Potente “Madina” alla Scala di Milano
di Alessandra Lupi
13 Mar 2024 - Commenti danza, Commenti teatro
“Madina” alla Scala di Milano: quando danza (coreografie di Mauro Bigonzetti), musica (di Fabio Vacchi) e recitazione (Fabrizio Falco) si intrecciano in un’opera unica. Tra i protagonisti Antonella Albano e Roberto Bolle. E alla fine standing ovation.
(Ph. di Brescia e Amisano ©Teatro alla Scala)
Il Teatro alla Scala di Milano ha ospitato nuovamente “Madina”, un’opera coreografica unica che cancella i confini delle espressioni artistiche tradizionali e contemporanee.
Guidato dalle coreografie di Mauro Bigonzetti e dalla colonna sonora di Fabio Vacchi, lo spettacolo integra danza, canto e recitazione, con la partecipazione di Anna Doris Capitelli e Paolo Antognetti, rispettivamente Mezzosoprano e Tenore, un attore, Fabrizio Falco, e un coro.
La presenza dell’attore in scena è fondamentale per coinvolgere il pubblico nella trama complessa.
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La storia, intricata nella brutalità della guerra, segue la storia di Madina, interpretata da Antonella Albano, giovane donna costretta dalla sua famiglia, in particolare dallo zio Kamzan, a compiere un attentato suicida per riscattare l’onore della famiglia, perduta durante la guerra. Kamzan, interpretato da Roberto Bolle, si trasforma in un personaggio crudele, violento e manipolatore a causa delle atrocità della guerra.
Sultan (il Tenore), che ha cresciuto Madina e suo fratello minore Shamil, supplica suo figlio Kamzan, di lasciare libera Madina e di non costringerla a compiere tale gesto. Fallisce nel suo intento, e preso dal dolore e dalla disperazione, Sultan maledice il suo stesso figlio, accusandolo di essere ormai peggio dei loro nemici. “Assomigliamo sempre più ai nostri nemici. Madina vuole vivere e voi la uccidete. Assassini! Terroristi!”
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Quando Madina viene costretta ad indossare una cintura esplosiva, in un caffè a Mosca, è terrorizzata ma cerca di attirare l’attenzione dei presenti perché non vuole morire e uccidere nessuno. Lascia cadere l’esplosivo a terra, ma questo gesto farà perdere la vita all’artificiere, nel tentativo di disinnescare la bomba, mentre Madina verrà arrestata.
Nel frattempo, a Parigi, Louis De Monfalcon, l’attore che interpreta il capo redattore di un quotidiano francese, inizialmente resta indifferente al caso di Madina, dichiarando: “…I giornali ignorano ciò che capita nelle viscere del mondo. D’altronde, perché dovrebbero rovinare il nostro quotidiano, buttandoci cadaveri di bambini nel caffèlatte? .. Ci dovremmo interessare a ciò che l’ha portata a tanto? Noi, per sopravvivere, dobbiamo girare la testa dall’altra parte”.
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Tuttavia, in seguito, viene persuaso dalla zia russa di Madina, Olga, ad occuparsi del caso e si convince sempre di più leggendo le sconvolgenti dichiarazioni della ragazza.
Il processo si svolge a Mosca, ma nonostante gli sforzi di Olga e Louis insieme all’avvocato, Madina viene dichiarata colpevole dalla corte.
L’opera si conclude con l’uccisione e la tortura di Kamzan. Sultan racconta che dopo aver seppellito il figlio, partirà per Parigi assieme a Shamil, il fratello minore di Madina.
“Di noi resta solo cenere ma non siamo morti”.
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La musica e la coreografia, sono angoscianti, forti ed energiche ed esprimono a pieno la sofferenza e il coraggio della trama. L’ambientazione è parte fondamentale della scena: le immagini sullo schermo, come il fuoco o le scene in gabbia, arricchiscono l’esperienza in maniera potente amalgamandosi con la musica e i movimenti travolgenti dei ballerini.
Lontano dal consueto scenario del classico balletto, dove l’étoile Bolle è abituato ad incarnare il personaggio principesco, in “Madina” vengono affrontati i temi drammatici del terrorismo, della guerra, e della sofferenza.
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Tuttavia, oltre a esplorare queste tematiche intense, l’opera muova anche una critica sulla società, invitando gli spettatori a considerare e riflettere su tematiche di attualità. Si lega infatti, alla trama di Madina, anche il messaggio che prima della rappresentazione dell’opera, è apparso sul palcoscenico, sostenuto da tutti gli artisti e professionisti presenti sul palco: un grande striscione con scritto “Cessate il fuoco”. Il messaggio è stato accolto dal pubblico come messaggio di speranza con un lungo applauso e una standing ovation.