Parole d’amore: un viaggio nelle poesie dal ‘200 al 2000
di Elena Bartolucci
4 Dic 2013 - Commenti teatro
Amandola (FM) – All’interno della cornice della 6° edizione del CantoFestival (rassegna di giovani cantanti lirici vincitori di concorsi internazionali e italiani), tenutosi nelle date 2 – 9 – 10 Novembre, quest’anno è stato dato anche spazio al teatro, in particolare alla poesia, che anche in tempi antichi era considerata un genere legato indissolubilmente alla musica.
In prima regionale, sul palco del teatro La Fenice di Amandola, si è assistito allo spettacolo Parole d’Amore con Cesare Bocci (conosciuto da tutti per le sue interpretazioni ne Il Commisario Montalbano o anche per gli importanti ruoli ricoperti in Sotto il Cielo di Roma o Volare) e Daniela Scarlatti (grande attrice di teatro e conosciuta al grande pubblico per la soap-opera Vivere, le serie televisive Il Maresciallo Rocca Carabinieri, La Squadra o Terapia D’urgenza e i film Per Sem¬pre o Mai + Come Prima), in compagnia anche della musica del giovane fisarmonicista Luca Colantonio.
In modo simpatico e divertente, il pubblico è stato guidato attraverso un itinerario poetico di tutto rispetto e, dovendo scartare tantissime poesie, la maggior parte dei pezzi che sono stati scelti rispecchiavano anche il gusto personale dei due attori. Nel taglio dello spettacolo sia Bocci che Scarlatti hanno difficilmente esplicitato dettagli sulla data o l’autore della poesia recitata, ma hanno preferito, giusto quando ritenuto doveroso, fornire solo alcune curiosità, lasciando così che il potere magico delle parole di ciascuna poesia potesse incarnare le vesti della vera protagonista sul palco.
Sulle le note dell’ Inno all’amore di Edith Piaf, si è iniziato con alcuni importanti classici come la Canzone VII de Il Canzoniere di Guinizzelli, il Canto V dell’Inferno de La Divina Commedia di Dante Alighieri e il Canto LXI dal Canzoniere di Petrarca.
Si è balzati poi nel 1400 con il divertentissimo Eco e Pan di Poliziano per continuare poi fino al 1700 con Io son da l’aspettar di Gaspara Stampa, I baci tratto da Le rime di Antonio Bruni e Arietta VIII dal Demetrio di Metastasio.
Un piccolo momento di riposo per gli attori che hanno dato spazio alla musica della fisarmonica del giovane M° Colantonio, che ha suonato egregiamente la Sonata in Do maggiore di Domenico Scarlatti.
Si è poi continuato con Foscolo, del quale sono stati interpretati due lettere, scritte dall’autore a una delle sue amate ovvero Antonietta Fognani Arese e infine Il pianto e il ricordo della bellezza; si è passati poi alla lettura de La tessitrice di Giovanni Pascoli, Lettera a Dina di Giovanni Verga, Dispiaceri amorosi di Trilussa (una poesia verace e magnificamente interpretata da un poliedrico Bocci), Baccha di Gabriele D’Annunzio, che non poteva certo mancare viste le sue ben note arti amatorie. Si è poi proseguito con Passato di Vincenzo Cardarelli e Lettera a Sibilla di Dino Campana. Daniela Scarlatti ha saputo regalare un momento magico pieno di divertimento con la sua magnifica interpretazione di L’amore a macchina e le sue nostalgie di Escodamè, un autore futurista poco conosciuto.
Sulle note di Playing love di Ennio Morricone, si è giunti alle poesie del ‘900 iniziando dalla struggente e toccante Ho sceso, dandoti il braccio… di Eugenio Montale, dedicata alla moglie, per proseguire con Lettera ad una ragazza e Passerò per Piazza di Spagna di Cesare Pavese e Paura dei tuoi occhi di Alda Merini.
Dopo l’intensità delle parole di Alessandro Baricco tratte da “Oceano Mare”, si è passati alle divertentissime poesie Le piccole cose e Io ti amo di Stefano Benni.
Attraverso la musica de L’ultimo tango del M° Colantonio, lo spettacolo si è concluso proponendo due momenti carichi di emozioni attraverso la lettura della Lettera a Pasolini di Oriana Fallaci e della Lettera a Noretta di Aldo Moro alla moglie, scritta durante i suoi ultimi giorni di vita in prigionia.
Attraverso questa sapiente selezione di liriche e lettere d’amore dei poeti e romanzieri che hanno reso grande la nostra letteratura, si è potuto evidenziare come sia cambiata la lingua nel corso dei secoli, ma a sua volta anche il concetto di amore.
Dall’amore descritto nel periodo del Dolce Stil Novo a quello dei nostri tempi, toccando ogni aspetto: dal romanticismo alla gelosia, dall’odio al dolore, dall’amore platonico all’ironia, dall’erotismo all’amore fraterno, dalla passione al disincanto.
Il costante dialogo dei protagonisti con la musica ha fatto scoprire anche un’altra poesia, quella che nasce dalla fusione dei versi con le atmosfere suggerite e delineate dalla voce e dalle note. La musica, quindi, non fa solo da contrappunto alla performance degli attori, ma vi si integra dando corpo ad un unicum che mira ad avvolgere completamente lo spettatore con l’espressione poetica. Parole d’Amore è un piacevole excursus attraverso il sentimento che, certamente, accomuna e tocca tutti gli uomini e le donne del mondo, indistintamente.