Ravello Festival 2015: il tema dell’InCanto
Redazione
18 Giu 2015 - Musica classica, News classica
Con una serata di grande danza internazionale, costruita su musica di Richard Wagner, partirà, il prossimo 20 giugno, il Ravello Festival, che come una grande composizione circolare, celebrerà il proprio nume tutelare anche nella serata di chiusura, il 5 settembre, consacrata al “Parsifal”. Tra i due estremi wagneriani troveranno spazio quasi cinquanta eventi che, come da tradizione ormai consolidata, alterneranno contenuti sinfonici e cameristici, repertorio jazz e pop, senza mancare di attenzione al teatro, alle arti visive, agli incontri di parola. Il format del Festival, promosso dal 2003 dalla sulla scia del progetto nato nel 1953, resta quello che, specialmente nell’ultimo quinquennio, si è rivelato più che mai vincente, facendo registrare un trend in costante ascesa per presenza di pubblico e riscontro mediatico.
Il tema conduttore intorno al quale si dipaneranno i due mesi e mezzo della programmazione, disegnata dal direttore artistico Stefano Valanzuolo, è “InCanto”. Nel termine, che Mimmo Paladino ha reso vero e proprio logo con il suo bozzetto dedicato, si confondono per scelta due intenti: il primo e principale concede attenzione alla voce umana quale strumento espressivo, melodico, poetico, ritmico e, all’occorrenza, persino politico. Questo versante implicherà la presenza di una fitta serie di cantanti prestigiosi a Ravello: la carismatica Laurie Anderson, musa di Lou Reed, incontra sul palco (ed è la prima volta in Italia) il grande compositore Philip Glass; il principe dei cantautori italiani, Francesco De Gregori, si propone in acustico; Bobby McFerrin, talento vocale dal virtuosismo senza etichette, sceglie Villa Rufolo per uno dei suoi tre concerti italiani di questa stagione; Dee Dee Bridgewater torna alle radici del jazz di New Orleans; Ute Lemper fa debuttare a Ravello il suo nuovo progetto scritto con Paulo Coelho e la regia di Schlöndorff; e poi, ancora, tre grandi artisti di lingua spagnola, per dare forza ad un ciclo – curato da Gianni Minà – che esplora anche il versante sociale della canzone: sono il glorioso artista catalano Joan Manuel Serrat, affiancato in questo suo primo atteso concerto italiano dall’amico Gino Paoli; Augusto Enriquez, musicista cubano impegnato in un significativo omaggio al cantautore simbolo della propria terra, Silvio Rodriguez; infine Maria Gadù, a rappresentare la nuova leva brasiliana. Ma la voce può dare corpo ad altre suggestioni, tutte teatrali: soprattutto se parliamo della voce calda e carismatica di Giorgio Albertazzi, un ragazzo di novantadue anni pronto al debutto a Ravello, con Mariangela D’Abbraccio, nel segno di Borges e Piazzolla.
Da “In Canto” a “incanto”, secondo aspetto del tema conduttore ruota attorno al mistero e la magia, concetti sottesi al fascino irresistibile dei luoghi che accolgono il Festival, da sessantatre anni. Nell’elemento fiabesco o sovrannaturale molte proposte troveranno un tratto di seduzione. Prende le mosse da un incantesimo, ad esempio, la vicenda di “Tristano e Isotta” che, a 150 anni dalla prima dell’opera, sarà declinata in danza, con la presenza di due formidabili étoile dell’Opéra di Parigi e le coreografie di Giorgio Mancini; quindi in chiave teatrale, con il nuovo “Cunto di Tristano” affidato al regista, attore e cuntista Vincenzo Pirrotta; infine al pianoforte, con Orazio Sciortino. La serata del 5 settembre, poi, sarà una sorta di apoteosi wagneriana, con il pubblico invitato nel “magico giardino di Klingsor” da Valery Gergiev, alla guida della celebre Orchestra del Marinskij e del Coro di Santa Cecilia per un focus suggestivo sul “Parsifal”, la cui genesi è legata non casualmente ai giardini di Ravello.
Non è, quella di San Pietroburgo, l’unica orchestra illustre attesa al Festival: c’è in locandina, infatti, anche la magnifica Gustav Mahler JugendOrchester fondata da Abbado e affidata, per l’occasione, alle cure del glorioso Herbert Blomstedt. E, ancora a proposito di giovanili, segnaliamo la European Union Youth Orchestra con Gianandrea Noseda (Quinta di Mahler), la Junge Wien Philarmonie (“Grande” di Schubert), l’Orchestra dell’Accademia della Scala con una delle più quotate direttore di oggi, la finlandese Susanna Mälkki. Nel lotto degli ospiti anche l’Orchestra Sinfonica Caikovskij, diretta dall’esperto Vladimir Fedoseyev e con Valentina Lisitsa alle prese con il temuto “Rach 3”, l’Orchestra del San Carlo (“Amadeus” da Shaffer, con Axelrod, Barbareschi), i Berliner Symphoniker e l’Orchestra Filarmonica della Fenice, protagonista, con Alvise Casellati, del suggestivo Concerto all’Alba.
