“Messa di Gloria” di Puccini a Ravenna
di Andrea Zepponi
18 Lug 2024 - Commenti classica
Nella Basilica di San Francesco di Ravenna splendida esecuzione della “Messa di Gloria” di Puccini, nell’ambito del Montefeltro Festival.
Per la tredicesima edizione della serie Musica e Spirito, la sera del 14 luglio alle ore 21, sono continuate alla Basilica di San Francesco di Ravenna le manifestazioni del Montefeltro Festival, nella collaborazione tra le due realtà musicali del territorio, Voci nel Montefeltro e La Musica Lirica USA, con la esecuzione della cosiddetta Messa di Gloria di Giacomo Puccini nella sua versione pianistica.
Il musicista lucchese compose la Messa come esercizio per il suo diploma all’Istituto Musicale Luigi Boccherini di Lucca, dove la eseguì per la prima volta il 12 luglio 1880. Tuttavia, il Credo era già stato scritto ed eseguito nel 1878 e fu inizialmente concepito da Puccini come un lavoro autonomo. La composizione fu molto apprezzata per la bellezza della melodia, per la notevole struttura e per l’originalità. Puccini non pubblicò mai il manoscritto completo della Messa e, sebbene fosse stata ben accolta all’epoca, non fu più eseguita fino al 1952 (prima a Chicago e poi a Napoli). Tuttavia egli riusò alcuni dei temi musicali della Messa in altri lavori, come ad esempio il Kyrie nell’opera Edgar e l’Agnus Dei nella Manon Lescaut, utilizzato nel II atto con il madrigale Sulla vetta tu del monte.
La breve introduzione di Ubaldo Fabbri, preparatore e fulcro di tutta l’operazione ha delineato l’impegno e il valore profusi nel concerto.
Evidentemente le celebrazioni dell’anno in corso per il centenario della morte del musicista hanno coinvolto anche il Montefeltro Festival con questa splendida esecuzione sostanziata dal sontuoso Coro La Musica Lirica di cui si è apprezzata la sezione di voci maschili dai suoni coperti, il che è essenziale per l’identità vocale di un coro.
I tenori, anche giovanissimi, erano preparati con cura evidente. Solisti di vero smalto vocale erano il soprano Sonia Rodrigues Bermejo, il tenore Robert Breault, il baritono Stephen Groth e il basso Stephen Cunningham. La pianista, dal tocco nitido che non temeva il riverbero sonoro della basilica di San Francesco, anzi lo sfruttava opportunamente proprio come si fa per il suono organistico, era il Mº Mijin Choi. La spazialità nella basilica ravennate era ampiamente sfruttata anche da tutta la compagine corale diretta magistralmente dal Mº Joseph Rescigno. La dialettica di dinamiche lontana dalla tipica alternanza del barocco, eppure ben articolata nel passaggio dai diversi momenti dell’ordinarium, si articolava in un discorso musicale serrato, molto diverso dalla drammaticità di un Verdi e votato più a un gusto floreale non privo di forza retorica. Notevole lo stacco timbrico del baritono nel Benedictus.
Un Puccini tutto da gustare nel suo preludio, come ha premesso il Mº Fabbri, di momenti lirici di grande fascino: il duetto tenore-baritono in responsione con il coro che confluirà nel madrigale della Manon Lescaut. Un salmodiare “moderno” di grande impatto sull’ascoltatore come poi lo sarà a livello scenico.
La bellezza della Messa pucciniana durante il concerto ravennate stava tutta nell’ampiezza del coro e delle sue voci, protagoniste di una operazione non di recupero ma di espansione del linguaggio pucciniano noto soprattutto per la produzione operistica.
Il merito della proposta musicale sta inoltre nell’aver messo in campo voci di giovani interpreti che si addestrano a vari stili vocali secondo una prospettiva di progresso del gusto e di diffusione dell’arte lirica tra le giovani generazioni soprattutto straniere.
I soggetti notevoli che hanno dato qualcosa in più oltre al loro patrocinio alla produzione sono, oltre ai suddetti, sono la Cappella Musicale della Basilica di San Francesco Ravenna, l’Assessorato alla Cultura del Comune di Ravenna, il Centro Dantesco O. F. M. Conv. Ravenna, Mosaici Sonori, l’AERCO e la Fondazione CAPIT di Ravenna. Alla fine, gli applausi del pubblico presente, nonostante la calura, hanno riempito la basilica fornendo conferme e incentivi per continuare su questa strada ai vari soggetti docenti e ai giovani artisti.