso, quindi nelle steppe sconfinate dell’Asia centrale, verso l’estremo Oriente e l’Indonesia, poi piegando ad Occidente in Europa e ancora salendo verso il vasto Nord, quindi attraversando il mare ed entrando in Australia, calcando i ghiacci della Beringia, continente ora sommerso, e irrompendo verso il sud delle Americhe. Tutti i popoli della Terra hanno una radice comune. Per questo le razze non esistono, stanno solo dentro le nostre teste, giacché siamo tutti discendenti da una stessa tribù africana migrante.
Migrare destabilizza chi giunge e chi accoglie, rimescola e rafforza la genetica, ci fa esplorare nuovi habitat, genera incessante diversità attraverso l’isolamento, la ramificazione, il meticciato. Siamo sempre umani alla deriva, nomadi in avanscoperta.
L’Italia deve la sua ricchezza, biologica e culturale, proprio a questo: alle migrazioni, di umani e altri animali, su un territorio irregolari di monti vallate coste, ponte di passaggio schiantato in mezzo al Mediterraneo. I migranti di oggi, umani e non umani, seguono gli stessi tracciati, aggirano gli stessi ostacoli geografici, inseguono piste di fiumi e di mari, oggi come allora, come tutte le creature su questo pianeta imprevedibile.
Adesso però cozzano contro ragnatele artificiali e pretestuose di confini politici, di egoismi regionali, di schiavitù e di spietati sfruttatori. Causa profonda delle migrazioni è da sempre il clima che cambia, allora come ora, solo che adesso cambia per mano nostra, di noi che stiamo dalla parte giusta del Mediterraneo e alziamo muri. Il clima che cambia alimenta la desertificazione, carestie, conflitti per le risorse, guerre. Le fasce di vegetazione si spostano, in molte regioni del mondo non si potrà più vivere. Ci attende un secolo nomade.
(…) Migrare è la nostra natura, e la natura non è né buona né cattiva. (…) Siamo parte di una trama di connessioni in cui il migrare è fonte di vita e di diversità, anelito di sopravvivenza”.
Poco da aggiungere a queste parole. Lo spettacolo non cade mai nel moralismo, lo spettatore viene invitato ad osservare, a rivivere concetti illustrati dalle magnifiche canzoni e musiche che nei decenni si sono sempre interrogate sulle problematiche “ambientali” in senso lato e proprio qui sta l’originalità dello spettacolo.
E certamente la musica è stata, è e sarà sempre strumento di condivisione, di confronto, di contaminazione virtuosa tra stili, forme, paradigmi esistenziali.
Nomadic nasce con la voglia di proporre nuove strade di narrazione, con l’ambizione di riuscire a superare barriere culturali attraverso un linguaggio innovativo grazie anche alla presenza di brani di autori del calibro di Franco Battiato, C.S.I., Marlene Kuntz, Philip Glass, Litfiba, Claudio Rocchi, Gianni Maroccolo.
Il tour è organizzato da IMARTS.
Altre date saranno comunicate su www.internationalmusic.it
Approfondimenti:
- leggi e/o scarica la biografia di Gianni Maroccolo e Telmo Pievani:
- Gianni Maroccolo e Telmo Pievani raccontano la nascita di “Nomadic” su RollingStone