Recensione del disco “Una nave in una foresta” dei Subsonica


di Francesca Bruni

18 Dic 2024 - Dischi

Il mondo salvifico di “Una nave in una foresta”, settimo capolavoro discografico dei Subsonica, in occasione del decennale della sua pubblicazione.  

Il disco “Una nave in una foresta”, pubblicato il 23 settembre 2014, prodotto dalla Universal Music Italia, è composto da dieci tracce, ognuna delle quali rappresenta un tassello della nostra identità. È caratterizzato da un’elettronica tagliente ed è un’opera estremamente importante. Infatti, non è stato percepito da molti come il migliore, ma a mio parere merita attenzione, soprattutto per il suo sound e le tematiche affrontate. La band torinese affronta ogni tipo di sonorità, dal synth all’elettronica.

I Subsonica hanno sempre messo in risalto questo tema nei loro album: trasmettere un senso di appartenenza in un universo dove è difficile trovare la propria identità. La foresta diventa così una metafora della condizione umana attuale: smarrimento, paura, ma anche voglia di riscattarsi e ritrovare la propria identità. Il detto torinese “una barca in una foresta” esprime perfettamente questa sensazione di inadeguatezza e di essere fuori contesto.

Questo è ciò che i Subsonica hanno sempre rappresentato nel loro linguaggio musicale. “Una nave in una foresta” è un disco che merita di essere ricordato, anche perché quest’anno si celebra il decimo anniversario della sua uscita. È un lavoro estremamente profondo e maturo della band, soprattutto se paragonato a dischi precedenti come “L’eclissi” (2007) e “Eden” (2011), che sono più “orecchiabili”. Qui assistiamo ad un ritorno alla ritmica, al synth tipico della band, che ricorda molto il brano “Nicotina Groove” dei loro esordi.

La poetica è rimasta la stessa, ma affrontata in modo diverso. Brani come “Il terzo paradiso” e “Lazzaro” esprimono perfettamente questa evoluzione. La frase “alzati e cammina per scoprire di essere vivo come non mai” sintetizza la poetica dell’album: resuscitare e trovare una via d’uscita da uno smarrimento interiore che tutti noi sperimentiamo.

Le sonorità elettroniche dei primi album vengono in parte sostituite da un sound più morbido in alcuni pezzi, come “Ritmo Abarth”, ma il tema principale rimane: come l’essere umano possa salvarsi dalle proprie delusioni. Personalmente, ritengo che sia un disco bellissimo, con pezzi meravigliosi che vanno ascoltati profondamente, come tutti i dischi dei Subsonica.

Inoltre, è stato realizzato un live intitolato “Una nave in una foresta”, di cui esiste anche un DVD del concerto al Forum di Assago del 1° dicembre 2014.

Le sperimentazioni sonore tipiche dei Subsonica, a volte apparentemente contrastanti tra di loro, sono il “marchio di fabbrica” anche di questo progetto discografico.

(Foto di Chiara Mirelli)

“UNA NAVE IN UNA FORESTA”

“Una nave in una foresta” è la prima traccia dell’album e presenta un sound elettronico piuttosto cupo, con sonorità che tendono al dark. Le atmosfere di questa traccia richiamano molto i primi dischi della band, in particolare il loro album omonimo “Subsonica” del 1997.

Il brano “Una nave in una foresta” è particolarmente significativo. Metaforicamente, il titolo dell’album ed il brano stesso parlano di qualcosa che si trova fuori contesto. Rappresenta l’essere umano che può sentirsi disadattato nella propria vita sociale e nel mondo che lo circonda. Questo senso di disagio è centrale nel messaggio della canzone, che esplora la condizione di chi si sente estraneo o inadeguato rispetto alla realtà circostante.

In questo senso, il titolo dell’album riflette perfettamente il tema di una persona che si sente fuori posto, ma che cerca di trovare un proprio ruolo nel mondo.

“TRA LE LABBRA”

Battiti elettronici si accorpano a voci cupe che riecheggiano una speranza di glorificazione verso un amore infinito.

