SferisterioOpera 2008: le anticipazioni
26 Mar 2008 - News classica
di Alberto Pellegrino
Per la stagione lirica Sferisterio Opera Festival 2008 dopo le due precedenti edizioni tematiche dedicate al Viaggio iniziatici e al Gioco dei potenti , era stato annunciato nell'estate scorsa il tema quanto mai avvincente della Seduzione con un cartellone molto suggestivo e organico (come riesce fare sempre il M Pier Luigi Pizzi) comprendente quattro opere perfettamente in tema come Manon Lescaut di Puccini, Carmen di Bizet, Salome di Strass, Cavalleria Rusticana di Mascagni e El amor brujo di De Falla in un'unica serata. Mentre, per lo spazio più ristretto ma ugualmente suggestivo del Teatro Lauro Rossi, venivano annunciate tre novità assolute come la Cleopatra di Lauro Rossi, The Servant di Marco Tutino e Neues vom Tage di Paul Hindemith.
Fermo restando il programma predisposto per il Lauro Rossi, gli organi dirigenti della Fondazione Arena Sferisterio hanno ritenuto opportuno variare nella quasi totalità il programma presentato, del quale rimane in cartellone soltanto la Carmen. Il direttore artistico Pier Luigi Pizzi ha dichiarato che non esistevano le condizioni per realizzare le opere annunciate, perchè alla verifica della congruità e della corrispondenza dei costi si è passati dai previsti 4,9 milioni di euro ai tre milioni stanziati per la parte artistica. Da parte sua il sindaco di Macerata Giorgio Meschini, presidente della Fondazione, ha sottolineato che la politica amministrativa virtuosa del nuovo corso ha permesso di chiudere la stagione 2006 con un perdita molto limitata di soli 150 mila euro e di chiudere il bilancio della stagione 2007 in perfetto equilibrio tra entrate e uscite.
Il cartellone 2008 per lo Sferisterio comprende, come previsto, la Carmen con regia, scenografia e costumi dell maceratese Dante Ferretti, nome di grande prestigio nel mondo del cinema, già Premio Oscar nel 2005 e di nuovo Premio Oscar per la scenografia nel 2008 per il film Sweeney Todd di Tim Burton. Sarà certamente un'opera da vedere ed ascoltare, perchè Ferretti ha accettato la sfida che il palcoscenico dello Sferisterio lancia a quanti si assumono il compito di mettere in scena un'opera lirica in quello spazio molto particolare. L'opera di Bizet è stata sempre amata dal pubblico dello Sferisterio per il fascino che emana dalla personalità della protagonista con la sua fiammeggiante sensualità , per quella capacità di darsi e negarsi, rendendosi praticamente inafferrabile. La Carmen di Bizet non è tuttavia la zingara maliarda e rapace inventata da Mèrimèe, ma piuttosto un personaggio luciferino e nello stesso tempo umano (si pensi alla straordinaria interpretazione della Callas), una donna che appare consapevole del proprio tragico destino (annunciatole dalle carte), che diventerà l'estrema e logica conseguenza di una scelta esistenziale anticormista, della orgogliosa fedeltà verso la propria libertà .
Don Josè è il contraltare della donna, un uomo che compie il suo drammatico percorso, passando dalla sua passione disperata all'epilogo violento e autodistruttivio. Bizet sottolinea la sofferente introspezione dell'uomo consapevole della sua incapacità di vivere e di legare a sè una donna come Carmen, per cui preferisce l'annientamento di entrambi. Personaggio quanto mai legato al tema della seduzione, Carmen incarna il mito di una Spagna inventata da Bizet non come luogo geografico, ma come luogo della passionalità , dell'istinto, dei conflitti primari: amore-odio, libertà -legami, maschio-femmina, secondo una visione che apparve spregiudicata per la morale borghese del secondo Ottocento.
Per celebrare i 150 anni della nascita di Puccini, ritorna dopo appena tre anni Tosca, un indiscusso capolavoro affidato alla regia di Gasparron, che sarà chiamato a interpretare un mondo fatto di passionalità , sensualità e lugubre violenza. Si tratta di un'opera che deve la sua popolarità a una grande partitura musicale e a brani di assoluta bellezza come Recondita armonia , Vissi d'arte , E lucean le stelle , O dolci mani .
