Recitar cantando Amor l'arco inevitabil tende


Andrea Zepponi

16 Mar 2012 - Commenti classica

Senigallia (AN).Il concerto del soprano Pamela Lucciarini e del clavicembalista Luca Scandali il 19 febbraio, ore 17:30 all'Auditorium San Rocco di Senigallia (AN) ha avuto per titolo Recitar cantando e come sottotitolo, l'evidente citazione madrigalistica Amor l'arco inevitabil tende . Attesissimo nella stagione di concerti della città balneare marchigiana, che, purtroppo non ha strutture per la messa in scena di opere liriche, ma è ben fornita di luoghi atti alla musica antica (ad es. la Chiesa della Croce e quella dei Cancelli), il concerto doveva aver luogo, secondo il programma ufficiale dell'Ente concerti del Comune di Senigallia, la settimana precedente nella caratteristica Rotonda a Mare, struttura che viene attualmente impiegata per manifestazioni musicali di rilievo. Rimandata a causa della copiosa neve caduta, l'esibizione dei due artisti ha trovato la scorsa domenica 19 febbraio un luogo anche più degno e consono per decoro e acustica nel funzionale auditorium San Rocco. Il programma era prettamente specialistico, quasi monografico, tutto incentrato sul primo 600 e ha avuto per presentazione scritta nella brochure di sala il seguente testo: La lontananza, il destino avverso, la fede tradita, la gelosia sono tutti gli affetti narrati dal carnale 600, questi ed altri aspetti quanto mai eterni della sofferenza amorosa tornano ad esaltare le musiche dei grandi autori che, tra Modena e Roma, Palermo e Venezia si dedicarono all'opera e al madrigale, alla cantata e all'aria col basso continuo, tutte forme egualmente esemplificative di questo periodo a metà strada tra le fine del Rinascimento e l'esplosione del Barocco. Gli stili qui rappresentati ruotano tutte le maniere di rappresentare l'amore: la liricità di Luigi Rossi e la scuola romana, il recitar cantando agli esordi con Sigismondo d'India fino alla sua più alta espressione disegnata dal Monteverdi nella magnifica veneziana Incoronazione di Poppea. Veneta come è veneta Barbara Strozzi, col suo straordinario e struggente lamento e come è veneto Cesti con la cui straordinaria cantata si chiude il concerto non prima di passare dalla pienezza delle pagine di Sances e del suo inebriante Usurpatore. In mezzo, a fare da entr'acte tra un brano vocale e l'altro, pagine strumentali dalla pregnante suggestione, per ricreare fino in fondo la prassi del consumo musicale del primo Barocco. Si notavano già in questo l'impegno e lo sforzo di rendere accattivanti un genere di canto e di musica abbastanza lontani dal pubblico medio locale: la stessa Lucciarini ha delineato prendendo la parola la tematica di ciascun brano che ha poi ascoltato dalla sua voce la cantata per voce e basso continuo Amanti, io vi disfido di Marc'Antonio Cesti (1623-1669), il Lamento dal titolo L'Eraclito amoroso di Barbara Strozzi (1619-1677), il brano Amico, hai vinto di Sigismondo D'India (1582-1929), l'aria Usurpator tiranno di Giovanni Felice Sances (1600-1679), la cantata Se non corre una speranza di Luigi Rossi (1597- 1653), il drammatico monologo dalla Incoronazione di Poppea Disprezzata regina di Claudio Monteverdi (1567- 1643) e il non meno venato di affetti Voglio di vita uscir dello stesso. Il soprano, oltre alla sua ben nota e dimostrata abilità (ricordo le sue incisioni per Tactus, Clavis, Classic, Antiqua ed Amadeus) nel rendere vocalmente gli affetti tipici del linguaggio musicale seicentesco, ha dato vita a una serie di personaggi vocali non solo sbalzati per mezzo di una sorvegliata e consapevole arte del pronunciare la parola musicale, ma anche del padroneggiare il gesto scenico. In possesso di vari stili canto e di espressione, la Lucciarini ha convinto gli ascoltatori del valore di verità sotteso alle figure e alle movenze (leggi: madrigalismi tardo rinascimentali mutati in affetti dal primo barocco) del testo cantato; il particolare carattere del concerto era proprio nel far notare la continuità dei valori drammatici del testo nel passaggio dall'epoca madrigalistica a quella operistica declinandoli in diversa espressione musicale e vocale: i brani di Sigismondo D'India e Monteverdi ne sono stati i più rappresentativi. Anche in questi la Lucciarini ha mostrato precisione di accento, sapiente collocazione ritmica della metrica del testo, chiarezza nell'esibire i passaggi e gli abbellimenti mettendo in primo piano la parola e il suo convincente risalto drammatico. Dal punto di vista virtuosistico ha sfoggiato poi sbalzi in acuto e colorature che hanno confermato la sua versatilità di interprete di musica antica in senso tecnico; eloquente in ogni momento, ha anche usato in modo espressivo gli attacchi e gli stacchi vocali nel brano della Strozzi, L'Eraclito amoroso , rivelando una personale e precisa linea interpretativa per questa autrice che può assumere a ragione il nome di cofondatrice del canto cameristico con Caccini ed altri grandi autori seicenteschi.
Magistrale e carismatica come sempre la presenza di Luca Scandali, in questa occasione in veste di continuista al clavicembalo nei brani vocali con il soprano e di solista con la Toccata prima dal Secondo Libro di Toccate e l'Aria detta Balletto di Girolamo Frescobaldi (1583-1643) ha offerto la sua grande capacità di intessere il basso continuo da vero conoscitore ed esperto di contrappunto ed ha esibito, con lo stile e la classe inconfondibile che gli sono propri, l'estro di armonizzare e di passaggiare efficacemente le note del basso continuo, ma anche rigore, coerenza e chiarezza nel designare e mettere in risalto le note portanti accento e ritmo nel sottile e intenso viluppo contrappuntistico e polifonico frescobaldiano.
(Andrea Zepponi)


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