Mostra “BILL VIOLA – ICONS OF LIGHT” a Roma
di Flavia Orsati
22 Giu 2022 - Arti Visive
Abbiamo visitato, a Roma, presso Palazzo Bonaparte, la mostra BILL VIOLA. Icons of Light, aperta fino al 26 giugno, dedicata al più grande artista vivente della videoarte dagli anni Settanta a oggi.
Negli stessi fiumi scendiamo e non scendiamo, siamo e non siamo. Eraclito – Frammenti
(Tutte le didascalie delle foto © sono alla fine dell’articolo)
BILL VIOLA. Icons of Light è il titolo della mostra romana di Palazzo Bonaparte che, a partire dal 5 marzo 2022 e fino al prossimo 26 giugno, rende omaggio al più grande artista vivente della videoarte dagli anni Settanta a oggi.
Bill Viola è un artista unico nel suo genere, che riesce ad unire il misticismo cristiano, il buddismo zen, il sufismo islamico, la memoria artistica europea – nella fattispecie italiana – alle nuove tecnologie ed innovazioni digitali. La mostra a Palazzo Bonaparte si sviluppa come una antologica, comprendendo lavori che partono dagli anni Settanta e attraverso i quali si struttura un percorso immersivo che mette lo spettatore alle strette e lo costringe a sospendere il tempo esterno, inteso come Chronos. Una volta eliminato Chronos, inevitabilmente si attiva Kairos, il tempo dell’intuizione suprema, dei momenti luminali di massima rivelazione.
La mostra, a cura di Kira Petrov (moglie dell’artista), comprende in totale 15 lavori. Il percorso espositivo infonde al visitatore un senso di intima penetrazione in un luogo sacro della memoria, stabilendo una corrispondenza personale e del tutto innovativa con le opere delle quali ci si trova al cospetto. Obiettivo è invitare il fruitore alla riflessione sul valore delle proprie esperienze e sulla loro autenticità e profondità, reinterpretando la grande arte del passato.
Due costanti si riscontrano nell’esposizione: luce e acqua. La prima proiezione (The reflecting pool), datata 1977-1979, segna l’avvio del percorso, della mostra e della vita. Un uomo, che poi sarebbe l’artista stesso, emerso dal caos della foresta, sta in piedi al bordo di uno stagno artificiale. Egli fa come per saltare, per acclamare il suo essere nello spazio-tempo, ma il tempo umano attorno a lui si congela. Mentre il tuffo non vede la fine, dalla superficie dell’acqua iniziano ad emergere e a palesarsi immagini, sensazioni e avvenimenti, nonostante l’ambiente circostante resti immutato. Viola stesso ci dice come “l’opera descrive l’emergere dell’individuo nel mondo naturale, un battesimo e un mondo di immagini virtuali e percezioni indirette”.
La natura, in Viola, non è benigna, ma nemmeno crudele. La sua natura è leopardiana: freddamente indifferente agli uomini che la attraversano. Anche nei momenti di stasi, si palesa grandiosa in tutta la sua noncuranza. Così accade in Study for the path. In un bosco ordinato di alta montagna, solcato da un sentiero, alcune persone passano, senza soluzione di continuità. La natura le lascia fluire, immobile, rendendo l’impressione di avere di fronte agli occhi una stringa infinita, di vite che si susseguono, si incrociano, senza mai incontrarsi davvero. Il giorno in cui avviene tutto ciò è un giorno speciale, di vittoria della luce e di inizio, ma che contempla in sé l’avviarsi di una lenta ed inesorabile decadenza verso le tenebre: il solstizio d’estate. La stessa sala ospita Ancestors: un altro viaggio, non nel bosco ma nel deserto, compiuto non da sconosciuti ma da una madre e un figlio avvolti dalla torrida calura estiva, nebulosi e sfocati essi stessi a causa del caldo. I due si ritroveranno solo dopo aver affrontato una pericolosa tempesta di sabbia, uno sconvolgimento che sancisce un nuovo sentimento di unità.
Observance è una nuova di fila di sentimenti, stavolta dolori, che si accampano senza clamore, ordinati, davanti allo spettatore. Una fila ospita persone di qualsiasi nazionalità ed estrazione sociale, arrivate per contemplare un misterioso oggetto situato in basso, ma fuori campo, al di sotto dell’inquadratura, che trasforma il fruitore da soggetto osservante a oggetto osservato. Una volta giunti al suo cospetto, le espressioni sul loro volto si colorano di una sofferenza indicibile. Cosa staranno fissando, la fine del mondo, dei loro cari o la propria?
Il dolore è protagonista di altre due opere, non immediatamente ascrivibili al corpus consueto dell’artista: si tratta di Unspoken (silver & gold). In questo dittico il volto umano è inteso come soglia tra interno ed esterno, e le espressioni sofferenti di un uomo e una donna vengono minuziosamente indagate in slow motion grazie ad un lento gioco di luci che intensifica gesti, movimenti ed espressioni.
In Viola, il legame con la tradizione artistica occidentale, rinascimentale in particolar modo, è sempre molto sentito. The greeting, ad esempio, ispirato alla Visitazione del Pontormo, descrive un evento che, dagli originali 45 secondi di durata, viene dilatato a ben 10 minuti. Ogni singolo momento è così in grado di farsi eternità e di restare sospeso, come un puro gesto speculativo che trae forza dal fascino degli incontri fortuiti. Forse uno degli scopi delle opere dell’artista statunitense è formalizzare i sentimenti, creare una narrazione emozionale da dispiegare come un trattato alchemico, magico. A tal proposito, l’acqua, già per Talete arché della vita stessa, si pone come principio primordiale da cui tutto proviene: lo testimoniano Ascension, Three women e Water portraits. In queste opere l’acqua è nascita e rinascita, liquido amniotico nel quale immergersi, fluido big bang personale; al contempo, essa è passaggio, soglia, impermanenza, cambiamento e infine pacificazione. Il liquido si pone sempre in relazione con l’umano, con i corpi: in particolare, in Three women tre donne squarciano un velo acquatico, forse labile confine tra essere e non essere, elemento unificante degli opposti, che permette la transizione da vita in atto a vita in potenza, tra spirito e corpo, tra consustanziazione corporea di un individuo che nasce, che pulsa, che soffre, e reimmersione nel buio. Tra le tre, la prima a farlo è la madre, seguita dalle altre due giovani donne, le figlie, che lanciano uno sguardo intimorito al mondo prima di rituffarsi nell’oscurità da cui provengono.
Acqua, aria, terra e fuoco sono protagoniste supreme dell’ultima stanza della mostra, che ospita la serie Martyrs. Ad ogni elemento è dedicato un video, per un totale di quattro: Earth Martyr, Air Martyr, Fire Martyr, Water Martyr. In ognuno la natura va sempre a sovrastare e sublimare l’umano, che si piega ad essa e al suo potere. Tutti conoscono i martiri della cristianità degli esordi; in greco, la parola “martire” significa “testimone”: oggi noi sembriamo anestetizzati al dolore, non più educati ad esso e al sacrificio, incapaci di reggerne il peso. Ma, in luoghi della nostra anima che paiono lontani e remoti, il dolore esiste ancora, in tutta la sua potenza, incapace di palesarsi a causa dell’inerzia della vita moderna. Anticamente, per un credo o per un ideale, diversi uomini hanno sacrificato la cosa più preziosa da loro posseduta, immolandosi e condannandosi ad atroci sofferenze pur di difendere una scintilla di verità. I quattro martiri di Viola sono sferzati dagli elementi e più la violenza della natura si acuisce, più il loro sguardo è fermo e deciso, quasi sereno. C. G. Jung stesso ci ricorda, nel capolavoro che è il Libro Rosso, che
“nessuno può o deve impedire il sacrificio. Il sacrificio non è distruzione, il sacrificio è la pietra miliare di ciò che verrà. Non avete forse avuto i conventi? Non sono forse andati a migliaia e migliaia nel deserto? Dovete portare i conventi dentro di voi. Il deserto è in voi. Il deserto vi chiama e vi attira e, se pure foste legati col ferro al mondo di questo tempo, il richiamo del deserto spezzerà ogni catena”.
Infatti, come suggerisce l’artista, in corale accordo con l’eretico psichiatra, è lo spirito del profondo che “prepara alla solitudine”, l’incarnazione umana è solo una transizione che non può che concludersi con il tramonto, con una ritrovata levità dalla pesantezza corporea. L’esposizione si conclude. Un percorso, insomma, tra nascita, viaggio e morte, alla scoperta di tutti i recessi più nascosti e misteriosi dell’animo umano. Per lo spettatore, la visita si avvicina ad una esperienza mistica, compiuta tramite la contemplazione dell’essere che si manifesta attraverso i corpi, resi puri emblemi. L’uomo moderno, quello del tutto e subito, viene così educato all’attesa tramite un esercizio di meditazione ed immedesimazione, che lo obbliga a porre attenzione ad ogni dettaglio. In questa ottica, in pieno accordo con le dottrine orientali tanto care all’artista, la lentezza diviene chiave ermeneutica del reale, specie se raggiunta con mezzi tecnologici. La vera realtà aumentata dovrebbe, quindi, portare ad una espansione della comprensione della realtà, contrapposta alla freneticità odierna, regalando un momento di raccoglimento e riflessione in una atmosfera meditativa e spirituale.
DIDASCALIE FOTO:
Foto n. 1: Bill Viola Unspoken (Silver & Gold), 2001 Black-and-white video projected diptych on one gold and one silver-leaf panel mounted on wall, 62,3x193x5,7 cm 35:40 minutes Performers: John Malpede, Weba Garretson Photo: Peter Mallet © Foto n. 2: Bill Viola The Reflecting Pool, 1977–9 Videotape, color, mono sound Projected image size: 213,5x160 cm 7 minutes Performer: Bill Viola Photo: Kira Perov © Bill Viola Studio Foto n. 3: Bill Viola Ancestors, 2012 Color high-definition video on flat panel display mounted vertically on wall 155,5x2,5x12,7 cm 21:41 minutes Performers: Kwesi Dei, Sharon Ferguson Photo: Kira Perov © Bill Viola Studio Foto n. 4: Bill Viola The Greeting, 1995 Video/sound installation Color video projection on large vertical screen mounted on wall in darkened space; stereo sound Projected image size: 2,8x2,4 m Room dimensions: 4,3x6,7x7,6 m 10:22 minutes Performers: Angela Black, Suzanne Peters, Bonnie Snyder Photo: Kira Perov © Bill Viola Studio Foto n. 5: Bill Viola Ascension, 2000 Video/sound installation Color video projection on wall in dark room; stereo sound Projected image size: 2,49x3,50 m Room dimensions: 3,6x5,6x7,6 m 10:00 minutes Performer: Josh Coxx Photo: Kira Perov © Bill Viola Studio Foto n. 6: Bill Viola Sharon, 2013 Color high-definition video on flat panel display mounted vertically on wall; stereo sound 92x53,6x3 cm Continuously running Performer: Sharon Ferguson Photo: Kira Perov © Bill Viola Studio Foto n. 7: Bill Viola Observance, 2002 Color high-definition video on flat panel display mounted vertically on wall 120,7x72,4x10,2 cm 10:14 minutes Performers: Alan Abelew, Sheryl Arenson, Frank Bruynbroek, Carol Cetrone, Cathy Chang, Ernie Charles, Alan Clark, JD Cullum, Michael Irby, Tanya Little, Susan Matus, Kate Noonan, Paul O’Connor, Valerie Spencer, Louis Stark, Richard Stobie, Michael Eric Strickland, Ellis Williams Photo: Kira Perov © Bill Viola Studio Foto n. 8: Bill Viola Observance, 2002 Color high-definition video on flat panel display mounted vertically on wall 120,7x72,4x10,2 cm 10:14 minutes Performers: Alan Abelew, Sheryl Arenson, Frank Bruynbroek, Carol Cetrone, Cathy Chang, Ernie Charles, Alan Clark, JD Cullum, Michael Irby, Tanya Little, Susan Matus, Kate Noonan, Paul O’Connor, Valerie Spencer, Louis Stark, Richard Stobie, Michael Eric Strickland, Ellis Williams Photo: Kira Perov © Bill Viola Studio Foto n. 9: Bill Viola Three Women, 2008 Color high-definition video on flat panel display mounted vertically on wall 155,5x92,5x12,7 cm 9:06 minutes Performers: Anika, Cornelia, Helena Ballent Photo: Kira Perov © Bill Viola Studio Foto n. 10: Bill Viola Three Women, 2008 Color high-definition video on flat panel display mounted vertically on wall 155,5x92,5x12,7 cm 9:06 minutes Performers: Anika, Cornelia, Helena Ballent Photo: Kira Perov © Bill Viola Studio Foto n. 11: Bill Viola Water Martyr, 2014 Color high-definition video on flat panel display mounted vertically on wall 107,6x62,1x6,8 cm 7:10 minutes Executive producer: Kira Perov Performer: John Hay Photo: Kira Perov © Bill Viola Studio Foto n. 12: Bill Viola Fire Martyr, 2014 Color high-definition video on flat panel display mounted vertically on wall 107,6x62,1x6,8 cm 7:10 minutes Executive producer: Kira Perov Performer: Darrow Igus Photo: Kira Perov © Bill Viola Studio Foto n. 13: Bill Viola Earth Martyr, 2014 Color high-definition video on flat panel display mounted vertically on wall 107,6x62,1x6,8 cm 7:10 minutes Executive producer: Kira Perov Performer: Norman Scott Photo: Kira Perov © Bill Viola Studio Foto n. 14: Bill Viola Air Martyr, 2014 Color high-definition video on flat panel display mounted vertically on wall 107,6x62,1x6,8 cm 7:10 minutes Executive producer: Kira Perov Performer: Sarah Steben Photo: Kira Perov © Bill Viola Studio