Si è ritenuto opportuno inserire nel cartellone un'opera di Verdi e la scelta è caduta su Attila con regia, scene e costumi di Pier Luigi Pizzi, con la presenza del grande soprano Dimitra Theodossiou che ricoprirà il ruolo della protagonista Odabella. Ci troviamo di fronte ad una delle opere verdiane più affascinanti, composta nel 1846 su libretto di Temistocle Solera tratto dalla tragedia Attila, Konig der Hunnen di Zaccaria Werner. Il melodramma affronta il tema della difesa della propria patria e della libertà da parte degli abitanti di Aquileia, alla cui testa vi è l'eroica Odabella che vuole vendicare la morte del padre ucciso dagli Unni di Attila, mentre è in pieno svolgimento la guerra condotta dal celebre condottiero unno contro l'esercito romano guidato dal generale Ezio.
Verdi non appare pienamente soddisfatto del libretto del Solera, che aveva fortemente rimaneggiato la tragedia originale, per cui affida la revisione del testo a Francesco Maria Piave che svolge un lavoro radicale cambiamento (suscitando le ire del Solera), senza riuscire a tradurre in versi i desideri del maestro che voleva conciliare la visione epica e patriottica della storia con una maggiore umanità dei personaggi, in particolare della protagonista animata dalla passione patriottica e dallo spirito di vendetta. Sarà allora Verdi a conferire all'intera partitura uno spessore psicologico e sentimentale, sia sotto il profilo musicale (si pensi alla suggestione del Preludio e alla pagina orchestrale dell'urgano a Rio Alto), sia con la creazione di alcune arie destinate ai due protagonisti come Santo di patrio indefinito amore e Oh! nel fuggente nuvolo per Odabella, la grande pagina del sogno di Attila e l'incontro del condottiero con il pontefice Leone.
Il cartellone dello Sferisterio si chiude con l'oratorio sacro Resurrexi di Alberto Colla su libretto di Roberto Mussapi, che è stato eseguito nel 2006 nell'Arena di Verona e successivamente rappresentato il 23 maggio 2007 in occasione del 80 compleanno di Benedetto XVI. L'oratorio, che vuole far rivivere i sentimenti di stupore e di gioia provati dei primi testimoni oculari della Resurrezione, è suddiviso in cinque quadri e prevede l'impiego di una voce recitante, cinque soliti (soprano, mezzosoprano, tenore, basso e voce bianca), un coro di voci bianche, un coro misto e una grande orchestra.
Il libretto è del poeta e narratore Roberto Mussapi (1952) che ha scritto per il teatro diversi testi tra cui Villon , Teatro di avventura e amore , La grotta azzurra . A proposito di questo testo egli ha dichiarato: Ho evitato di affrontare l'argomento teoricamente, perchè mi avrebbe annichilito; ho invece cercato di fare mio il segreto drammaturgico e stilistico usato dallo stesso Gesù, quello della parola capace di rendere vive le cose raccontandole. Ho voluto puntare l'attenzione sugli uomini che della Resurrezione hanno fatto esperienza: Maria, la Maddalena, i discepoli di Emmaus. E naturalmente Gesù, il Figlio di Dio fatto uomo che si racconta in prima persona .
Le musiche sono di Alberto Colla (1968), affermato compositore di musica sacra e vincitore di numerosi premi nazionali e internazionali, il quale per raccontare in musica la Resurrezione ha previsto un massiccio uso di strumenti a percussione come metallofoni, gong tailandesi, grandi campane a lastra e la tuba contrabbassa e ha detto: I suoni lugubri si sentono all'inizio, nel preludio orchestrale, nel momento della morte, poi, nel corso dei cinque quadri tutto si trasfigura, trascolora fino all'esplosione finale, dove la felicità umana di fronte a un'esperienza di questo tipo si traduce in un'Alleluia . Colla ha inoltre inserito nella partitura stessa un complesso gioco di luci: Una delle prime immagini che vengono alla mente parlando di Resurrezione è proprio quella della luce. Ho studiato un procedimento che permette di abbinare i colori alle dodici note della scala cromatica: grazie a procedimenti elettronici, il suono dell'orchestra viene trasformato in colore e proiettato sul palco sotto forma di luci .
