"Ocean's Eleven"
di Manuel Caprari e Ludovica Rampoldi (film.it)
11 Ago 2013 - Senza categoria
Cinema: Recensioni
Origine: USA 2001
Distribuzione: Warner Bros.
Regia: Steven Soderbergh
Fotografia: Steven Soderbergh
Scenneggiatura: Ted Griffin
Musiche: David Holmes
Montaggio: Stephen Mirrione
Cast: George Clooney, Brad Pitt, Julia Roberts, Andy Garcia, Matt Damon, Don Cheadle, Elliot Gould, Casey Affleck
Se fosse anche solo lontanamente intenzionale (cosa che ritengo francamente impossibile), Ocean's Eleven sarebbe uno scherzo crudele ai danni di Frank Oz. Perchè dove ha sbagliato lui con The Score, Steven Soderbergh è riuscito perfettamente; perchè i due film sono tanto simili da sembrare gemelli. Certo, il filone ” cinema di rapina” non è che sia così suscettibile di variazioni, ma non è detto che tutti i film del genere seguano l'itinerario più lineare (progettazione-attuazione del piano). E non è detto che in tutti i film del genere il colpo vada a buon fine, anzi, spesso è vero il contrario. Come è spesso altrettanto vero che la rapina fa da motore, più che da fulcro, alla vicenda. E non è assolutamente detto che film del genere abbiamo sempre un cast di grandi attori, nè la propensione a delineare personaggi bizzarri. E non tutte le rapine viste al cinema somigliano così tanto a quelle di Lupin III. Senza poi stare a sottilizzare su chi sia più kitch ed effeminato tra il Brando obeso di The Score e l'Elliot Gould imbolsito di Ocean's Eleven, o chi sia più in gamba e impenitente tra il De Niro di The Score e la coppia Clooney-Pitt , o chi sia più pivellino tra Ed Norton e Matt Damon… vogliamo continuare? Tutte somiglianze casuali, per carità , anche perchè i due film sono usciti a pochissimo tempo di distanza l'uno dall'altro, e Ocean's Eleven è un remake ( del film Colpo Grosso, con Frank Sinatra & Co.), ricorda vagamente La Stangata e strizza l'occhio, qua e là , al Guy Ritchie di The Snatch ( forse inconsciamente). Il fatto è, dicevamo, che laddove Frank Oz sbagliava, Soderbergh centra gli obbiettivi in pieno: la rapina è talmente rocambolesca, improbabile e geniale da far dimenticare la banalità dell'idea di base, il ritmo è tutto in crescendo, i dialoghi brillanti, le poche concessioni alla farsa esilaranti, e, soprattutto, il cast funziona a meraviglia: insomma, un gioiellino. Tanto che a tratti verrebbe voglia di detestarlo, questo film così ben confezionato, di questo regista ex-indipendente che è riuscito ad infilarsi negli ingranaggi dello show-business senza perdere la faccia; e verrebbe quasi voglia di preferirlo, The Score, opera dal taglio classico più autentico, meno ricostruito, girato da uno specialista in commedie che, una volta tanto, si è voluto cimentare col drammatico. Ma come si fa, se il risultato poi somiglia più a una commedia senza battute che non a un film serio? Saremo pure bendisposti verso Soderbergh, dopo che ci ha regalato un capolavoro come Traffic, anche perchè nelle interviste parla dei suoi progetti ( e soprattutto di questo) in termini più pratici e rilassati di quanto avremmo potuto temere da uno che sta seriamente rischiando di diventare il nuovo cocco di larghi gruppi di critici ; fatto sta che, senza dargli un'importanza che sicuramente non ha, Ocean's Eleven ci sembra, perlomeno, quanto di meglio Hollywood ci abbia offerto in questi ultimi tempi nel campo dell'intrattenimento puro; cioè nell'unico campo in cui sembri giocare ultimamente.
di Manuel Caprari
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Nell'affollata sala Ritz del Saint Regis Grand, uno dei più lussuosi alberghi romani, si aspetta, seduti sulle sedie di velluto azzurro, che arrivino i divi. Brad Pitt, George Clooney, Matt Damon, Andy Garcia e il regista Steven Soderbergh, sono a Roma per promuovere il film “Ocean's Eleven”.
Che sia un giorno particolare lo capisci anche dai brusii di fondo, nervosi, ansiosi o disincantati. Dopo Baggio-Del Piero il dubbio amletico che serpeggia è: meglio Brad o George? Vince Brad, ma di poco. Le giornaliste più consumate ostentato snobistico distacco, con l'aria di chi ha visto ben altre cose del mondo, per lasciarsi impressionare da due belloni di Hollywood. Qualche ragazzina urlante scappata alle grosse braccia della Security aspetta invece con gli occhi scintillanti e la bocca semiaperta. Qualcuno dice: arriveranno con l'elicottero, figurarsi.
I divi arrivano, senza elicottero o altri effetti speciali, separatamente. George Clooney e Brad Pitt, seduti l'uno accanto all'altro, sembrano due scolari di terza elementare. Si fanno le smorfie, si danno degli schiaffetti, ridacchiano. Matt Damon ha una maglietta nera, le mani nascoste nelle maniche, non sembra sentirsi molto a suo agio. Andy Garcia è serafico, impeccabile nel suo completo nero. Sembra uscito dal Padrino, e ti aspetti che abbia una pistola a canne mozze sotto la giacca. Il fumo del suo sigaro si spande per la sala, e si comincia con le domande.
“Dopo questa bella esperienza di lavoro collettivo, ci sono possibilità di rivedervi tutti insieme in un altro film?” Risponde Clooney, con il dissacrante humour che in America ha fatto leggenda. Con aria grave annuncia: “Nessuna possibilità . Il fatto è che non ci piacciamo proprio. Forse possiamo lavorare ancora tutti insieme, ma solo a patto che non ci sia Brad.” “Adesso comincia..!” dice Pitt fingendo di picchiare il collega.
“Mr. Clooney, Julia Roberts, vedendola recitare, ha detto che è stata molto colpita dal suo talento e dal suo spirito camaleontico. Che ne pensa?” “Il fatto è che Julia Roberts beve tantissimo! Non si può prendere sul serio quello che dice…Ogni giorno, dopo le tre, si riduce in un modo…” e si accascia, fronte sul tavolo. Brad intanto canta “I have the time of my life”.
“Signor Soderbergh, ogni regista vorrebbe avere un cast come il suo. Ma è stato più esaltante o più preoccupante gestire tutte queste grandi star? Ognuno voleva difendere il proprio potere, la propria immagine?” Pitt ruba la parola al regista: “George non ha immagine, non aveva nulla da difendere…” Tutti comunque concordano nel dire che è stata un'esperienza bellissima e molto divertente.
“Ma al di là del fatto che siete tutti amici e che vi siete divertiti, non c'è stato un momento in cui avete avuto voglia di prendervi a pugni?” Clooney: “Decisamente” e mette le mani al collo di Brad Pitt fingendo di strozzarlo. Interviene Garcia il duro: “Io avvio la mattina prendendo a cazzotti me stesso. Mi carica..”
“Signor Soderbergh, qual è la cosa del film che più la ha entusiasmata, il cast o la storia?” “Io penso che sia la storia, la sceneggiatura, la vera star di questo film. A differenza di Traffic, non abbiamo mai ritoccato la sceneggiatura, che ci sembrava perfetta così. Il cast è importante perchè volevamo attori bravi che si abbandonassero alla storia, che non stessero sotto i riflettori…e invece ci hanno mandato Brad Pitt!”
“E' successo qualcosa di curioso durante la lavorazione del film?” Soderbergh: “Quando il personaggio di Brad Pitt si traveste da medico abbiamo usato per lui la stessa parrucca di Austin Power. Era molto buffo! Non lo ha riconosciuto nessuno, combinato in quel modo..”
“Come mai avete rinunciato al solito cachet pur di prendere parte a questo film con un compenso ridotto?” Brad Pitt non ha dubbi: “Per due motivi. Il primo è per lavorare con Soderberg; non c'è nessuno come lui in America. E poi per il fatto di recitare con un cast così assortito. Eravamo tutti emozionati per questo.” Clooney ha un'altra teoria: “Io non affatto accettato il cachet ridotto. L'ho detto, è vero, ma non l'ho fatto. Non ci penso proprio!”
Pare che George Clooney abbia mandato la sceneggiatura di “Ocean's Eleven” a Julia Roberts con 20 dollari dentro. “E lei li ha presi. E così quello è stato il suo cachet. Con una buona trattativa sarebbe potuta arrivare a 60, ma evidentemente le bastavano. I pranzi erano inclusi ovviamente…”
Clooney, che sta per debuttare alla regia, ammette di aver rubato qualche trucco del mestiere alle mani esperte di Soderbergh, regista che sta sfornando un film dopo l'altro. In aprile uscirà la sua ultima pellicola, il seguito di “Sesso, bugie e videotape”, nel quale è riuscito a convincere Julia Roberts a spogliarsi, per la prima volta. Come abbia fatto, non lo vuole svelare.
Una signora dice a Andy Garcia “sei bello!”. Lui, che forse si era sentito adombrare dai due adoni, commosso chiede “può ripeterlo per favore, più forte?!”.
“Signor Clooney, dopo Batman l'abbiamo rivisto in smoking. Indosserà anche quello di 007?” “Non credo, penso che il mio prossimo personaggio sarà ‘Catwoman'.”
“Clooney debutta alla sceneggiatura e alla regia, Matt Damon ha già vinto un Oscar per la Migliore Sceneggiatura. Come mai agli attori non basta più recitare?” Risponde Matt Damon, che era rimasto un po' in disparte, limitandosi a sorridere benevolo alle boutades dei colleghi. “Io posso parlare per la mia esperienza. Scrivere per me è stato un atto di disperazione. Come attore non trovavo lavoro. Ben (Affleck ndr.) e io abbiamo fatto in modo di trovarcelo da soli, il lavoro. Di liberare così la nostra energia creativa anzichè sbattere la testa al muro del nostro appartamento di Los Angeles.”
“Ocean's Eleven è il remake di Colpo grosso: qual è stato il colpo grosso della vostra vita?”
Pitt: Stare seduti qui.
Garcia: I miei figli.
Clooney: I figli di Andy.
Garcia bis: Correggo, avere a che fare con George.
La conferenza è finita. Intorno al tavolo dei divi si scatena la ressa. Tra il nugolo di teste, flash, autografi e qualche lacrima di fan l'ultima cosa che riusciamo a scorgere è la visione, insolita, di Brad Pitt con al collo la sciarpa della Roma.
di Ludovica Rampoldi
(fonte: film.it)
(Manuel Caprari e Ludovica Rampoldi (film.it))