“Non si fa così” in scena a Macerata
di Elena Bartolucci
4 Nov 2024 - Commenti teatro
La tragicommedia Non si fa così, con Lucrezia Lante della Rovere e Arcangelo Iannace, a cui abbiamo assistito al Teatro Lauro Rossi di Macerata, pecca di ripetitività. La storia di una coppia consumata dalle proprie ansie e insicurezze che si mette a nudo. Ottima la recitazione.
(Foto di Grazia Menna)
Macerata – Mercoledì 30 ottobre è andata in scena la seconda replica dello spettacolo intitolato “Non si fa così” con Lucrezia Lante della Rovere e Arcangelo Iannace, che ha aperto la nuova rassegna di prosa del Teatro Lauro Rossi di Macerata.
Il colpo di scena iniziale spiazza lo spettatore che, inerme, è testimone dell’atto deprecabile che sta per commettere Giulio, psicanalista insoddisfatto, il quale ha deciso di togliersi la vita impiccandosi proprio nel suo studio. Quello stesso studio in cui è solito farsi carico dei problemi dei pazienti, che continuano a tampinarlo tramite la segreteria telefonica che non smette di vomitare le loro voci disperate.
Proprio quando la corda è finalmente stretta intorno al collo e Giulio sta per fare il suo salto nel buio, torna inaspettatamente a casa sua moglie, Francesca.
Pianista di successo di ritorno da Berlino dove ha ritirato uno dei tanti premi per la sua carriera, scopre che l’uomo con cui è sposata ormai da più di 30 anni ha deciso di farla finita, senza nemmeno lasciare un biglietto per spiegare quel gesto e tanto meno dire addio ai suoi cari.
Un biglietto che l’uomo aveva tentato invano di scrivere e che sarebbe sicuramente servito per dare una spiegazione a un atto davvero inaspettato e inspiegabile.
In un momento così tragico, lo shock iniziale viene lasciato da parte per mettere in discussione dapprima le emozioni di Giulio, analizzando le scelte fatte, l’inconciliabilità di vedute sui figli e sulla vita in generale ma soprattutto il senso di inadeguatezza che, in modo diverso, attanaglia entrambi.
Lui è stanco di farsi supervisionare per dimostrare di essere ancora all’altezza di poter fare lo psicanalista e al tempo stesso non vuole più prendere pazienti, ma non ha abbastanza coraggio per poter cambiare lavoro. Al contrario della moglie, non ha mai ricevuto un premio che riconoscesse i suoi successi professionali, ma anche lei dimostra di essere stanca di una vita apparentemente perfetta in cui è riuscita a guadagnare ottimi traguardi.
Insomma, riconoscono di essere due falliti rispetto a quanto avevano immaginato di poter diventare.
Ma come sentenzia lo stesso Giulio, solo un idiota che ha tutto si lamenta che sarebbe meglio non avere niente.
In una sola notte la coppia si mette quindi a nudo e fino alle prime ore del mattino cerca di scandagliare le proprie emozioni nel profondo per trovare una soluzione. Lasciarsi per colpa della noia oppure fuggire via insieme per riaccendere di nuovo l’amore più che la passione?
Dopo il successo della versione francese con Sophie Marceau, il regista Francesco Zecca ha commentato “il testo di Audrey Shebat riesce ad alternare rabbia e umorismo con una forza dirompente, scuotendo i suoi personaggi e, al tempo stesso, divertendo ed emozionando il pubblico”.
Alternando toni tragico-comici, il testo risulta però un po’ ripetitivo e all’ennesimo battibecco tra i due sembra di iniziare a rivivere in loop un litigio già visto. Carina la scenografia molto minimal declinata nei toni grigi e marroni, ma la staticità della scena rende monotona anche la struttura del racconto.
Ottima in ogni caso la recitazione di entrambi gli interpreti, che sono risultati però meno credibili e decisamente sopra le righe nei momenti in cui la frustrazione prende il sopravvento.
Lo spettacolo è una produzione Argot Produzioni in collaborazione con Pierfrancesco Pisani eIsabella Borettini per Infinito.