Il Signor Bonaventura fa cento: 1917/2017
di Alberto Pellegrino
2 Dic 2017 - Fumetti
Sulle pagine del Corriere dei Piccoli del 28 0ttobre 1917 comparve per la prima volta il Signor Bonaventura, un personaggio nato dalla fantasia di Sergio Tofano (1886–1973) e protagonista di storie disegnate che conquistarono un rapido successo presso intere generazioni di bambini, Le sue avventure uscirono ininterrottamente ogni settimana fino al 1943, diventando uno dei fumetti di maggior successo della prima metà del Novecento. Le storie di Bonaventura ripresero le pubblicazioni nel dopoguerra, per poi ridursi progressivamente fino a cessare nel 1953.
Il Signor Bonaventura, che era disegnato con elegante semplicità, indossava una redingote e una bombetta rossa, dei larghi pantaloni bianchi e aveva al fianco il fedele e giallo cane Bassotto. Le storie a tutta pagina erano composte da otto vignette, ciascuna corredate da testi composti da strofe di due versi (distici) di ottonari a rima baciata che iniziavano con queste parole: “Qui comincia la sciagura del Signor Bonaventura… », che divennero ben presto un tormentone noto a intere generazioni di piccoli lettori. A volte Tofano introduceva delle variazioni, come Qui comincia l’avventura, Ricomincia la sventura, usando un linguaggio sempre aulico e forbito che era in netto contrasto con la semplicità del disegno con il risultato di raggiungere sempre un effetto ironico e divertente.
Il mondo di questo personaggio era popolato da generosissimi re, baroni, contesse, ma erano presenti anche i “cattivi” come il torvo e invidioso Barbariccia con il volto di colore verde e che cambiava colore a seconda del sentimento provato (rosso, giallo, ecc.) e il disonesto barone Partecipazio. C’erano poi al fianco del protagonista altri personaggi ricorrenti ma secondari come il “bellissimo Cecè“, che incappava sistematicamente in difficili situazioni a causa della sua vanità, dalle quali era immancabilmente “salvato” dall’intervento di Bonaventura.
A un certo punto la serie di milioni accumulata dovette sembrare eccessiva, per cui Tofano rovesciò il meccanismo della storia che iniziava con il verso Il signor Bonaventura, ricco ormai da far paura: il personaggio doveva versare il famoso milione a qualche compagno d’avventura da lui danneggiato, oppure doveva risarcire i danni provocati dal nipote Omobono cuore d’oro, un giovane dal volto triste che cercava di aiutare gli altri ma finiva sempre per ottenere l’effetto contrario.
Queste storie avevano un indubbio valore educativo per la candida ingenuità e onestà di questo eroe un po’ strampalato di gaie avventure che lo vedevano squattrinato all’inizio e milionario alla fine, perché riusciva a trasformare a suo favore delle situazioni decisamente sfortunate. Le sue storie seguivano uno schema molto regolare: la sventura del protagonista si trasformava in un beneficio per altre persone e comportava inevitabilmente la fortunata ricompensa di “un milione di lire”, una cifra astronomica per quell’epoca, tanto che diventerà “un miliardo” negli anni Cinquanta, raffigurata sotto forma di un enorme biglietto di banca manoscritto che è entrato nella cultura italiana del Novecento. Sergio Tofano, oltre che un elegante disegnatore, è stato uno dei più intelligenti e versatili attori del teatro e del cinema italiano; è stato anche un valido insegnante di recitazione nell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica di Roma e ha lasciato un saggio intitolato “Il teatro all’antica italiana”, ancora oggi ritenuto una delle letture fondamentali per la formazione di attori, registi e commediografi.
Laureato in lettere all’Università di Roma, Tofano è stato un valido autore di libri per bambini (I cavoli a merenda, 1920; Storie di cantastorie,1920; La principessa dalle lenticchie e altri racconti,1920; Qui comincia la sventura del Signor Bonaventura,1995). Ha scritto sei commedie musicali intitolate Qui comincia la sventura del signor Bonaventura (1927), Una losca congiura (1928), La regina in berlina (1929), L’isola dei pappagalli (1938), Bonaventura veterinario per forza (1948), Bonaventura precettore a corte (1953). Ha curato la regia del film Cenerentola e il signor Bonaventura (1941), interpretato da Paolo Stoppa.
Come attore ha debuttato nel 1908 nella compagnia di Ermete Novelli per fare poi parte di altre rinomate formazioni teatrali; nel 1928 è diventato capocomico alla guida di compagnie formate da importanti attori (Luigi Almirante, Evi Maltagliati, Luigi Cimara, Vittorio De Sica), imponendosi egli stesso come raffinato e bravissimo interprete di personaggi caricaturali o grotteschi, di opere scritte da autori classici, brillanti e drammatici (Machiavelli, Molière, Ibsen, Cechov, Shaw, Pirandello, e Bertolt Brecht).
Tofano ha lavorato in diversi film tra cui La segretaria privata di Goffredo Alessandrini (1934), Eravamo sette sorelle di Mario Mattoli (1938), La maschera e il volto di Camillo Mastrocinque (1942), Il fidanzato di mia moglie di Carlo Ludovico Bragaglia (1943), Altri tempi di Alessandro Blasetti (1952), La bella di Roma di Luigi Comencini (1955), I sogni nel cassetto di Renato Castellani (1956), Il padre di famiglia di Nanni Loy (1967), Partner di Bernardo Bertolucci (1968), Contestazione generale di Luigi Zampa (1970), La colonna infame di Nelo Risi (1973). È stato anche un indimenticabile interprete di noti sceneggiati televisivi degli anni Cinquanta e Sessanta, fra cui L’idiota (1959), Mastro don Gesualdo (1964), Il giornalino di Gian Burrasca (1964), Resurrezione, Il conte di Montecristo (1966), Le mie prigioni, I fratelli Karamazov (1969), Pensaci Giacomino di Luigi Pirandello (1971).