“Roberto Devereux” alle Muse


11 Gen 2006 - News classica

(presentazione di Alberto Pellegrino)

Il cartellone della Stagione lirica del Teatro delle Muse (AN) presenta il 18/20/22 gennaio 2006 Roberto Devereux, conte di Essex di Gaetano Donizetti, opera che non facile incontrare sui palcoscenici italiani, la cui messa in scena costituisce un ulteriore merito della direzione artistica anconetana che intende arricchire il cartellone affiancando a melodrammi notissimi anche opere di rara o rarissima esecuzione. L'opera, allestita in collaborazione con il Teatro dell'Opera di Roma e il Teatro Donizetti di Bergamo, è affidata alla direzione del M Bruno Campanella ed è interpretata da Dimitra Theodossiou (Elisabetta), Massimiliano Pisapia (Roberto), Roberto Frontali (Nottingham), Nidia Palacios (Sara). La regia di Giovanni Agostinucci, le scene e costumi di David Walker.
Si tratta per Donizetti del terzo appuntamento con la storia inglese che ruota intorno alla figura della regina Elisabetta I, infatti l'opera è andata in scena per la prima volta nel 1837, quando già il compositore bergamasco aveva scritto Elisabetta al Castello di Kenilworth (1829) e Maria Stuarda (1835), due opere inframezzate da un'altra storia inglese , Anna Bolena (1830), riguardante le tragiche vicende della regina, moglie di Enrico VIII e madre di Elisabetta.
Considerata per qualche tempo opera minore di Donizetti, Roberto Devereux rappresenta, al contrario, una svolta importante nell'evoluzione della complessa drammaturgia donizettiana. Infatti in questo melodramma Donizetti, facendo leva anche sul buon libretto di Salvattore Cammarano, da un lato ripropone gli intrighi e gli oscuri sentimenti già presenti in Anna Bolena, ma dall'altro compie un ulteriore passo avanti sul piano dell'approfondimento psicologico dei personaggi, per quanto riguarda soprattutto la loro struttura drammatica e i loro dissidi spirituali. Il musicista si dedica in particolare ad approfondire il personaggio di Elisabetta (anche rispetto alle due precedenti opere che la vedevano fra i protagonisti), facendone una figura caratterizzata da una vocalità complessa e dolente sul piano musicale, tormentata dalla gelosia e da un'interiore disperazione sul piano psicologico. La ricerca di queste nuove e più forti forme espressive, ancora in ombra nel primo atto, appaiono più evidenti nel secondo e soprattutto nel terzo, introdotto da un preludio che antica alcune suggestioni musicale proprie del Ballo in maschera.
Punti di forza dell'opera sono nel primo atto la romanza All'afflitto è dolce il pianto (Sara), la cavatina L'amor suo mi fa' beata (Elisabetta), l'aria Ah! Ritorna qual ti spero (Elisabetta e coro), la Gran scena e duetto Donna reale, ai tuoi piedi , Un tenero core mi rese felice , Un lampo, un lampo orribile (Elisabetta e Roberto), il duetto Questo addio, fatale, estremo (Sara e Roberto); nel secondo atto L'ore trascorrono (Coro), il duettino Non venni mai si mesto e Su lui non piombi il fulmine (Elisabetta e Nottingham), il terzetto Ecco l'indegno , Scellerato! Traditor! , Va, la morte (Elisabetta, Roberto, Nottingham); nel terzo atto Nè riede ancora il mio consorte! (Sara), il duetto Non sai che un nume vindice (Sara, Nottingham), A te dirò Come uno spirto angelico (Roberto), Bagnato il sen di lacrime (Roberto e Coro), l'aria finale Vivi, ingrato, a lei d'accanto (Elisabetta), Quela sangue versato (Elisabetta e Coro).
La vicenda. Nel primo atto i nobili Cecil e Railegh fanno pressioni su Elisabetta perchè firmi la condanna a morte di Roberto Devereux, duca di Essex e un tempo suo amante segreto, il quale è già stato condannato per tradimento dalla Camera dei Pari. La regina, malgrado sia certa di non essere più amata, rifiuta di sottoscrivere l'atto di condanna. Roberto incontra Sara, moglie del Duca di Nottingham: i due in gioventù sono stati innamorati e Roberto rimprovera alla donna di essersi sposata, ma la responsabilità è della regina che l'ha maritata a Nottingham nonostante le sue proteste: Sara gli dona una sciarpa come augurio di buona fortuna per il pericolo che lo sovrasta. Nel secondo atto Roberto è ormai condannato nonostante il suo amico Nottingham cerchi di difenderlo; la regina vuole ora vendicarsi, avendo capito che l'uomo le è infedele. Quando Nottingham scorge indosso a Roberto la sciarpa di seta ricamata della moglie, pensa che si tratti di una prova d'amore e di tradimento e vorrebbe vendicarsi con le sue mani, ma la regina interviene facendo rinchiudere Roberto Devereux nella Torre di Londra. Nel terzo atto Elisabetta, che è ancora innamorata di Roberto, spera segretamente che egli possa salvarsi, facendole pervenire a corte l'anello che Elisabetta stessa gli ha regalato e che gli dà il diritto alla grazia. Devereux, infatti, consegna l'anello a Sara, affinchè lo faccia arrivare nelle mani della regina, ma Nottingham, divorato dalla gelosia, ritarda di proposito l'arrivo della moglie a corte. Quando i duchi di Nottingham giungono di fronte alla sovrana, è ormai troppo tardi perchè la sentenza di morte è stata eseguita. Elisabetta, adirata e sdegnata per il ritardo, considera i duchi colpevoli della morte di Roberto Devereux , pertanto fa imprigionare Nottingham e la moglie Sara nella Torre di Londra come responsabili di quello che la regina considera un delitto a danno della persona sa lei amata.

Info:
I biglietti sono in vendita presso il botteghino del Teatro, presso le filiali UniCredit e on line (www.teatrodellemuse.org)
Biglietteria del Teatro delle Muse: via della Loggia – tel. 071.52525 – fax 071.52622 – boxoffice@teatrodellemuse.org dal martedì al sabato – dalle 10,00 alle 17,00 (orario continuato)
(nei giorni di spettacolo, la biglietteria è aperta un'ora prima dell'inizio)
Parcheggio Traiano, via XXIX settembre, aperto per gli spettatori del Teatro delle Muse fino all'una di notte, costo forfettario 3 euro.


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