La stagione lirica si apre nel Teatro Lauro Rossi il 24 luglio 2008 con l'opera Cleopatra di Lauro Rossi (Macerata 1812-Cremona 1885), che viene messa in scena per la prima volta in epoca contemporanea con la regia, le scene e i costumi di Pier Luigi Pizzi e con l'interpretazione del soprano Dimitra Theodossiou (ottima Norma nella precedente stagione). Andato in scena nel Teatro Regio di Torino il 5 marzo 1876, questo melodramma, composto su libretto di Marco d'Arezio ispiratosi alla tragedia Antonio e Cleopatra di Shakespeare, rimane (insieme a La contessa di Mons) la più importante opera seria di Lauro Rossi, ricca di notevoli momenti musicali come il brindisi di Antonio e la morte di Cleopatra. Il lavoro non è stato più rappresentato, perchè la fama del compositore maceratese rimane soprattutto legata a due opere buffe cariche di verve e di brillanti motivi come I falsi monetari (1834) e Il Domino nero (1849). Quest'ultima composizione è stata recentemente riproposta (anche in edizione discografica) dal Teatro Pergolesi di Jesi, che ha fatto conoscere al pubblico contemporaneo una delle più belle e frizzanti opere comiche della prima metà dell'Ottocento. à pertanto valido sotto il profilo culturale che lo Sferisterio Opera Festival riproponga all'attenzione del pubblico e della critica un'opera drammatica del maggiore compositore maceratese.
Sempre al Teatro Lauro Rossi, andrà in scena Neues vom tage (Novità del giorno), opera allegra di Paul Hindemith (1895-1963), composto su libretto di Marcellus Schiffer, uno più noti comici e cabarettisti della Berlino degli anni Venti. I due autori hanno voluto proporre un'opera di tipo anti-retorico, in totale contrapposizione al modello teatrale eroico di Wagner, ma ispirata invece alla oggettività del teatro di Bertolt Brecht, per il quale Hindemith nel 1927 aveva composto insieme a Kurt Weill le musiche per l'opera radiofonica Il volo di Lindbergh. Rappresentata a Berlino nel 1929, l'opera suscita in seguito l'ostilità del regime nazista nei confronti del compositore, al quale Hitler non perdonerà mai di aver fatto cantare una signora completamente nuda dentro una vasca da bagno. Grazie all'apporto di Schiffer, l'opera ha una forte connotazione satirica, traendo spunto dalle vicende e dai personaggi della vita quotidiana e prendendo di mira soprattutto l'ipocrisia della morale borghese. Sotto il profilo musicale, l'intero lavoro è una parodia all'opera tradizionale e comprende una serie di citazioni tratte dal jazz e dal cabaret. Malgrado fosse in sintonia con la cultura tedesca di quel momento e con lo spirito antiborghese della pittura espressionista, l'opera venne ritenuta scandalosa e provocatoria da parte del pubblico, mentre fu definita sciatta e di basso livello artistico dalla critica, la quale non tenne conto che Hindemith non è certamente un compositore dozzinale, per cui la sua partitura, pur ricca di contaminazioni , riesce sempre a mantenere un alto livello stilistico, sia sotto il profilo strumentale che vocale. Prodotta insieme al Teatro delle Muse di Ancona, dove è stata rappresentata nel corso della stagione invernale, l'opera, diretta dal M Bruno Bartoletti, è stata messa in scena da Pier Luigi Pizzi che ha curato la regia, le scene e i costumi.
La vicenda di questa opera molto originale ha inizio con il ritorno dal viaggio di nozze di una giovane coppia che ha già deciso di separarsi e si reca presso l'Ufficio per gli Affari di famiglia, diretto dall'affascinante signor Hermann. I due coniugi, Eduard e Laura, scoprono che, per avere la separazione, è necessario un motivo di divorzio , ma a questa mancanza provvede lo stesso Hermann che seduce la sposina facendone la propria amante. In una camera d'albergo, dove Laura tutta nuda nella vasca da bagno esalta le virtù dell'acqua calda corrente, i due amanti vengono sorpresi dalla precedente amante di Hermann, le cui urla suscitano l'indignazione dei clienti dell'albergo. Intanto Eduard è finito in carcere per aver aggredito il suo rivale e, una volta uscito dalla prigione, scopre di essere completamente rovina sotto il profilo finanziario. Per rimediare è costretto a commercializzare la propria storia in uno shaw che va in scena al Teatro Alcazar. Laura ed Eduard, di nuovo felicemente innamorati, sono i protagonisti dello spettacolo che riscuote un inaspettato successo. I due vorrebbero ritornare a vivere insieme, ma il pubblico impedisce loro di ritirarsi, per cui i due devono continuare ad aspettare il divorzio, restando per sempre sulla scena.