“LAZZARO”

Una ritmica graffiante caratterizza la terza traccia del disco che richiama la figura biblica di Lazzaro, colui che è stato resuscitato. Il testo del ritornello, “Alzati e cammina per scoprire di essere vivo come non mai”, è un invito potente a riscoprire la propria vitalità. Questo tema del risorgere, del rinascere, è il cuore del brano. “Lazzaro” è, secondo me, uno dei brani più belli in assoluto, proprio perché parla di un atto di resuscitare se stessi. È un’esperienza di rinascita, di rivelazione e di consapevolezza che, nonostante tutto, siamo ancora vivi e possiamo ritrovare la nostra forza interiore.

“ATTACCA IL PANICO”

“Finché resisterò sarò più forte” è una frase che appare nella canzone ed è un vero e proprio inno alla sopravvivenza e alla rinascita. Questo messaggio trasmette la forza di chi, nonostante le difficoltà, continua a lottare per ritrovare se stesso. È un invito a resistere, perché la forza si trova proprio nella capacità di affrontare le avversità.

“Attacca il panico” esplora il tema degli inferni interiori, delle angosce e dei fallimenti. La canzone parla delle paure che ci abitano, di quelle emozioni che ci fanno sentire intrappolati e vulnerabili. In questo brano, l’artista esprime il conflitto con le proprie paure più profonde, ma come in generale nell’album emerge anche l’idea che, nonostante tutto, c’è sempre una via d’uscita, una possibilità di liberarsi, di “resuscitare” e di superare ciò che ci crea panico e angoscia. “Attacca il panico” è “Il filo teso della mia identità”. Qui il “filo teso” simboleggia la condizione instabile in cui si trova l’individuo, sempre in bilico, sempre alla ricerca di sé. È un’immagine potente che rappresenta l’incertezza della nostra esistenza. Siamo spesso sul “filo del rasoio”, non sempre certi di chi siamo, ma anche in questo caso il messaggio è chiaro: nonostante la tensione, la resistenza e la lotta per definire la propria identità sono il cuore della nostra esperienza.

“DI DOMENICA”

La canzone è un mix di sonorità elettroniche e indie rock, con un ritmo coinvolgente che si sposa perfettamente con le liriche riflessive e introspettive. La canzone è un po’ un’analisi della routine quotidiana, della frenesia della vita moderna e della ricerca di momenti di pace, anche se solo per un attimo.

“I CERCHI DEGLI ALBERI”

Un ritmo cibernetico porta l’ascoltatore verso un mondo universale e meravigliosamente libero. L’ unione di due anime si accorpano in una, un inno all’amore ed alla libertà di espressione.

“SPECCHIO”

Un altro brano molto importante dell’album è “Specchio”, che affronta il tema dei disturbi alimentari. Il video della canzone, infatti, è un potente riflesso visivo di questa tematica, esplorando l’ossessione per l’immagine e la pressione sociale di dover essere “belli per forza”. Il brano si concentra sulle difficoltà legate a questi disturbi, ma anche sulle aspettative irrealistiche imposte dalla società, soprattutto nei confronti dell’aspetto fisico.

Come in molti dei loro lavori precedenti, anche in questo caso i Subsonica affrontano tematiche sociali rilevanti. Nel loro ultimo disco, come in passato, la band continua a trattare temi profondi e attuali, spingendo l’ascoltatore a riflettere su questioni spesso ignorate o minimizzate, ma che invece sono fondamentali per la comprensione del nostro tempo.

“RITMO ABARTH”

Nel disco ci sono anche brani con un’impronta più pop, come “Ritmo Abarth”, che è l’ottava traccia dell’album. Questo brano trasmette un messaggio di grinta e di determinazione, con l’idea di non arrendersi mai. “Ritmo Abarth” parla anche di una sorta di delusione amorosa, ma il suo messaggio principale è che, nonostante tutto, c’è sempre una speranza, una forza che ci spinge ad andare avanti.

Il verso “lo scorpione sulla lamiera” è un’immagine potente: lo scorpione rappresenta qualcosa di pericoloso, ma allo stesso tempo simbolizza la resilienza. È un segno di difficoltà e di dolore, ma anche di capacità di resistere e superare gli ostacoli. Questa è la filosofia che i Subsonica hanno sempre esplorato nella loro musica: la lotta, la resistenza e la speranza di riuscire a farcela, nonostante le avversità.

