Spellbound Contemporary Ballet: emozioni a Civitanova Danza 2012
di lena Bartolucci
13 Lug 2012 - Commenti danza, Danza
Civitanova Marche (MC) – Prosegue la diciannovesima edizione del festival Civitanova Danza in compagnia dello Spellbound Contemporary Ballet, che ha regalato due magnifici spettacoli all’interno di un gremito Teatro Rossini per la regia e la coreografia del direttore artistico della compagnia, Mauro Astolfi.
Astolfi è sicuramente uno degli autori contemporanei più rappresentativi sulla scena europea, che è stato capace di costruire come coreografo e didatta uno stile e un linguaggio gestuale originali e in costante rinnovamento, frutto di una personale elaborazione di diverse forme espressive del movimento contemporaneo.
Lo Spellbound Contemporary Ballet nasce a metà degli anni ’90 e rappresenta ancora oggi una delle maggiori espressioni della coreografia italiana, che ha incantato le platee dei principali festival italiani ed esteri. Quest’anno, inoltre, risulta essere l’unica compagnia italiana che realizzerà una tournèe di cinque settimane nelle principali città degli Stati Uniti.
Questa compagnia può fregiarsi di una cifra stilistica inconfondibile e di eccellenze in termini di qualità degli interpreti, capaci di una danza libera che si offre al pubblico con un vocabolario in continua sperimentazione e geometrie sempre nuove.
La prima esibizione dal titolo Downshifting vede portare in scena un lavoro in cui ogni corpo danzante cambia improvvisamente direzione, immaginando scenari futuri alternativi, quasi come metafora della riscoperta di nuove emozioni e passioni in modo da migliorare la qualità della propria vita. Come ribadito dallo stesso coreografo Astolfi, Downshifting è per noi un veicolo di energia, come un canale di comunicazione tra individui, una misteriosa porta per toccare l’interno dell’uomo e un irrinunciabile mezzo per decifrare persino il linguaggio segreto della natura.
Lo spettatore si trova quindi a osservare un continuo intreccio di corpi sinuosi dalle movenze quasi impalpabili che all’improvviso aumentano il ritmo di esecuzione e si intrecciano tra di loro creando delle rappresentazioni corali molto intense.
I ballerini sembrano come fondersi e muoversi a specchio, creando delle linee perfette e seguendo con precisione le note musicali che li accompagnano. Le musiche scelte per quest’esibizione variano da un semplice mix di suoni o voci a pezzi di musica classica, ma si sposano alla perfezione con queste movenze così leggiadre e cariche di emozioni.
Molto intenso è stato anche uno spezzone dell’esibizione, in cui gli interpreti hanno continuato a ballare senza musica, accompagnati solo dal suono dei piedi sul palco e dal proprio respiro.
La seconda parte, invece, s’intitola Lost for Words – L’invasione delle parole vuote. Si tratta di una prima assoluta che tenta di raccontare come nel mondo attuale siamo circondati da una miriade di parole ormai svuotate del loro significato.
Anche in questo caso si è deciso di usare brani musicali molto particolari, dal semplice rumore della pioggia, a una voce narrante in inglese (che somigliava quasi a un flusso di coscienza a voce alta) e a spezzoni di musica classica.
Usando delle movenze a tratti molto simili all’esibizione precedente, i ballerini si muovono come alla ricerca di qualcosa e anche sul loro viso è stampata un’espressione di insicurezza, perchè pur guardandosi in giro non capiscono, o meglio, non trovano il giusto significato di ciò che vedono o delle parole che li sommergono.
All’inizio, quindi, il corpo cerca di opporsi, ma alla fine accetta la situazione che sta vivendo, perchè molti altri fanno finta di capire e di essere d’accordo.
Il corpo a questo punto deve trovare la forza e il potere di liberarsi dalle parole vuote, il movimento diventa qualcosa che ci aiuta a girare tra la gente e a scoprire che dietro molta di questa gente, spesso non c’è nulla.
Per questo motivo l’esibizione si conclude con una delle ballerine che si stacca dal resto del gruppo e, guardando con stupore come quelle persone prima accanto a lei stiano parlando tra loro ma senza capirsi realmente, decide di andarsene e non omologarsi a quella società piena di parole vuote.
I magnifici interpreti della serata sono stati: Maria Cossu, Marianna Ombrosi, Sofia Barbiero, Alessandra Chirulli, Giacomo Todeschi, Marioenrico D’Angelo, Michelangelo Puglisi, Giuliana Mele e Gaia Mattioli. Le luci, invece, sono state curate e disegnate da Marco Policastro.