Marlene Kuntz “Bianco sporco”
di Francesca Bruni
27 Mag 2023 - Dischi
Pubblichiamo la recensione del sesto album, “Bianco sporco”, della band piemontese Marlene Kuntz.
“Bianco sporco” è ilsesto album della band piemontese Marlene Kuntz, distribuito dalla Virgin Records, pubblicato l’11 Marzo 2005, disco che segna un passaggio importante per il gruppo dovuto all’abbandono improvviso del bassista Daniele Ambrosoli sostituito da Gianni Maroccolo, ex dei Litfiba e C.S.I.
In questo progetto discografico prodotto dalla band stessa, si percepisce che i Marlene Kuntz hanno intrapreso una strada diversa optando per una poetica più sofisticata senza rinunciare definitivamente a momenti di sano “noise rock”.
Il disco è composto da undici bellissimi brani che portano l’ascoltatore verso un percorso musicale introspettivo tra ciniche verità e sentimenti autentici.
L’ album si apre con l’amara realtà di Mondo cattivo, un sound flemmatico è accompagnato dalle chitarre acute e da una voce che arriva dritto al sodo, il mondo è malvagio ed occorre sopravvivere per poterci stare, staremmo meglio se ci scivolassimo via le cose di dosso ma questo non è sempre possibile.
Un basso silente padroneggia in A chi succhia caratterizzata da un velo di malinconia e da un’arresa consapevolezza, potente è il finale dettato da chitarre tipicamente “noise”.
Il solitario è il ritratto di una persona avvolta nella sua tormentata solitudine, si avverte una sofferenza interminabile e nella parte centrale del brano il suono tende ad un rock dai suoni fragorosi ed una voce in sottofondo esprime un’angoscia, uno dei brani più belli del disco.
Bellezza è un candore in musica dettata da sublimi violini e da una voce che sussurra parole ardenti, cerchiamo la bellezza ovunque in tutti i momenti della vita.
Un fuoco ardente e passioni carnali prevalgono in Poeti caratterizzata da un rock impetuoso che rimanda al gruppo americano Sonic Youth, con questa traccia si torna a ritroso nel tempo a brani come Ape regina contenuto nel secondo album della band “Il vile” del 1996.
Nella sesta canzone dal titolo Amen un’atmosfera mistica percuote l’anima verso cammini infuocati, un vortice di suoni accattivanti e particolarmente raffinati regalano un’immortale intensità.
Il sorriso è dettata da una batteria palpitante e da una ritmica vivace ed energica, un mosaico colorato di suoni che trasmette allegria, discostandosi per un momento dalle nostalgie presenti nel disco.
L’inganno è un pathos struggente caratterizzato da chitarre tenui che improvvisamente esplodono in un dolore lancinante, la fine di un amore può far sprofondare negli abissi più bui.
Delicate parole predominano in La lira di Narciso in cui si ha una parte narrata accompagnata da una sofisticata “celesta” regalando al brano un’atmosfera eterea.
Una grinta predominante introduce La cognizione del dolore,canzone sublime di immensa intensità con un chiaro riferimento allo scrittore e poeta contemporaneo Carlo Emilio Gadda.
L’ album si chiude con la rockeggiante Nel peggio che scorre come una sferzata di energia, cambiando improvvisamente sul finale caratterizzato da una voce silente.
“Bianco sporco” è un’album gracile, candido, dalle ricercatezze musicali eleganti in cui si sente che i Marlene Kuntz sono maturati, indica un segno di passaggio dalle strutture rumoriste dei dischi precedenti a sonorità più armoniose.
Un disco profondo da ascoltare in silenzio.
Brani
- Mondo cattivo
- A chi succhia
- Il solitario
- Bellezza
- Poeti
- Amen
- Il sorriso
- L’inganno
- La lira di Narciso
- La cognizione del dolore
- Nel peggio
Band
- Cristiano Godano: voci e chitarre
- Riccardo Tesio: chitarre
- Luca Bergia: batteria e percussioni
- Gianni Maroccolo: basso
- Testi: Cristiano Godano
- Musica: Cristiano Godano, Riccardo Tesio, Luca Bergia
- Arrangiamenti di archi e tastiere: Rob Ellis
- Violoncello: Eszter Nagypal
- Violino: John Maida
- Chitarra acustica: Riccardo Parravicini (nel brano “Bellezza”)
- Produzione artistica: Marlene Kuntz