“Perfetti sconosciuti”: un testo che funziona anche a teatro
di Elena Bartolucci
7 Feb 2024 - Commenti teatro
La commedia agrodolce di Paolo Genovese convince soprattutto grazie al nuovo cast d’eccezione.
(Foto di Salvatore Pastore)
Fermo – Giovedì 1° febbraio, il Teatro dell’Aquila ha ospitato lo spettacolo “Perfetti sconosciuti” di Paolo Genovese. Lo stesso regista che lo ha portato sul grande schermo nel 2016 (la pellicola è addirittura entrata nel Guinness dei primati per il maggior numero in assoluto di remake in tutto il mondo) si è avvalso di un cast d’eccezione (Dino Abbrescia, Emmanuele Aita, Alice Bertini, Marco Bonini, Paolo Calabresi, Lorenza Indovina e Valeria Solarino) per regalare al pubblico un’ottima performance teatrale.
Durante una serata di eclissi lunare, diversi amici di lunga data si ritrovano come sempre e, decidendo di mettersi a nudo per gioco, scopriranno di non conoscersi così bene, come credevano, condividendo semplicemente tra loro messaggi, vocali e telefonate.
“Ognuno di noi ha tre vite: una pubblica, una privata ed una segreta. Un tempo quella segreta era ben protetta nell’archivio della nostra memoria, oggi nelle nostre SIM. Cosa succederebbe se quella minuscola schedina si mettesse a parlare?”
Come si può scappare dai sensi di colpa? Bisogna davvero imparare a lasciarsi nella vita? È davvero necessario nascondere le verità più scomode che possono intaccare la propria routine emotiva? Sono solo alcune delle domande a cui i vari personaggi cercano di trovare una risposta per capire se è davvero possibile imparare a non farsi male a vicenda per sopravvivere nella propria rete fitta di segreti (presunti o reali).
Il testo è stato leggermente riadattato per il teatro, mantenendo però gran parte delle battute più note.
Gli attori scelti per la pièce non sono gli stessi di quelli della pellicola, ma sono riusciti in ogni modo a rendere al meglio il cuore di questa commedia brillante dai toni decisamente agrodolci, che ha l’incredibile capacità di tracciare una panoramica attenta e mai scontata su valori come amicizia e amore.
Davvero elegante e raffinata l’intera scenografia, mentre disturba leggermente la scelta di non creare una vera e propria sala da pranzo lasciando tutti gli attori allineati verso il pubblico.
Abbrescia, Indovina, Bonini e Aita hanno sicuramente regalato le interpretazioni migliori dimostrando ritmi e tempi comici perfetti, mentre Calabresi ha regalato un’interpretazione più asciutta ma ben calibrata. Al contrario, Solarino e Bertini hanno mostrato uno stile recitativo meno espressivo, dimostrando leggera incisività, in particolare nelle scene corali.
Lo spettacolo è una produzione di Nuovo Teatro diretta da Marco Balsamo in co-produzione con Fondazione Teatro della Toscana e Lotus Production. Le scene sono di Luigi Ferrigno, i costumi di Grazia Materia e le luci di Fabrizio Lucci.