Saint Saens e Rota alla Chigiana
Marco Ranaldi
31 Lug 2010 - Commenti classica
<b<SIENA. Che la Chigiana sia da sempre una parte importante della nostra cultura musicale è ben risaputo e la direzione artistica di Aldo Bennici non fa altro che acclarare la continuità di un progetto abbastanza unico nel nostro panorama.
Quest'anno le attività estive della Chigiana si sono aperte come di consueto con la Settimana musicale senese che è giunta alla 67 edizione.
Gli eventi che fanno strada alla musica contemporanea sono racchiudibili nella prima assoluta di Anais Nin di Louis Andriessen e alla ripresa di un piccolo capolavoro di Nino Rota come La scuola di guida. In particolare ci soffermeremo su quest'ultimo evento che è stato ripreso da un'idea dello stesso Bennici il quale è andato a frugare nella memoria e ha riscoperto questo gioiello di teatro contemporaneo. La prima de La scuola di guida avvenne a Spoleto, ma come per Napoli milionaria il lavoro di Rota non fu più rappresentato. L'idea è stata quella di affidare la nuova orchestrazione ad un maestro come Bruno Moretti già collaboratore dello stesso Rota. In più il valore aggiunto è stato dato dalla forte presenza di Raina Kabaivanska e di Giuseppe Sabbatini. Come si sa i due cantanti sono da tempo professori della Chigiana estiva e non poteva che essere loro il compito di riproporre l'opera di Rota. Con la regia ricercata e gustosa di Mietta Corli che ha disegnato una scena light ed elettronica, l'idillio musicale su testo di Mario Soldati (non è da poco questo particolare) ha fatto da perfetta cornice all'incanto dell'invenzione lirica. La Kabaivanska perfetta nei panni di una lieve signorina di una certa età ha saputo tessere con bellezza e ricercatezza quanto scritto da Rota. Non è stato da meno Sabbatini che ha sostenuto con estrema ironia il ruolo di vittima dell'amore della protagonista. Il tutto su un testo assolutamente divertente, arguto e sospirato allo stesso tempo. Quanto scritto da Rota è legato alla sua formazione americana, dove il gusto per il blues e per lo swing ben si legano con le moderne armonie. La parte orchestrale è stata ben diretta da Giuliano Carella a capo dell'Orchestra della Toscana.
Prima de La scuola di guida, la serata tematica Piccoli amori (traccia rubata da Bennici ad una canzone di Enzo Jannacci) è stata preceduta da un'altra operina di particolare charme: La princesse Jaune di Camille Saint- Saens su libretto di Louis Gallet. Di questa operà -comique (di cui forse ritroviamo solo l'impianto nella pomposità della partitura) non si avevano più tante notizie ed è un peccato perchè Saint Saens ha costruito una classica partitura alla Meyerberr, dove l'inganno sonoro è servito a distogliere probabilmente lo spettatore suo contemporaneo, dalla voluttuosità sensuale della storia in cui il protagonista s'inebria probabilmente di assenzio e immagina un mondo trasgressivo che, nell'immaginario tardo romantico era facilmente individuabile nelle trame giapponesi. Così con la perfetta regia di Mietta Corli, i due bravissimi protagonisti Maria Costanza Nocentini e Carlo Alemanno portano lo spettatore in un gioco di realtà e di fantasia, dove la perfetta musica di Saint Saens non disturba la visione. Sarà per questo motivo che nel tempo questa partitura è stata dimenticata ma certamente in una Francia ancora troppo purista non avrà avuto vita facile un'opera che ricorda molto di più le ardite trame di Salomè con le ricercatezze armoniche di Richard Strauss.
Oggi per nostra fortuna, rimangono piccoli amori , roba minima come direbbe lo stesso Jannacci.
(Marco Ranaldi)