Parigi, Opéra Bastille: grande successo del “Barbiere di Siviglia”
di Alma Torretta
6 Giu 2022 - Commenti classica
Grande successo del “Barbiere” versione Michieletto all’Opéra Bastille di Parigi. Svetta il mezzosoprano russo Aigul Akhmetshina come Rosina.
(Ph © Elisa Haberer – OnP)
Le regie di Damiano Michieletto stanno dimostrando di conservare la loro freschezza a lungo, è il caso del suo famoso Elisir d’amore ambientato in spiaggia, ed è il caso anche di questo Barbiere di Siviglia di Rossini trasposto all’oggi in una Siviglia che potrebbe essere anche un quartiere popolare di Palermo o di qualsiasi altra città del sud Italia, con i panni stesi e le parabole, il bar di quartiere e un’auto in primo piano. Regie quelle di Michieletto a volte controverse ma mai banali, sempre vivaci, colorate, molto divertenti se lo devono essere, che strizzano molto l’occhio ai giovani. Non meraviglia quindi che questa produzione, creata nel 2010 per il Grande Teatro di Ginevra, sia stata la prima di Michieletto ad entrare nel repertorio dell’Opéra national de Paris ed è adesso riproposta all’Opéra Bastille con un cast di grande interesse e grande successo di pubblico che ride e applaude assai.
Se il ruolo del Conte d’Almaviva è affidato al tenore messicano René Barbera dalla bella voce suadente e quello di Figaro al pur bravo baritono polacco Andrzej Filończyk, la bella sorpresa è il giovane mezzosoprano russo Aigul Akhmetshina come Rosina, sin da quando canta la splendida cavatina “Una voce poco fa”, assolutamente perfetta per la parte, voce piena, è senza dubbio quella che si sente meglio in sala, bel timbro sensuale, tecnicamente ben impostata, assai duttile e precisa nelle agilità, naturale nell’interpretazione. Non a caso, anche se il paragone non è calzante perché l’estensione e il repertorio sono diversi, è stato scritto di lei che è la nuova Anna Netrebko. Gli altri due interpreti principali già citati il Conte e Figaro, da un punto di vista teatrale invece mancano un po’ di carisma, anche se risultano assai simpatici in scena, e non convincono in pieno ma vocalmente sono godibilissimi entrambi: René Barbera dà il meglio, evidentemente, soprattutto nelle parti più liriche e nel finale; Andrzej Filończyk è assai disinvolto in particolare nella non facile impresa di cantare “Largo al Factotum” mentre va su e giù nella parte centrale del caseggiato che ruota su sé stessa, trovata che aggiunge ritmo al ritmo. Centratissimi sono poi Don Bartolo e Don Basilio, rispettivamente affidati agli entrambi bravi baritono-bassi italiani Renato Girolami e Alex Esposito, in particolare quest’ultimo è divertentissimo, proposto servile in giacca e cravatta, che canta benissimo la celeberrima aria sulla calunnia distribuendo volantini nel palazzo e in strada.
Non convince invece del tutto la Berta del soprano Katherine Broderick nel cantare “Il vecchiotto cerca moglie” ma che gioca il suo ruolo pure con grande humor. Sul podio il maestro Roberto Abbado dirige con eleganza, verve e giusti tempi l’Orchestre de l’Opéra national de Paris in ottima forma, ben inserito anche il Coro nello schioppettante ed intelligente allestimento, un po’ pazzerello e, proprio per questo, in fin dei conti perfettamente in linea con la vena di geniale follia di Rossini. Le scene di Paolo Fantin, ricchissime di dettagli ironici se non surreali, forse anche troppi, non fanno annoiare la vista un minuto, e lo stesso i costumi coloratissimi di Silvia Aymonino. Sempre d’effetto, infine, i due novelli sposi che vanno via felici su una grossa moto, lei in giubbotto di pelle con un bel cuore sulla schiena.
“Barbiere di Siviglia” all’Opéra Bastille sino al 19 giugno.