Milano: ancora su Peter Gabriel
Silvio Sbrigata
22 Mag 2003 - Commenti live!
Peter Gabriel e l'alchimia del suo spettacolo a Milano per il Growing-up World Tour. L'artista inglese, per cinque date porta il suo grande spettacolo in Italia e dedica le due serate dell'8 e 9 Maggio ai fans milanesi.
Milano Peter Gabriel, dopo dieci anni di lavoro in sala di registrazione, si presenta al suo pubblico con un nuovo grande album, Up, ed un tour mondiale, il Growing-Up World Tour, che per ben cinque date lo vede esibirsi in Italia. Per la verità non sono proprio dieci anni di assenza i suoi: poco prima dell'uscita presenta ufficialmente dal vivo Up ai suoi fans con un concerto a sorpresa ad Arzachena, in Sardegna, cui partecipano solo un centinaio di fortunati spettatori. Lo ripropone inoltre, per un pubblico un pò più ampio, in due date a Milano all'Alcatraz, il 16 ed il 18 Settembre passati, a tre giorni dalla data di uscita. Inutile dire che per entrambe le serate è stato registrato il sold-out e che l'allestimento dello spettacolo non era certo quello di adesso. Già perchè l'autore di Biko, fin dai tempi in cui era la mente pensante dei Genesis, ci ha abituati ad una forma espressiva non limitata solamente alle canzoni ed alla loro interpretazione, per cui quando si vede un suo spettacolo si è costretti a rivedere la propria idea di concerto. Per questo motivo chi lo segue da anni non si sarà certamente sorpreso nel trovarsi di fronte ad un palco su due livelli: anzi, di sicuro ha varcato i cancelli del FilaForum nella certezza di assistere ad uno show caratterizzato da trovate geniali, durante il quale, accanto ai suoni, trovano spazio colori, congegni meccanici, sfere di plastica (ricordate la recente kermesse sanremese?), grandi schermi e giochi multimediali. In particolare poi, per le due serate meneghine, anche la consapevolezza di essere immortalati nelle immagini del Dvd che dovrebbe vedere la luce per la fine dell'anno. Ma l'artista inglese non può certo limitarsi a quello che ci si aspetta: a condire il tutto infatti, quasi fosse un ulteriore omaggio ad un paese che ama, anche il piacere di sentirlo introdurre con un italiano, talvolta stentato, comunque sempre arguto e, senza esagerare, da saggio per i contenuti, le canzoni in scaletta. Per cui Si comincia come abbiamo finito , dice prima di aprire da solo alle tastiere il concerto con Here comes the flood, con cui nel '93 chiudeva il Secret World Tour, a sottolineare il fatto che lo spettacolo non è mai finito. C'è solo stata una pausa di dieci anni per arricchirlo. Gli applausi sono subito per lui ma, alla fine della canzone, anche per la band che comincia a popolare lo stage: e così in una tenuta nera uguale per tutti, ecco sul palco il virtuoso anche se un po' in ombra Tony Levin al basso, Ged Lynch alla batteria, l'esordiente (con Gabriel s'intende) Rachel Z al secolo Rachel Nicolazzo alle tastiere, David Rhodes e Richard Evans alla chitarre e, la figlia, Melanie ai cori. La successione dei brani vede alternare brani del nuovo disco e pezzi storici, che poi sono quelli che fanno infiammare la platea. Seguendo questa direttrice il musicista di Surrey inizia a cantare Darkness, per poi passare a Red Rain con una stupenda coreografia con prevalenza, ovviamente del colore rosso. L'ex Genesis è davvero un grande istrione, dimostra di avere una spiccata familiarità con la dimensione live, ma anche di sapersi divertire nel fare il suo lavoro. Quando iniziano a risuonare le note di Secret World, addirittura lascia la tastiera e conquista il centro del palco danzando e seguendo dei movimenti che sono quasi tribali, addirittura sciamanici. Tutto lo show è caratterizzato da momenti di grande suggestione durante i quali lo scambio tra Gabriel ed il pubblico è tenuto sempre vivo dalla sua potente forza espressiva dell'artista. La formula alchemica dello spettacolo, la cui regia è di Robert Lepage, è di sicuro riuscita e si raggiunge il culmine quando l'artista cinquatrenne, introduce The Barry Williams Show dicendo Una volta si diceva che eravamo ciò che mangiavamo, poi si è detto che siamo ciò che indossiamo. Ma in questo millennio siamo ciò che guardiamo , ed è così che si abbassa il secondo palco sul quale Gabriel troneggia con una telecamera utilizzata per riprendere i presenti. Un momento un po' più acrobatico è quello in cui, sempre utilizzando il secondo livello del palco e pedalando un monociclo sottosopra, duetta con la figlia per cantare Downside Up. Il pubblico dimostra di conoscere bene le canzoni di Up, ma ovviamente canta più forte quando vengono suonate le note di Solsbury Hill, Sledgehammer, Mercy Streeet, Digging in the dirt e Don't Give Up. Nota di merito per il travolgente gruppo che fa da supporter, i Blind Boys of Alabama (un Grammy Award nel loro carnet), che dopo avere intrattenuto i presenti per l'ora precedente l'ingresso di Gabriel, risalgono sul palco per cantare insieme a lui Sky Blue. Prima di chiudere la prima parte dello spettacolo l'istrione Peter intona anche Signal to Noise, canzone molto suggestiva nella quale viene invitato chi ascolta a fare sempre una scelta e a non rimanere nel limbo dell'indecisione, Growing Up, per esiguire la quale entra in scena l'ospite più atteso della serata, ovvero la sfera trasparente, ed ancora The Drop e More than This. Per il rientro l'emozione è alle stelle, non solo perchè si ha la consapevolezza che dopo più di due ore sta per finire tutto, ma anche perchè Gabriel comincia a cantare In your Eyes, Come talk to me e per chiudere la struggente Father Son. A volere trovare una pecca si fa fatica, lo spettacolo praticamente risulta perfetto da ogni punto di vista, anche e soprattutto quando si improvvisa. Un artista che ha ormai più di trent'anni di esperienza, in special modo se eclettico come Gabriel, fa fatica a soddisfare le richieste di tutte e tre le generazioni che compongono la schiera dei suoi aficinados, per cui l'unica lamentela che si sente è da riconddurre a coloro che avrebbero voluto sentire dal vivo Shock the Monkey e Biko. Tutto sommato uno dei concerti più entusiasmanti e coinvolgenti che ci siano stati a Milano durante quest'anno e bisognerà aspettare Giugno e Luglio per provare emozioni tanto forti.
(Silvio Sbrigata)