Il terzo evento della stagione 2008 è costituito dalla messa in scena in prima esecuzione mondiale dell'opera The servant (Il servo) di Marco Tutino, autore anche del libretto tratto dall'omonimo romanzo di Robin Maugham, dal quale è stato tratto nel 1963, con sceneggiatura di Harold Pinter, il film di Joseph Losey,considerato uno dei capolavori della cinematografia del secondo Novecento.
Marco Tutino (1954), che ritorna a Macerata dopo l'allestimento in prima mondiale nel 2005 del suo monologo per mezzosoprano Le bel indifferent di Jean Cocteatu, è uno dei compositori più rappresentativi del recente panorama musicale italiano. Ha esordito in campo lirico nel 1984 con Pinocchio, a cui hanno fatto seguito altre opere di successo rappresentate in importanti teatri italiani ed europei: Cirano (1987), Vite immaginarie (1990), La lupa (1990), Federico II (1993, rappresentata in prima nazionale nel Teatro Pergolesi di Jesi), Il gatto con gli stivali (1994), Pugacev (1998), Dylan Dog (1999), Peter Pan (2000), La bella e la bestia (2005).
L'autore del romanzo a cui s'ispira l'opera, è Robin Maugham (1916-1981), nipote del grande romanziere inglese William Somerset Maugham. In questa opera del 1948, che deve essere considerata il suo capolavoro, Richard è la voce narrante che racconta di aver incontrato dopo alcuni anni il suo amico Tony, appartenete a un'antica famiglia nobiliare. Egli lo esorta ad assumere un domestico fisso che possa accudire alle sue necessità quotidiane e così nella casa di Tony fa il suo ingresso Barrett il servo , un essere meticoloso, impeccabile, inappuntabile destinato a diventare, attraverso una lenta e implacabile opera di seduzione , un elemento necessario nella vita del padrone, tanto che in questa vicenda di manipolazione e di plagio è il servitore a creare uno stato di dipendenza tale da trasformare il padrone in servo, secondo un gioco perfido e perverso dove un'ambigua tensione erotica finisce per legare a doppio filo i due uomini. Tony è fidanzato con Sally, ma quando i due parlano di matrimonio ecco entrare in gioco Barrett a spezzare il loro rapporto grazie all'intervento di Vera (presentata come sua sorella) che seduce Tony e permette a Barrett di insediarsi definitivamente come padrone di casa. Quando Tony scopre che la ragazza è in realtà l'amante del suo domestico, scaccia entrambi, ma successivamente riassume Barrett che scarica la responsabilità di quando è accaduto su Vera. Da quel momento il rapporto tra i due uomini assume connotati quasi coniugali con una chiara dipendenza del padrone ed una netta supremazia del servo. Nell'interno claustrofobico della casa di Tony si consuma questa storia di perdita dell'identità e di sovversione dell'ordine sociale precostruito: le differenze di classe sono travolte, perchè si rovescia la dialettica padrone-servo nel momento in cui il padrone viene sedotto dal domestico; il fantasma dell'omosessualità finisce per scompaginare tutte le valenze sessuali nello scontro che vede Barrett vincitore nei confronti di Sally; la dissoluzione della personalità è il risultato di un gioco instabile e sfuggente, dove Barrett non sarà mai ufficialmente il padrone (anche se in realtà lo è fin dall'inizio), mentre Tony non apparirà mai come il servo anche se finirà per esserlo, perdendo di fatto la propria identità .
Il M Pier Luigi Pizzi ha avuto la felice intuizione di collocare questo nuovo lavoro in uno luogo non convenzionale come la ex chiesa di San Paolo in Piazza della Libertà a Macerata, che ospiterà le rappresentazioni del 27 e 30 luglio 2008. La seconda intuizione è stata quella di affidare la regia dell'opera a Gabriele Lavia, che è rimasto favorevolmente colpito dalla particolare collocazione prescelta per la messa in scena. Intendevo dare a questo artista, che tanto stimo e amo dice Pizzi la più grande libertà creativa, vale a dire non volevo costringerlo allo spazio condizionato di un teatro tradizionale per quanto nobile come il Lauro Rossi, ma piuttosto proporgli un luogo aperto dove la sua immaginazione possa scatenarsi e, conoscendolo, posso intuire che la sua ben nota fantasia si sia già messa in moto per creare stupore e meraviglia .