“LICANTROPIA”

“Licantropia” evoca un’atmosfera nostalgica e solitaria, con echi sonori che richiamano ricordi indelebili. La traccia esplora un sentimento di distanza, come se il tempo e le emozioni si fossero fusi in una sorta di trasformazione interiore, lasciando tracce profonde nel cuore e nella mente.

IL TERZO PARADISO

“Il Terzo Paradiso” rappresenta la connessione tra il mondo tecnologico ed il mondo artistico. Questa connessione trae ispirazione dalla poetica dell’artista Michelangelo Pistoletto, che ha contribuito con la sua visione a dare forma a questo progetto.

In effetti, si entra in una dimensione che richiama, seppur in modo diverso, il mondo dei Subsonica. La band ha sempre cercato di far percepire a chi ascolta la loro musica l’idea che l’essere umano, l’individuo, possa salvarsi in qualche modo, anche da un mondo che spesso non sembra appartenere a lui stesso.

“Il Terzo Paradiso” è un pezzo emblematico, dove la voce di Michelangelo Pistoletto sottolinea che la vita artificiale può connettersi con la vita reale. La chiave di tutto è che dobbiamo essere noi a volerlo. In caso contrario, rischiamo di perdere la nostra essenza, poiché siamo proprio noi a compromettere la vita reale.

La connessione tra la tecnologia e l’umanità è il tema centrale del progetto. I Subsonica, nella loro poetica musicale, hanno sempre cercato di esplorare e raccontare come il mondo umano e quello tecnologico possano fondersi, sebbene con una consapevolezza della necessità di equilibrio e rispetto reciproco.

“Il Terzo Paradiso” rappresenta una sorta di ultima speranza: un messaggio che ci invita a riflettere sul nostro impatto sul mondo e sull’ambiente. La nostra vita, la nostra umanità, è stata compromessa da noi stessi, ma c’è ancora una possibilità di cambiamento, un’ultima spiaggia di salvezza.

In sintesi, il progetto dei Subsonica e la filosofia di Michelangelo Pistoletto si intrecciano in una riflessione profonda sulla nostra capacità di rimediare ai danni che abbiamo causato. La tecnologia e la vita reale possono coesistere, ma è fondamentale che noi lo vogliamo, perché questa è l’ultima speranza di salvezza per l’umanità e per il nostro mondo.

CONCLUSIONI

L’ autenticità dei Subsonica non ha eguali, il loro segno imprescindibile è mettere di fronte l’individuo ad un percorso interiore lasciando sempre uno spiraglio di speranza e la possibilità di conoscere sé stessi attraverso il loro linguaggio musicale che ha accompagnato e dato fiducia ad intere generazioni ed ancora tutt’ora riescono a farlo egregiamente.

(Foto di Chiara Mirelli)

“UNA NAVE IN UNA FORESTA”

(settimo album in studio dei Subsonica, pubblicato il 23 settembre 2014)

TRACCE:

  1. Una nave in una foresta – (Samuel Romano, Max Casacci)
  2. Tra le labbra – (Max Casacci)
  3. Lazzaro – (testo: Max Casacci, Samuel Romano – musica: Samuel Romano, Davide Dileo)
  4. Attacca il panico – (testo: Samuel Romano, Max Casacci – musica: Davide Dileo)
  5. Di domenica – (testo: Samuel Romano, Max Casacci – musica: Davide Dileo)
  6. I cerchi degli alberi – (testo: Max Casacci – musica: Max Casacci, Davide Dileo)
  7. Specchio – (Max Casacci)
  8. Ritmo Abarth – (testo: Samuel Romano, Max Casacci – musica: Davide Dileo, Max Casacci)
  9. Licantropia – (testo: Max Casacci – musica: Davide Dileo, Samuel Romano)
  10. Il terzo paradiso (feat. Michelangelo Pistoletto) – (testo: Max Casacci, Michelangelo Pistoletto – musica: Davide Dileo, Max Casacci)

FORMAZIONE

  • Samuel Romano – voce, cori
  • Max Casacci – chitarra elettrica, chitarra acustica, programmazione, cori, produzione
  • Boosta (Davide Dileo) – tastiera, sintetizzatore, sintetizzatore modulare, pianoforte, rhodes, programmazione, cori
  • Vicio (Luca Vicini) – basso, basso synth
  • Ninja (Enrico Matta) – batteria, percussioni, programmazione
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