“Miracoli metropolitani” di Carrozzeria Orfeo al Teatro delle Muse di Ancona


a cura della Redazione

21 Mag 2021 - News teatro

La nuova creazione di Carrozzeria Orfeo “Miracoli metropolitani” sarà al Teatro delle Muse di Ancona dal 20 al 27 maggio. Lo spettacolo è una coproduzione Marche Teatro, Teatro dell’Elfo, Teatro Nazionale di Genova, Fondazione Teatro di Napoli-Teatro Bellini.

(Le fotografie sono di Laila Pozzo)

La compagnia più irriverente e divertente del teatro italiano, Carrozzeria Orfeo, arriva al Teatro delle Muse di Ancona dal 20 al 27 maggio con la nuova creazione “Miracoli metropolitani”. Lo spettacolo replica per 8 serate alle ore 19 con doppia recita la domenica (alle ore 15 e alle ore 19).

Dopo il debutto estivo l’estate scorsa al Napoli Teatro Festival 2020, ora la compagnia torna in scena proprio ad Ancona dove lo spettacolo è stato provato.

“Miracoli metropolitani” la nuova creazionedi Carrozzeria Orfeo, drammaturgia Gabriele Di Luca, regia Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti, Alessandro Tedeschi, con (in o.a.): Elsa Bossi (Patty), Ambra Chiarello (Hope), Federico Gatti (Igor), Pier Luigi Pasino (Mosquito/Mohamed), Beatrice Schiros (Clara), Massimiliano Setti (Cesare), Federico Vanni (Plinio). Le musiche originali sono di Massimiliano Setti, scenografia e luci sono di Lucio Diana, costumi Stefania Cempini.

Con questo testo, Gabriele Di Luca, è stato selezionato come autore italiano nel progetto americano Italian Playwrights Project 3a Edizione (2020/22), finalizzato alla promozione della scrittura creativa contemporanea.

Lo spettacolo è co-prodotto da MARCHE TEATRO, Teatro dell’Elfo, Teatro Nazionale di Genova, Fondazione Teatro di Napoli-Teatro Bellini, in collaborazione con il Centro di Residenza dell’Emilia-Romagna “L’arboreto – Teatro Dimora | La Corte Ospitale”.

Marche Teatro da alcuni anni sostiene il lavoro di Carrozzeria Orfeo. Ha presentato, nel tempo, ad Ancona Thanks for Vaselina, Animali da Bar, Cous Cous Klan (vincitore di due premi a Le Maschere del Teatro Italiano 2019), gli ultimi due anche co-prodotti e al cinemuse ha presentato in anteprima regionale, il film Thanks! opera prima di Gabriele Di Luca, tratta dall’opera teatrale Thanks for Vaselina.  

In tredici anni di attività, con nove spettacoli all’attivo e il film Thanks!, opera prima di Gabriele Di Luca tratta da Thanks for Vaselina (uscito nelle sale cinematografiche nel 2019 e poi su Netflix), la Compagnia, diretta da Gabriele Di Luca e Massimiliano Setti, fin dai suoi esordi, ha espresso la propria urgenza creativa ispirandosi ad un ideale artistico fortemente “Pop”, popolare, nel senso più alto del termine, ovvero un teatro che pensa allo spettatore fin dalla sua ideazione e scrittura, con storie che desiderano innescare riflessioni sul presente per indagare, non senza profondità e divertimento, i nodi cruciali dell’esistenza umana. Il risultato è un’escursione con­tinua fra realtà e assurdo, fra sublime e banale, attraverso storie che possono essere lette a più livelli. Non meno importante è il lavoro d’attore nell’interpretazione di personaggi forti e caratterizzati fortemente riconoscibili al pubblico, in un percorso drammaturgico della Compagnia teso ad esplorare diversi territori di scrittura, recitazione, messa in scena, senza tralasciare la composizione musicale originale e una personalissima visione estetica.

Carrozzeria Orfeo vuole essere aderente ai temi della realtà proprio per rivolgersi agli spetta­tori, dimostrando che l’impegno civile e sociale possono essere felicemente coniugati ad una visione emozionante, profonda e molto divertente della vita. Storie fruibili a tutti, quindi, che possano riguardare ed interessare la collettività, senza per­dere di forza e urgenza. Un punto di vista sul mondo e sul presente in cui la comune mancanza d’amore dei protagonisti delle storie porta i dialoghi all’eccesso evidenziando gli aspetti tragicomici di esistenze che commuovono e fanno ridere nello stesso istante. I loro tormenti emotivi amplificano l’aspetto umano, raccontando una realtà spinta all’assurdo ma in totale attinenza al nostro quotidiano.

Popolari e profondi, divertenti e irriverenti, crudi e grezzi ma allo stesso tempo fortemente poetici, si muovono su quel fragile confine dove, all’improvviso, tutto può inevitabilmente risolversi o precipitare.

Dopo Thanks for Vaselina e Animali da Bar, itesti più esistenzialisti, e Cous Cous Klan, il più distopico, Miracoli metropolitani è invece quello più politico, in cui il calco umano e drammatico risulta essere più profondo. L’alimentazione, il rapporto con il cibo come forma di compensazione al dolore, come alienazione di un Occidente decadente e sovralimentato, sempre più distratto e imprigionato dai suoi passatempi superflui, la questione ambientale, la solitudine e la responsabilità: sono questi i temi attorno ai quali di sviluppa il mondo di Miracoli metropolitani. Un mondo stupido in uno spettacolo dove si riderà tanto, ma dove non si sta ridendo affatto.

Lo spettacolosi svolge all’interno di una vecchia carrozzeria riadattata a cucina, specializzata in cibo a domicilio per intolleranti alimentari. Fuori imperversa l’allarme di una guerra civile. Il mondo è diventato un luogo inaffidabile, intollerante e meschino dove anche la sanità e la scuola si stanno trasformando in istituzioni ogni giorno più decadenti e incuranti del futuro. Come se non bastasse, la popolazione è terrorizzata da un pericolo imminente: le fogne della città, ormai sature di inquinamento, spazzatura e rifiuti tossici, stanno per esplodere raccontandoci di un pianeta affaticato dalla nostra presenza irresponsabile ma, al tempo stesso, più metaforicamente, di una società che sta per essere sepolta dai suoi stessi escrementi, simbolo di pensieri e azioni malate, di un capitalismo culturale orribile, di un’umanità alla deriva dove la “merda” più che nelle fogne sembra annidarsi nei cervelli.

Miracoli metropolitani è il racconto di una solitudine sociale e personale dove ogni uomo, ma in fondo un’intera umanità, affronta quotidianamente quell’incolmabile vuoto che sta per travolgere la sua esistenza. Siamo di fronte al disfacimento di una civiltà, alla dissoluzione delle relazioni e dell’amore inteso in tutte le sue accezioni, all’azzeramento del ragionamento e del vero “incontro” a favore di dinamiche sempre più malate tra le quali un’insensata autoreclusione nel mondo parallelo del Web, pericoloso sostituto del mondo reale. Il risultato è la più totale solitudine esistenziale, un’avversaria molto più temibile dell’Isis.

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