Marlene Kuntz – “Il Vile”


di Francesca Bruni

30 Giu 2023 - Dischi

Continuando nella presentazione di album storici del rock italiano e non solo, dopo anche l’audio intervista a Cristiano Godano, arriva la recensione dell’album datato 1996 “Il Vile” dei Marlene Kuntz.

I Marlene Kuntz dopo il grande successo ottenuto con l’album d’esordio “Catartica” pubblicano nell’aprile del 1996 il loro secondo lavoro dal titolo “Il Vile”, un disco schietto che sa colpire al momento giusto con una poetica ammaliante dall’impatto irruento.    

Distribuito dalla casa discografica indipendente C.P.I. (Consorzio Produttori Indipendenti) punto di riferimento per molti gruppi alternativi italiani e prodotto da Marco L. Lega, l’album è composto da undici brani dalle sonorità criptiche con furore impetuoso tipico dello stile musicale del quartetto piemontese.      

La prima traccia 3 di 3 inizia con una voce seducente accompagnata da riff di chitarre elettriche cigolanti, nella parte centrale del brano subentrano dei cori che sfociano in un impeto “noise rock” attenuandosi sul finale.    

Un’ indignazione dettata da un profondo disinganno prevale prepotentemente in Retrattile, il cui sound infernale si mescola ad una rabbia furiosa con un ritornello dettato da una melodia orecchiabile, la canzone termina con una risata ed un ghigno isterico. 

L’agguato racconta del prima e dopo l’impatto di un incidente stradale, un ritmo” grunge” dai toni tenui introduce il brano ed improvvisamente il silenzio conduce ad un cunicolo infernale per poi esplodere in un rock demoniaco, la morte arriva beffardamente portandosi via la vita in un istante, un brano da ascoltare in solitudine per vivere profondamente questo momento esiziale.  

https://music.youtube.com/watch?v=8Cd-O2FJMag&list=OLAK5uy_my35o9dtGJgOkcYoslbJwQ2vXvhvvmMxE

Timbriche “metal” predominano in Cenere, chitarre “su di giri” ed il basso altalenante accompagnano una voce infuocata rendendo il brano impetuoso ed aggressivo e dal ritmo nevrastenico.

La malinconica Come stavamo ieri è caratterizzata da riff di chitarre sublimi che portano l’ascoltatore a momenti incantevoli, inaspettatamente un rock furibondo conclude la canzone lasciando un piacevole stupore…

https://music.youtube.com/watch?v=IQ7UH8wM2us&list=OLAK5uy_my35o9dtGJgOkcYoslbJwQ2vXvhvvmMxE

Un ritmo teso e cadenzato contraddistingue Overflash, un viaggio fulmineo senza via di ritorno è dettato da un ritornello che sprofonda in un flash letale “viaggiare per non tornare mai più”, memorabile è il trip allucinogeno “voglio una figa blu” urlato a fine ritornello.       

La settima traccia del disco Ape Regina è introdotta da chitarre tenui per poi virare verso un sound “metal” che accompagna una voce disperata caratterizzata da attimi lievi che placano l’angoscia per poi sprofondare negli abissi più bui.

Esangue Deborah è una canzone gracile dal rock languido con un testo struggente in cui prevale una sofferenza silente dettata da uno stato di rassegnazione, un brano più soft rispetto ai precedenti del disco.

Ti giro Intorno è una bellissima ballata d’amore ardente dal ritmo oscillante con una voce passionale che regala al brano un’atmosfera sognante, il testo sensuale è accompagnato da note carezzevoli.

Un rock dinamico ed adolescenziale prevale in E non cessa di girare la mia testa in mezzo al mare le cui parole raccontano di una realtà statica dove il tempo scorre ma non cambia niente.    

Il disco termina con Il Vile, un inno rivolto ad una generazione smarrita e fragile che ha capovolto il concetto tradizionale imposto dalla società, il brano è dettato dal basso suadente con un sound corposo che imprigiona l’anima, il finale con chitarre “noise” ricordano lo stile musicale della band americana Sonic Youth.

“Il Vile” ha rappresentato un punto di svolta con il suo linguaggio originale e d’impatto incarnando le ansie e le incertezze della generazione giovanile dell’epoca, divenendo un disco che ha segnato la storia del rock alternativo italiano degli anni’ 90.  

Ascoltatelo con calma e lasciatevi condurre in questo viaggio dall’affascinante complessità.

Brani

  1. 3 di 3
  2. Retrattile
  3. L’agguato
  4. Cenere
  5. Come stavamo ieri
  6. Overflash
  7. Ape Regina
  8. L’esangue Deborah
  9. Ti giro intorno
  10. E non cessa di girare la mia testa in mezzo al mare
  11. Il Vile 

Band

  • Cristiano Godano: voci e chitarre
  • Riccardo Tesio: chitarre
  • Luca Bergia: batteria
  • Dan Solo: basso

Testi: Cristiano Godano

Produzione artistica: Marco L. Lega (eccetto il brano n. 10: Marlene Kuntz)

Arrangiamenti: Marlene Kuntz e Marco L. Lega

Produzione esecutiva: Gianni Maroccolo

Registrazioni, mixaggi, editing: Marco L. Lega

Le voci sono state registrate da: Bruce Morrison

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