Vale la pena segnalare la presenza di progetti commissionati per l’occasione. Del “Cunto di Tristano” con Pirrotta si è già detto. Ma c’è attesa pure per la suite sinfonica, che Gianluca Podio ha ricavato su temi di Pino Daniele, intitolata “O’ mare”, con un vago richiamo a Debussy. Gli appuntamenti cameristici si segnalano per la fama dei protagonisti: sono debutti in Campania quello della violoncellista Sol Gabetta, della violinista Janine Jansen e dei favolosi 12 Violoncelli dei Berliner Philharmoniker; Sir Tony Pappano suonerà in duo con Luigi Piovano, mentre il cornista Alessio Allegrini con l’ensemble di percussioni Tetraktis.
Agli amanti del jazz, a parte gli eventi già citati, il Ravello Festival 2015 propone anche Uri Caine “plays Gershwin”, il duo Kenny Barron – Dave Holland, la pianista Chihiro Yamanaka, il sassofonista Branford Marsalis in quartetto. C’è anche un Bach trasversale con l’inedito duo Ramin Bahrami – Danilo Rea, riequilibrato da un Bach doc, quello dell’integrale preziosa dei Concerti Brandeburghesi (Bahrami, Mercelli, Solisti Aquilani). E debutta a Ravello, inoltre, un cantautore di scuola romana molto amato come Niccolò Fabi, accompagnato da un quartetto acustico.
Si rischia di dimenticare, nel mare magnum di ospiti fuoriclasse, addirittura un premio Oscar come Nicola Piovani, protagonista e autore del nuovo spettacolo “La musica è pericolosa”; o una superstar del calibro di Stefano Bollani, in piano solo. Né finisce qui: grande danza con Silvia Azzoni e gli artisti del Balletto di Amburgo, impegnati con coreografie di John Neumeier; tra musica e teatro la “Histoire” stravinskiana proposta dai Solisti della Scala e Luigi Maio; un omaggio al cinema, per finire, la serata sinfonica divisa equamente tra temi di Ennio Morricone e John Williams.
Sul versante delle Arti Visive, citiamo la mostra dedicata allo scultore di scuola napoletana Augusto Perez, curata da Flavio Arensi, che occuperà gli spazi di Villa Rufolo e della terrazza dell’Auditorium Niemeyer. E, per un festival che mette la musica al centro dei propri interessi, la retrospettiva del più apprezzato e noto fotografo italiano di genere musicale: parliamo di Guido Harari, e la sua mostra si intitola “Sonica”. Infine, gli incontri di parola vedranno protagonista assoluto Gianni Minà, che per Ravello Festival torna ad interessarsi attivamente di musica con il ciclo in tre capitoli dedicato ad altrettanti cantautori importanti di lingua spagnola.
L’intero Ravello Festival 2015 sarà ripreso da una troupe dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, coordinata dal regista Stefano Incerti, nell’ottica di una collaborazione siglata tra le due istituzioni campane che porterà alla produzione finale di un mediometraggio dedicato al Festival.
Il Ravello Festival rappresenta, insieme alla gestione di Villa Rufolo, l’elemento trainante del “Progetto Ravello”, intrapreso nel 2013 e consolidato, di recente, grazie alla firma della convenzione con la quale la Regione Campania assegna alla Fondazione 4 milioni di euro per il proseguimento delle attività nel biennio 2015-2016. Le risorse impiegate fanno riferimento a fondi europei PAC (“Piano di Azione e Coesione”). Per la Fondazione Ravello si tratta di un ulteriore riconoscimento gratificante che va a premiare il lavoro assiduamente svolto sul versante del rafforzamento del marchio Ravello Festival, del consolidamento del ruolo di Ravello quale eccellenza per l’intero territorio regionale e, infine, della gestione virtuosa ed innovativa del complesso monumentale di Villa Rufolo.
Il “Progetto Ravello” si propone, quale obiettivo finale, la gestione unitaria e integrata degli straordinari e monumentali contenitori che impreziosiscono la Città della Musica: Villa Rufolo, l’Auditorium Oscar Niemeyer e Villa Episcopio.
Per maggiori informazioni consultare la pagina ufficiale www.ravellofestival.com.