“Pierino, il lupo e l’altro” con Arturo Brachetti allo Sferisterio
di Elena Bartolucci
19 Ago 2021 - Commenti classica, Commenti teatro
Il trasformista più famoso al mondo, Arturo Brachetti, non convince per via di uno spettacolo, Pierino, il lupo e l’altro, piuttosto slegato senza un vero filo conduttore. La serata era dedicata ai sindaci della Provincia di Macerata.
(Le fotografie dello spettacolo sono di Tabocchini Zanconi, quelle dei sindaci e del gruppo delle 100 bandiere della CRI sono di Giovanni Culmone)
Macerata – Martedì 10 agosto, nella serata dedicata ai primi cittadini della provincia di Macerata, dopo l’esecuzione dell’Inno d’Italia, il sindaco della città, Sandro Parcaroli, ha tenuto un lungo discorso di ringraziamento verso i suoi colleghi, che in questi ultimi due anni hanno dovuto fronteggiare sia il terremoto che la pandemia. Parcaroli ha poi annunciato anche l’istituzione di un tavolo di lavoro per trattare le tematiche più delicate (ad. es. sanità e lotta al Covid, digitalizzazione, green economy, ricostruzione, ecc.) e salutato con commozione il presidente uscente della Provincia, Antonio Pettinari.
È stata poi passata la parola a Rosaria del Balzo, presidente della Croce Rossa di Macerata, la quale ha evidenziato le 100 bandiere della CRI (proprio come il numero degli anni compiuti dall’opera allo Sferisterio), che hanno abbellito persino i palchetti dell’arena per sottolineare la presenza costante di questa importante associazione umanitaria nonché celebrare ancora una volta l’impegno profuso da sempre a favore delle persone più fragili.
Finalmente lo spettacolo può iniziare e, accompagnato sul palco dello Sferisterio dall’Ensemble Symphony Orchestra diretta da Giacomo Loprieno, arriva Arturo Brachetti, il quale ha cercato nella prima parte della serata di raccontare a modo suo la celeberrima fiaba musicale di Sergej Prokof’ev.
Il trasformista faticava però a entrare nel vivo del racconto risultando così poco stimolante anche con il pubblico dei più piccoli. Le sue ombre cinesi e le magie adoperate per arricchire gli intramezzi del racconto non sono risultati così brillanti. Molto simpatici, invece, i video animati proiettati sullo sfondo che regalavano un tocco di leggerezza all’intero siparietto musicale.
Nonostante, quindi, la simpatica partitura musicale di questo componimento, la serata non è mai decollata in pieno.
Al termine del concerto, Brachetti ha tenuto a spiegare che in programma era comunque previsto un proseguo per spiegare chi fosse in realtà “l’altro” nel titolo dello stesso spettacolo.
La parte successiva è iniziata proponendo la caricatura di tre stereotipi di maestri d’orchestra: il francese egocentrico e vanesio, il tedesco autoritario con i musicisti ma succube della moglie nonché l’americano contemporaneo e decisamente sempre sopra le righe.
Un racconto piatto in cui Brachetti non ha di certo eseguito quei trasformismi particolarmente brillanti e veloci che lo hanno reso celebre anche all’estero e con le sue gag è riuscito a strappare solo qualche tiepida risata.
Terminato questo siparietto, sulle note di Variazioni sopra un tema gioviale di Nino Rota, Brachetti ha regalato come sua ultima performance i disegni con la sabbia di vari segni zodiacali.
Nonostante la sua incredibile manualità, anche questa parte non sembrava avere nulla a che fare con il resto della serata.
Visti gli applausi del pubblico, però, Brachetti ha voluto fare un bis. Mentre cantava alcuni versi di La guerra di Piero di Fabrizio de André, ha eseguito il ritratto al contrario del famoso cantautore, una nuova tecnica appresa proprio durante i tempi difficili del lockdown.
Sicuramente molto d’effetto, ma di sicuro non il numero più riuscito della sua intera carriera.
Probabilmente le chicche più divertenti dell’intera serata sono stati invece i video a mo’ di Carosello proiettati durante i cambi di scena.
Anche se il nome di Arturo Brachetti, leggenda del trasformismo, è stato da sempre sinonimo di bravura e magia, per grandi e piccoli, con questo appuntamento allo Sferisterio non è riuscito affatto a costruire un fil rouge in grado di legare i vari contenuti decisamente piatti di una performance slegata e poco convincente su tutta la linea.
Lo spettacolo è una produzione Arte Brachetti srl.