Pubblico in visibilio per Brandi
Silvana Scaramucci
17 Mag 2005 - Commenti classica
Non un concerto ma il concerto è quello tenuto dal m.o Gino Brandi al Palazzo Ducale di Camerino (MC) domenica 8 maggio. E già , quando si ascolta un'interpretazione che è insieme esecuzione, partecipazione emotiva, trasmissione di sentimenti, esplorazione delle partiture occorre operare un distinguo , altrimenti non si rende l'appieno di un racconto per quanti, ed erano molti, hanno avuto l'opportunità di un ascolto che esula dalla norma, nè si suscita appieno il rammarico per quanti, invece, questa opportunità l'hanno persa. Il rapimento provocato dal Maestro marchigiano, tolentinate per l'esattezza, sulla platea alla Sala della Muta ha superato e fatto sottovalutare anche qualche piccola interferenza dovuta a non sappiamo quale scricchiolìo, se dello sgabello o del vecchio Steinway a un quarto di coda. Poca cosa questo strumento ma in mano al Maestro è stato capace di una resa straordinaria, fino a piegarsi all'energica quanto dolce determinazione di un'abilità avvezza al sicuro comando che si origina, a mo' di specchio, da una sapienza musicale, tonale e stilistica non comune. L'immersione nelle partiture, tutte tenute a mente, è stata totale: dai romantici, Chopin (Scherzo n. 1 in si min.,op. 20 Barcarola in fa diesis magg.,op.60 Polacca in fa diesis min., op.44) agli impressionisti, Debussy, (Due arabeschi), a G. Martucci (Tarantella) e l'immancabile L.Liviabella, il noto compositore che Brandi ebbe a maestro e di cui impalmò la figlia Laura, come sempre anche in questa occasione al suo fianco. Di Liviabella Brandi ha eseguito il Preludio L'attesa , tema, variazione, fuga.
Ma se il concerto è stato superlativo, nondimeno lo sono stati i vari bis concessi alla platea esultante. Anzi, e questo va rimarcato perchè si ripete in ogni concerto, si ha la sensazione che il Nostro quasi si sciolga a fine concerto come da un impegno nei confronti del programma di sala e voglia finalmente librarsi su partiture che lo divertono, lo sollecitano a scioltezze espressive di coloriture musicali assai coinvolgenti e così fruga, esplora con inusitati accorgimenti tecnici e talentuosi pezzi d'arte ben fissati dal suo ingegno pianistico.
à stato difficile per il m.o Brandi licenziarsi dal suo pubblico che, ancora non sufficientemente appagato, lo ha raggiunto e circuito nella saletta adiacente la Sala della Muta per esprimere personalmente l'entusiasmo e l'affetto a un grande pianista cui il successo non ha scalfito la forte tempra umana.
(Silvana Scaramucci)