Pamela Lucciarini al Palazzo Ducale di Urbino: il canto di un’artista libera


di Andrea Zepponi

12 Set 2022 - Commenti classica

Nel Cortile d’Onore del Palazzo Ducale di Urbino, nell’ambito di “Musica a Corte 2022”, memorabile concerto del soprano Pamela Lucciarini, accompagnata al pianoforte da Cristina Carini.

L’abbiamo ascoltata, apprezzata e applaudita da tempo nelle sue innumerevoli performance belcantistiche che spaziano dal primo ’600 monodico all’800 rossiniano operistico e vertiginoso, nel virtuosistico ‘700 pergolesiano (La fenice sul rogo alFestival Pergolesi-Spontini di Jesi), ne abbiamo stimato la vocalità versatile, flessibile ed eloquente in innumerevoli concerti, organizzati nel pesarese e altrove in varie formazioni: barocche, cameristiche, orchestrali, perfino con il solo clavicembalo suonato da lei stessa cantando – il soprano Pamela Lucciarini, già pianista, si è diplomata di recente anche in questo strumento con menzione d’onore; ora ne subiamo il fascino in un programma che esula dall’italianità canora e si addentra nella incantevole liederistica tedesca, nell’idiomatico canto cameristico francese di fine secolo e nel 900 più acceso di avanguardia musicale. 

Il concerto della serie Musica a Corte 2022 sostenutadalla Regione Marche, dal Comune di Pesaro, da Pesaro 2024 Capitale Italiana della Cultura, dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro, da MarcheConcerto e dall’AIAM (Associazione Italiana Attività Musicali), si è svolto nel Cortile d’Onore del Palazzo Ducale di Urbino domenica 4 settembre alle ore 18 con in programma Lieder di Franz Schubert (1797-1828) Wasserflut dal Winterreise (testo di Müller), Gretchen am Spinnrade (testo di Goethe) Der Wanderer (testo di Schmidt), Gute Nacht dal Winterreise (testo di Müller) e la sognante Du bist die Ruh (testo di Rückert) che fu pezzo forte anche di Virginia Colombati (Pergola 1863 – Pergola 1956) quando in America si volse al canto liederistico.

Al pianoforte la presenza del Mº Cristina Carini ha assicurato al suono la dovuta spazialità in un ambiente così vasto, ma privo di eco, e soprattutto acusticamente valido, il Cortile d’Onore del Palazzo urbinate, grazie alla sua capacità di tocco e di gestione della timbrica pianistica di grado decisamente superiore. Al solo pianoforte la pianista ha offerto con grande effetto sul pubblico le esaltanti mazurche di Chopin: dall’Op. 56 la n. 3, dall’Op. 33 la n. 4, dall’Op. 50 la n. 3 e dall’Op. 59 la n. 3.

Non poteva esserci di meglio nello svolgimento di un concerto dove la pregevole attinenza della musica e della parola cantata ai testi poetici era esibita dalla vocalità di una musicista-performer del calibro di Pamela Lucciarini, specializzata nel repertorio da camera, dopo aver debuttato ai suoi esordi come cantante nel Don Giovanni di Mozart con il ruolo di Elvira, che, negli anni successivi, ha continuato al Teatro Carignano di Torino, al Palais Garnier di Parigi e al Ravenna Festival nell’opera Demofoonte di Jommelli sotto la direzione di Riccardo Muti. Il fatto che la sua carriera si sia svolta prevalentemente all’estero tra festival di spicco e teatri di vari centri europei quali la Cité de la Musique, Cuenca, Cracovia, Innsbruck, Anvers, Utrecht, Vancouver e la CCB Lisbona, non le ha impedito la frequente presenza a Pesaro negli ultimi anni dove si dedica spesso alla liederistica e alla musica contemporanea con delle trasferte in svariate prime mondiali e importanti festival internazionali quali il Festival delle Nazioni, il Bologna Festival e al suddetto Ravenna Festival. Tra le sue collaborazioni ci sono quelle con i direttori Enrico Onofri, Fabio Biondi e Marco Mencoboni, mentre con il suo Ensemble Recitarcantando la Lucciarini ha inciso diverse cantate inedite di autori del Seicento italiano e compare in dirette radiofoniche su Rai3. Proprio queste sue strette attinenze con la musica cameristica sono emerse nel programma che è continuato con Deux Romances su testo di Bourget di Claude Debussy (1862-1918), L’âme évaporée e Les Cloches per terminare con Nacht dai Sieben Frühe Lieder (su testo di Hauptmann) di Alban Berg (1885-1935).

La meticolosa attenzione alla pronuncia e all’espressione dei tratti emotivi sottilmente espressi eppure eloquenti in ogni snodo del canto sono stati messi in evidenza dalla cantante non solo per dimostrare la sua notevole competenza in materia, ma per esprimere se stessa sfruttando sapientemente la solenne spazialità dell’ambiente storico trasformata in spazio cameristico, negli attacchi, negli stacchi, nelle straordinarie mezze voci emesse per ragioni espressive e stilistiche e in certe note lunghe e ferme al limite della fissità nel sorprendente cambio di stile e di atmosfera dal tardo ‘800 debussiano al primo ‘900 di Berg. La Lucciarini dimostra come il belcanto possa risultare una categoria stilistica ed espressiva, una disciplina mentale e vocale che si applicano benissimo anche al canto cameristico e non italiano. Applauditissime le due artiste hanno offerto come bis il meraviglioso Ging Heut’ Morgen über Feld  tratto dai Lieder eines fahrenden Gesellen di Gustav Mahler  (1860-1911), nella versione originale per pianoforte in cui alla rarefazione della densità vocale da parte della cantante hanno risposto levità e trasparenza di tocco della Carini che vanta un bagaglio di esperienze artistiche tra i più ricchi e variegati del panorama pianistico italiano. Ha suonato con prestigiose società di concerti con l’Accademia Filarmonica Romana, i Pomeriggi Musicali di Milano, il Festival Pontino di Sermoneta, il Rossini Opera Festival di Pesaro, il Settembre Musica di Torino, poi in Francia, in Germania, in Svizzera, nella ex Jugoslavia e nella Repubblica Ceca. Accanto a molte altre esperienze cameristiche ha affrontato con Annibale Rebaudengo l’intero repertorio per Duo Pianistico da Mozart a Boulez. Ha suonato con Dora Schwarzberg e Vadim Brodskj e collaborato ai Corsi di Perfezionamento della Fondazione Romanini di Brescia. La Carini dedica largo spazio all’insegnamento che affronta con particolare interesse tenendo Master Classes e seminari pianistici. Ha insegnato al Conservatorio G. Rossini di Pesaro e al G. Verdi di Milano.

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