Lo spirito di De Andrè aleggia su Musicultura


Francesco Massi

29 Giu 2009 - Commenti live!

Macerata Per la ventesima volta, Musicultura ha scelto. Anzi il popolo di Musicultura. Il vincitore è Giovanni Block, venticinquenne cantautore napoletano che ha conquistato il pubblico con il motivo L'Aquilone. Un pezzo asciutto, dove le parole hanno un peso e si snocciolano in una storia tenera, delicatamente malinconica ma intensa, vestita da una musica che avvolge e completa la poeticità del testo. Un traguardo, quello di Musicultura, centrato dal giovane artista dopo aver portato a casa, l'anno scorso, il Premio Tenco Siae per il miglior autore emergente. Ma un po' in tutta la manifestazione di quest'anno, anche se la maggiore evidenza c'è stata nell'ultima serata, è aleggiato lo spirito di Fabrizio De Andrè. Nel ventesimo anniversario di vita, Musicultura riallaccia un filo diretto artistico con le sue origini, con il suo stesso concepimento. Il Faber è stato, assieme al poeta Caproni, il primo firmatario del Comitato di garanzia della creatura di Piero Cesanelli. E qui, quest'anno, l'impronta poetica a cui ci ha abituati il Festival si è sentita ancor di più, non solo nelle canzoni degli otto finalisti ed in special modo del vincitore, ma anche nelle esibizioni degli ospiti, nella scelta degli stessi. Un'intensità poetica che ha attraversato trasversalmente e con medesima tensione canzoni, produzione letterarie, musica, riferimenti d'impegno sociale (come la seconda serata dedicata alle morti bianche) fino allo stesso cinema, che questa volta entra con una finestra di tutto rispetto a Musicultura con un ospite di prestigio come il regista Ettore Scola ed alcuni minuti di un passaggio emotivamente tra i più profondi del suo Una giornata particolare. Attimi che hanno fatto una delle pagine più raffinate e profonde della cultura, dell'intelligenza e della saggezza tutta italiana quelli dell'incontro sul palcoscenico, nell'ultima serata, del grande regista e dell'eccelso scrittore e giornalista Sergio Zavoli, che ha letto alcune poesie tratte dal suo ultimo libro La parte in ombra. Lo stesso Zavoli che regala con la sua proverbiale pacatezza, perle di una saggezza sempre fortemente radicata all'autenticità della vita e dell'essere umano, ormai rarissima da trovare anche nei cosiddetti intellettuali o maestri del pensiero. Due amici di lunga data, due colossi della cultura, che dovrebbero essere studiati nelle scuole e sicuramente una loro conversazione è molto più di un semplice insegnamento per la vita. Il collegamento con la nascita del festival, questo filo diretto con le origini ed in special modo con Fabrizio De Andrè si materializza sul palcoscenico con la presenza del figlio Cristiano, che con la regia di Pepimorgia (regista da sempre di Musicultura) sta per iniziare un tour di concerti in tutta Italia nei quali canta le canzoni del padre. E proprio qui c'è stato un assaggio con alcuni pezzi simbolo come La Canzone di Marinella, Quello che non ho, Fiume Saint Creek. Cantare per mio padre scandisce emozionato Cristiano De Andrè è come se continuassi a dargli qualcosa d'importante della mia vita. Di lui mi è rimasta la sua grande forza d'animo e la sua profonda coerenza . Ma i fuochi d'artificio finali, celebrazione dell'incontro tra la poetica di Fabrizio De Andrè ed il rock italico di qualità la si ha con la PFM (Premiata Forneria Marconi) che si scatena negli arrangiamenti più famosi di alcuni pezzi del Faber fino a chiudere con la trascinante versione de Il Pescatore con la partecipazione dello stesso Cristiano. Pezzi di arte straordinari incapsulati in momenti unici, irripetibili da consegnare immediatamente alle pagine della storia artistica e non solo della musica e della canzone, destinati a rimanere indelebili negli archivi dell'anima e della mente di chi li ha vissuti. Ma ormai Musicultura ci ha abituati a questi regali che nel tempo mantengono la loro bellezza e la loro vitalità in un continuo rinnovamento.

TUTTI I PREMI
Sipario sceso sulla XX edizione di Musicultura. Eletto il vincitore assoluto del Festival, Giovanni Block, che con il suo brano L'aquilone si è aggiudicato il Premio Banca Popolare di Ancona di 20.000 euro dopo aver già conquistato sabato 27 giugno il Premio UniMarche per il miglior testo.
Grazie al pezzo Quest'amore, invece, a Carmine Torchia sono andati il Premio Siae per la migliore musica e il Premio AFI per la migliore interpretazione e il miglior progetto discografico.
Alle Corde Pazze, infine, è stata conferita la Targa della critica Premio Camera di Commercio di Macerata, per la canzone Sono morto da 5 minuti.
(Francesco Massi)


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