Roberto Alagna in concerto a Parigi


di Alma Torretta

11 Nov 2024 - Commenti classica

A Parigi concerto “Dolce vita” di Roberto Alagna d’arie d’opera e canzoni italiane nella Cattedrale di Saint Louis des Invalides.

Sempre, infine, con il sorriso sulle labbra. Così è il tenore Roberto Alagna come persona e così è stato il concerto che l’artista ha tenuto nella Cattedrale di Saint Louis des Invalides, nel grande complesso che racchiude anche la Tomba di Napoleone e il Musée de l’Armée.

Un concerto iniziato con arie d’opera e terminato con canzoni napoletane e siciliane, con il pubblico che uscendo canticchiava felice ed appagato “Funiculì funiculà”, il secondo bis. Un concerto che è stato una celebrazione dell’Italia, “Dolce vita” il titolo, ma anche dei valori del cantante italo-francese che sono innanzitutto quelli della famiglia.

Foto ©️ Caroline Doutre/CIC

Alagna è oggi uno dei pochi che può cantare altrettanto bene il repertorio italiano, comprese le canzoni popolari in dialetto, e quello francese. E non solo, più recentemente ha fatto bene anche in tedesco e russo. Una voce che a sessant’anni d’età e dopo quarant’anni di carriera è intatta, ancora dagli acuti facili e squillanti, generosa, piena di armonici che sono subito ben risuonati nell’ottima acustica di Saint Louis, una voce dai tanti colori e accenti, dalla dizione sempre perfetta che fa comprendere ogni parola e la carica di senso e espressività. Oggi, più maturo, capace di essere ancora più drammatica, profonda, vera.

La prima parte della serata è stata dedicata ad arie d’opera, un sapiente mix di arie molto conosciute come la celeberrima “Questa o quella” cantata dal duca di Mantova in Rigoletto ed altre meno note, come tanto piace fare ad Alagna che cerca sempre di andare anche un po’ fuori dai soliti terreni battuti. È il caso della prima proposta, la leggera e divertente “Ogni pena più spietata” da Lo Frate ‘nnamorato che Giovan Battista Pergolesi ha scritto a soli 22 anni; od anche di “E la solita storia del pastore” dall’Arlesiana di Cilea, un’aria lenta, languida, malinconica che ha consentito di fare apprezzare non solo gli acuti ma anche i pianissimo, i fiati lunghi e le smorzature delicatissime di cui Alagna è oramai pure maestro.  È oggi l’Alagna che preferiamo, perché nei ruoli più drammatici c’è sempre il rischio di spingere troppo, di strafare per generosità ed incorrere in eccessivi vibrati, come è stato per la seconda aria presentata, quella di Rodolfo “Oh! Fede negar potessi!” da Luisa Miller di Verdi. Per finire questa prima parte, conclusa tra gli applausi scroscianti Alagna ha scelto la celeberrima aria di Mario dalla Tosca “E lucevan le stelle”, sia malinconica che intensamente drammatica. Interessante l’avere proposto tra le arie d’opera anche la trascrizione per piano e violoncello solo di “Casta Diva” dalla Norma di Bellini.

Alagna era accompagnato dall’ottimo pianista e arrangiatore, amico di vecchia data, Yvan Cassar, e da un piccolo ensemble composto da una violoncellista, Julie Sévilla Fraysse, al mandolino e alla chitarra Thomas Cœuriot, Benoit Dunoyer de Segonzac al contrabbasso e Célestin Guérin alla tromba, strumento quest’ultimo che è sembrato particolarmente suggestivo ed appropriato nel contesto del complesso militare degli Invalides.

La seconda parte della serata è iniziata con una deliziosa esecuzione de La Danza di Rossini, gioiosa tarantella con in primo piano protagonista la tromba e il mandolino. Quindi una serie di canzoni napoletane, da “Core ‘ngrato”, “Torna a Surriento”, a “Morechiare” e “Come facette Mametta”, e anche la siciliana “Mi votu e rivotu”, canzoni che oggi sono davvero in pochi a sapere far rivivere così bene, con il giusto spirito e tanta grazia.

Alagna ha voluto anche proporre, in omaggio alla sua famiglia, due canzoni da lui composte per le figlie: “Malena” che è il nome della sua seconda bambina che oggi ha dieci anni; e la “Ninna nanna” scritta invece per la figlia maggiore Ornella presente in chiesa a Parigi.

Per concludere la serata, scelti due brani di Nino Rota dalla colonna sonora del film Il Padrino di Coppola: lo strumentale Valzer, poi la canzone “Parla più piano” eseguita in modo perfetto da Alagna. E quindi i bis che sono stati “Caruso” di Lucio Dalla e, appunto, “Funiculì funiculà” con il pubblico degli Invalides coinvolto a battere il tempo con le mani.

Il concerto di Alagna si inserisce nella programmazione della Stagione musicale degli Invalides, arrivata alla trentunesima edizione, che da ottobre a giugno propone una quarantina di appuntamenti in un contesto di grande suggestione che la sera, sapientemente illuminato, è in sé un altro spettacolo da non perdere quando si è Parigi.

Tag: , , , ,

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *