“P.P.P. Profezia è Predire il Presente” il nuovo album di Massimo Zamboni


a cura di Francesca Bruni

31 Gen 2025 - Dischi

In uscita oggi 31 gennaio il nuovo album di Massimo Zamboni “P.P.P. Profezia è Predire il Presente”, per Le Vele – Egea Records. Un omaggio a Pier Paolo Pasolini a 50 anni dalla sua uccisione, tratto dall’omonimo reading – concerto.

Più che un disco, un’opera letteraria trasposta in musica. Più che canzoni, capitoli che ripercorrono e ricostruiscono una storia unica e controversa, preziosa e drammatica. Quella di uno dei maggiori intellettuali italiani di sempre, Pier Paolo Pasolini.

P.P.P. Profezia è Predire il Presente è il nuovo album di Massimo Zamboni in uscita oggi venerdì 31 gennaio per Le Vele – Egea Records in uno speciale CD con digipack formato DVD in cui è inserito un libretto di 32 pagine, disponibile in tutti i punti vendita autorizzati, sul sito di Egea

e sul sito dell’Associazione Culturale Rizosfera, dove si riceverà anche un link privato per l’ascolto in streaming (qui il link per l’acquisto: https://go.rizosfera.org/it/massimo-zamboni).

Ascolta qui il brano estratto La rabbia e l’hashish, disponibile su tutte le piattaforme digitali: https://pirames.lnk.to/LaRabbiaeLHashish

Un disco molteplice e ricco di sfaccettature, così come lo sono l’anima e il pensiero di Pier Paolo Pasolini, a cui è dedicato nel cinquantesimo anniversario della sua uccisione. Un album pervaso da quel dolore civico profondo che accompagna incessantemente il percorso di P.P.P. come uomo e come intellettuale che ha saputo profetizzare e percepire la trasformazione drammatica e lacerante dell’Italia.

Nato dall’omonimo progetto di reading-concerto che alterna canzoni, letture tratte da Pasolini e testi scritti da Zamboni, P.P.P. Profezia è Predire il Presente si compone di tredici tracce: canti popolari, un omaggio a Giovanna Marini, brani estratti dal lungo percorso musicale di Zamboni e tre inediti (La rabbia e l’hashish, Cantico cristiano e Tu muori)che conducono lungo un percorso sempre più scuro, quasi desolato, per accompagnare il pensiero e la fine del pensare di Pasolini.

Un Pasolini multiforme, inafferrabile, che ha affrontato inimicizie insanabili, disumane, e un isolamento feroce altrettanto. Eppure, ancora oggi, a 50 anni dalla sua uccisione, non possiamo prescindere dalla sua intelligenza, da quel suo sguardo che taglia come un laser ed è capace di offrire squarci di una compassione profondissima, conclude Zamboni.

Una narrazione a tema che parte dal suo Friuli, dalla lingua che Pasolini ha lottato per portare a una dignità cancellata dal moderno, passando per lo sgomento verso la cecità di tutti, ponendo una speranza pre-politica nella capacità rigenerativa di un popolo che ormai non si può più chiamare tale. Un entusiasmo per la rivoluzione portoghese, tra gli ultimi sussulti positivi di un continente, e poi il declino, il cadere, il rimpicciolirsi. Un innamoramento finale per la sconfitta, fino a quel 2 novembre 1975 dove la notte di Ostia schianta definitivamente ciò che tanti avrebbero voluto veder schiantare: una persona non grata, da far tacere, ma la cui parola è oggi più presente e necessaria che mai. Un pensiero che, nonostante i plurimi tentativi, non è stato schiacciato da chi lo avrebbe voluto ridurre, impoverire e semplificare. E che si presenta oggi più attuale che mai.

SCHEDA ALBUM

Il disco si apre con E jo çanti, una tradizionale villotta friulana recitata da Carlotta Del Bianco, tratta dal Canzoniere Italiano, la poesia dell’altra Italia a cura di Pasolini: una dichiarazione di amore per un esprimersi popolare che ha già un piede nell’estinzione. Lo segue un solenne e potente inedito, tra recitato e melodia: La rabbia e l’hashish, segnale di uno sgomento non solo pasoliniano per l’annebbiamento collettivo che ci ha condotti alla disastrosa situazione odierna. Un canto di dolore per un Paese bellissimo e depredato, spogliato e pianto, seppellito ancora in vita. Canto degli sciagurati è il canto dell’insurrezione di quel “popolo cane” suscitato da Pasolini, feroce, vitale, arcaico, sempre vinto, mai sconfitto. Una ballata popolare cadenzata da un coro a due voci che dà voce a una istanza prepolitica, disorganizzata e compulsiva. Ora ancora è una risposta in musica a un comizio del 1954, quando in una Roma silenziosa Pasolini incontra un corteo nel cui mezzo brilla “la fiammella fascista”. Come allora, ci si interroga sul restare o sull’andarsene una volta per tutte. Vince il radicamento, ma esprimendo tutta la fatica e l’asprezza a cui questo Paese obbliga i suoi cittadini. Grandola vila morena di Josè Afonso è invece l’inno del 25 aprile portoghese, ossia la rivoluzione dei garofani del 1974, una marcia con chitarra acustica e fisarmonica che venne trasmessa alla mezzanotte del 24 aprile da Radio Renascença di Lisbona come segnale convenuto per l’insurrezione di un esercito per una volta schierato dalla parte del popolo. Quando con la caduta della dittatura di Salazar sembrava che la vecchia e marcescente Europa dei regimi autoritari stesse definitivamente tramontando. Previsione entusiasmante, e quanto mai errata. Vorremmo esserci canta il bisogno di essere presenti e sentirci utili, di partecipare in prima persona alla costruzione del domani. Condotti da letture allucinate, come gli Scritti corsari di Pasolini, su strade provinciali, negli amori degli altri, come esuli spaziali, nelle felicità e soprattutto nei guai collettivi. Sorella Sconfitta, la canzone con cui Zamboni ha riavviato la sua vita musicale subito dopo la chiusura con CSI, forse il brano di maggior contatto con la poetica pasoliniana. Una canzone che riflette sul valore della sconfitta come comune denominatore tra gli esseri umani. Il punto da cui rialzarsi, lo stimolo per un umanesimo che il mondo nuovo vorrebbe cancellare tra deliri scientisti e meccanicismi della tecnica vittoriosa.

Fermamente collettivamente rispolvera una parola desueta: compagni, o forse “compagni non compagni, ombre di compagni” come scriveva Pasolini; la consapevolezza della caduta, dove tutto ciò che era nostro sembra ritrarsi. E poi Cantico cristiano, brano inedito espressamente dedicato a Pasolini in cui, tra arpeggi di chitarra in forma di spiritual delicato e malinconico, affiorano le tematiche del suo Vangelo secondo Matteo. Spazio a seguire alla fusione di due grandi canzoni di Giovanna Marini, Lamento per la morte di Pasolini e Beati noi, tratte dal suo album I treni per Reggio Calabria. Un lamento funebre e popolare, un rintoccare di ora in ora sempre più funesto, sempre più gonfio della sua scomparsa che si scandisce ancora maggiormente in Tu muori, terzo e ultimo inedito dell’album. Una canzone dallo sguardo chirurgico e gelido, che batte i minuti subito dopo lo schianto, al principio dello scomparire. Una freddezza clinica e insostenibile che esplode nella reprise del Lamento per la morte di Pasolini, dove si deve constatare che ora egli non può più parlare.

Infine, Persona non grata: la narrazione è conclusa, la persona non grata non esiste più, e ci lascia con un ultimo avvertimento: “Siamo tutti in pericolo”. Queste sono le ultime parole pubbliche di Pasolini, una profezia inascoltata e pregiudicata, temuta e ridotta alla completa solitudine. Che le chitarre urlino.

TRACKLIST

  1. E jo çanti
  2. La rabbia e l’hashish
  3. Canto degli sciagurati
  4. Ora ancora
  5. Grandola vila morena
  6. Vorremmo esserci
  7. Sorella Sconfitta
  8. Fermamente collettivamente
  9. Cantico cristiano
  10. Lamento per la morte di Pasolini / Beati noi
  11. Tu Muori
  12. Lamento per la morte di Pasolini reprise
  13. Persona non grata

CREDITI

Testi e musiche:

  • Massimo Zamboni, copyright control, tranne Sorella Sconfitta: Ed. Radiofandango
  • E jo çanti: Tradizionale
  • Grândola vila morena: Testo e musica Josè Afonso
  • Lamento per la morte di Pasolini: Testo e musica Giovanna Marini
  • Edizioni Musicali Ala Bianca Group srl – Bella Ciao srl
  • Beati noi: Testo e musica Giovanna Marini
  • Edizioni Musicali Ala Bianca Group srl – Bella Ciao srl

  • Massimo Zamboni: voce, chitarra
  • Erik Montanari: chitarra, backing vocals
  • Cristiano Roversi: tastiera, stick, basso, editing
  • Voce in E jo çanti: Carlotta Del Bianco
  • Registrazioni effettuate nei mesi di novembre e dicembre 2024 presso Studio Macchina Magnetica da Romeo Chierici e presso End Of The Street Studio da Cristiano Roversi
  • Arrangiamenti e produzione: Massimo Zamboni, Cristiano Roversi, Erik Montanari
  • Mix: Cristiano Roversi presso La Sala 1 Studio (MN)
  • Mastering: Enrico Capalbo presso Studio Fonoprint (BO)
  • Grafica e Fotografie: Diego Cuoghi.

Profezia è Predire il Presente è una produzione Terre Native ETS – www.terrenative.it

Info spettacolo Profezia è Predire il Presente:


MASSIMO ZAMBONI – nota biografica

Nasce nel 1957 a Reggio Emilia. Agli inizi degli anni ’80, dopo un periodo nella Berlino del Muro e delle case occupate, tornato a Reggio fonda assieme a Giovanni Lindo Ferretti il gruppo CCCP-Fedeli alla Linea. L’Europa dei blocchi est-ovest, le case occupate, la decadenza dell’impero sovietico, il realismo inquieto del vivere in una provincia divisa tra un cuore filosovietico e una pratica filoamericana, fascinazioni popolari e musica melodica, condizione giovanile e tradizione: tutto questo si mescola nelle canzoni di CCCP, nel loro “punk filosovietico”.  I titoli degli album sono veri e propri programmi politici: “Ortodossia”, “Compagni cittadini fratelli partigiani”, “Affinità e divergenze tra il compagno Togliatti e noi”, “Socialismo e barbarie”. Canzoni che ancora oggi esercitano un fortissimo richiamo per il pubblico italiano. L’esperienza CCCP termina nel 1989, alla caduta del Muro di Berlino.

Il decennio successivo vede la nascita di un nuovo gruppo: CSI, Consorzio Suonatori Indipendenti. La popolarità del gruppo è immediata, tanto da portarli ai vertici della classifica discografica, pure con canzoni impegnative, salmodianti, con tematiche incentrate sulla vicina guerra nei Balcani, la memoria e la Linea Gotica, la fine del mondo occidentale, e incursioni in mondi lontanissimi e vicini, Mostar, la Mongolia, il Finisterre francese. Attorno al gruppo si coagula un vero e proprio movimento musicale, Consorzio Produttori indipendenti, con decine di album prodotti, che portano alla ribalta nazionale numerosi gruppi.

Terminata l’esperienza CSI, dal 2000 comincia un lungo periodo di sperimentazione e ricerca, che porta Zamboni a comporre album come solista, incentrandoli su tematiche che analizzano la condizione umana nei suoi aspetti più intimi e drammatici, e assieme collettivi: la sconfitta, l’inermità, l’estinzione. Nel frattempo, comincia la collaborazione con numerosi altri artisti, in particolare Nada, Angela Baraldi, Cisco. Realizza diverse colonne sonore per il cinema, lungometraggi, documentari e corti sperimentali e pubblica numerosi libri.

CCCP – Fedeli alla Linea:

Ortodossia / Compagni Cittadini / Affinità e Divergenze tra il Compagno Togliatti e noi / Socialismo e Barbarie / Canzoni Preghiere e Danze / Epica Etica Etnica Pathos / Ecco i miei Gioielli)

CSI – Consorzio Produttori Indipendenti:

Ko de Mondo / In Quiete / Linea Gotica / Tabula Rasa Elettrificata / Un Giorno di Fuoco – con postCSI pubblica Breviario Partigiano (2015)

Consorzio Produttori Indipendenti (Ustmamò / Disciplinata / AFA / EstAsia / Radiodervish / Wolfango / Ageo / Materiale Resistente / Matrilineare / Enten Hitti / DKEA/ Saro Cosentino)

Da solista ha pubblicato gli album Sorella Sconfitta (2004) L’orizzonte degli Eventi (colonna sonora – 2005) L’Apertura (assieme Canzoni che ancora oggi, a trenta anni di distanza, esercitano un fortissimo richiamo di pubblico italiano.Nada Malanima – 2006) L’Inerme è l’imbattibile (cd + dvd – 2008) L’estinzione di un colloquio amoroso (2010) – Solo una terapia (con Angela Baraldi – 2011) – 30 anni di Ortodossia (con A. Baraldi, Nada, Cisco, Canali, Fatur – 2012) – Canto l’isolamento (2012) – Una infinita compressione (con Baraldi – 2013) – Breviario Partigiano (con postCSI – 2015) – I Soviet + l’elettricità (con Baraldi, Collini – 2018) – Sonata a Kreuzberg (con Baraldi, Roversi – 2018) – La macchia mongolica (2020) – La mia patria attuale (2022) – Andare via (2024)

Ha realizzato diverse colonne sonore per il cinema e il teatro:

  • “Passano i Soldati” di Luca Gasparini (documentario 2001)
  • “Benzina” di Monica Stambrini (lungometraggio 2002)
  • “Velocità Massima” di Daniele Vicari (lungometraggio 2002)
  • “L’Orizzonte degli Eventi” di Daniele Vicari (lungometraggio 2005)
  • “Giorni in prova” di Daria Menozzi (documentario 2006)
  • “Terapia d’Urto” di Monica Stambrini (lungometraggio 2006)
  • “Il mio Paese” di Daniele Vicari (documentario 2006)
  • “Seascape # 2 – Castel dell’Ovo” di Olivo Barbieri (corto, 2006)
  • “Sevilla 06 / Site Specific” di Olivo Barbieri (corto, 2006)
  • “Un Vaso di Buio”, di Lazzaro Ferrari (corto, 2007)
  • “Il Tuffo della Rondine”, di Stefano Savona (documentario, 2008)
  • “Cast Lead / Piombo Fuso” di Stefano Savona (documentario 2009)
  • “+ o – il sesso confuso”, di A. Adriatico e G. Corbelli (doc. 2009)
  • “Arctic spleen”, di Piergiorgio Casotti (documentario, 2010)
  • “L’uomo che faceva i pagliai”, di Ermanio Beretti (doc, 2010)
  • “La milagrosa”, di Francesco Cordio (corto, 2010)
  • “La detestata soglia”, di Daria Menozzi (teatro – 2010)
  • “Il segno e la voce”, di Nicola Nannavecchia (documentario – 2011)
  • “Biglietti da camere separate”, di A. Adriatico (teatro, 2011)
  • “God save the green”, di M. Mellara e A. Rossi (documentario – 2013)
  • “1983 – L’inchiesta”, di N. Condorelli (documentario 2014)
  • “Armenia!”, di Francesco Fei (documentario, 2015)
  • “Sbagliate”, di Darai Menozzi e Elisabetta Pandimiglio (documentario, 2015)
  • “Sexxx”, di Davide Ferrario (documentario, 2015)
  • “Il nemico”, di Federico Spinetti (documentario, 2015)
  • “Partizani”, di Eric Gobetti (documentario, 2015)
  • “100 anni”, di Davide Ferrario (documentario, 2017)
  • “Pecore in transito”, di Adriana Dossi e Gigi Corsetti (documentario, 2019)
  • “La macchia mongolica”, di Piergiorgio Casotti (documentario, 2020)
  • “Archivio Sovversivi”, di Piergiorgio Casotti (corto, 2022)
  • “Il disegno dell’acqua”, di Olivo Barbieri (corto, 2022)
  • “Arrivederci Berlinguer”, di Alessandro Rossi e Michele Mellara (documentario, 2023)
  • “Madre Sonno”, di Luca Gasparini e Andrea Zambelli (documentario, 2023)
  • “A room on his own”, di Yair Matan (lungometraggio, 2023)

Libri:

  • In Mongolia in Retromarcia (Giunti 2000)
  • Emilia Parabolica (Fandango 2003)
  • Il mio Primo Dopoguerra (Mondadori 2005)
  • Prove Tecniche di Resurrezione (Donzelli Poesia 2011)
  • L’eco di uno sparo (Einaudi Supercoralli 2015)
  • Anime Galleggianti (con Vasco Brondi – La nave di Teseo, 2016)
  • Nessuna voce dentro (Einaudi Coralli 2017)
  • La macchia mongolica (Baldini + Castoldi, 2020)
  • La trionferà (Einaudi, 2021)
  • Bestiario selvatico (La nave di Teseo, 2023)

Collabora con il settimanale La Lettura/Corriere della Sera, e ha collaborato con Linus e la rivista Bio’s.


Massimo Zamboni su Musiculturaonline:

Tag: , , , ,

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *