Monster's Ball
di Manuel Caprari
11 Ago 2013 - Senza categoria
Cinema: Recensioni
Monster's Ball
Regia: Marc Forster
Sceneggiatura: Milo Addica, Will Rokos
Montaggio: Matt Chesse
Fotografia: Roberto Schaefer,
Cast: Billy Bob Thornton (Hank Grotowski), Halle Berry (Leticia), Heath Ledger (Sonny Grotowski), Peter Boyle (Buck), Sean Puffy Combs (Lawrence Musgrove), Mos Def (Ryruf Cooper), Will Rocos (Warden Velasco), Marcus Lyle Brown (Phil Huggins).
Costumi: Frank Fleaming
Scenografie: Leonard Spears
Musica: Asche & Spencer
Produzione: Lee Daniels, Erik Kopeloff, Michael Paseornek
Origine: Usa
Anno: 2001
Durata: 111'
Monster's Ball è un film che racconta quel che deve raccontare e dice quel che deve dire senza fronzoli e senza timidezze. All'inizio sembra l'ennesimo film più o meno contro la pena di morte (che non fa mai male),
poi, con lo svolgersi del racconto, ci si accorge che le tematiche sono ben più ampie, e le critiche alle storture della società americana si accumulano in un discorso organico. Non solo la pena di morte, ma anche il razzismo, la mancanza di qualsiasi forma di protezione sociale, quindi la possibilità di essere licenziati, sfrattati, letteralmente buttati in mezzo a una strada da un momento all'altro; ma anche una vita di provincia, nel sud degli Stati Uniti, ancora caparbiamente ancorata a meschinità e grettezze, ad un'ostinata intolleranza verso i neri, e ad un'altrettanto ostinata fiducia nella legge del taglione, legge che nella forma legale della pena di morte entra a far parte della normalità della vita quotidiana. Non sarà un caso, allora, se nella famiglia del protagonista il lavoro di guardia dei condannati a morte si tramanda di generazione in generazione, finchè qualcuno non spezza violentemente la catena. A quel punto il protagonista, scosso dagli
avvenimenti, decide di cambiare radicalmente vita. E da qui parte la storia d'amore tra lui e la vedova dell'ultimo uomo da lui accompagnato sulla sedia elettrica. Una storia d'amore a cui ci si aggrappa con la forza della disperazione, come ultimo appiglio per poter continuare ad andare avanti.Il punto di forza del film è che questa storia d'amore ci viene raccontata con assoluta mancanza d'enfasi, senza però cadere neanche nel facile minimalismo di maniera. Tra il distacco compassato e l'accoramento partecipe, il regista sembra aver trovato un suo giusto mezzo, lasciando che la storia scorra, prendendosi i suoi tempi, come se vivesse di vita propria, così come la sfera individuale e quella sociale si compenetrano con naturalezza. Il buon esito di questa seconda parte del film controbilancia un certo eccesso di macchinosità nella rappresentazione della lunga catena di disgrazie che appesantivano il primo tempo, rendendo, nel complesso, Monster's Ball decisamente interessante.
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