Lo frate nnamorato ritorna a Jesi con successo
Alberto Pellegrino
10 Ott 2011 - Commenti classica
Jesi (AN). à ritornato sul palcoscenico del Teatro Pergolesi Lo frate nnamorato di Giovanni Battista Pergolesi (30 settembre/2 ottobre) in un nuovo allestimento la cui esecuzione è stata affidata al complesso Europa Galante diretto da Fabio Biondi. L'opera è stata interpretata da un ottimo cast formato da Nicola Alaimo (un efficace Marcaniello), Lucia Cirillo (Ascanio), Patrizia Biccirè (Nena), Jurgita Adamonyte (una convincente Nina), Barbara Di Castri (Luggrezia), David Alegret (Carlo), Laura Cherici (Vannella), Rosa Bove (Cardella) e Filippo Morace (un ironico Don Piero).
La vicenda ruota intorno a due famiglie che combinano unioni matrimoniali senza tener conto dei sentimenti dei rispettivi interessati: Carlo intende maritare le nipoti Nina e Nena con il ricco Marcaniello e suo figlio Don Piero, mentre lui si propone di sposare Luggrezia, la figlia dell'anziano signore. Le tre fanciulle sono però tutte innamorate di un bel giovane cresciuto in casa di Marcaniello di nome Ascanio, il quale prova sentimenti amorosi per le due sorelle senza riuscire a fare una scelta. Nina liquida senza tante cerimonie Marcaniello mentre Nena ripudia Don Piero sorpreso a corteggiare la servetta Vannella. La situazione sembra essere arrivata a un punto morto, quando sopraggiunge il colpo di scena con relativa agnizione: Carlo, che ha ferito Ascanio in duello perchè lo ritiene responsabile del falliti matrimoni, riconosce in lui il nipote Lucio, rapito fanciullo dai briganti e quindi fratello di Nina e Nena. Chiarito ogni equivoco sentimentale, Ascanio potrà sposare Luggrezia, mentre Carlo, Marcaniello e Don Piero dovranno cercare altre promesse spose. Opera fondamentale nell'ambito della commedia per musica, Lo frate nnamorato è la prima composizione di Pergolesi, che nel 1732 aveva soltanto ventidue anni. In una Napoli considerata in quel momento la capitale del mondo musicale, l'opera rappresenta un'idea nuova di teatro in musica, nella quale si abbandona il tardo melodramma barocco per puntare sulla vivacità del testo e della musica, che presenta una trasparente semplicità sul piano armonico con una decisa prevalenza delle voci sull'orchestra. Vi appare evidente anche una certa predilezione per il ruolo dei soprani, come è dimostrato dal rilievo dato alle arie di Luggrezia, Ascanio e Vannella, nonchè alla splendida aria di Nena Va solcando il mar d'amore, in cui la voce umana dialoga con la linea melodica del flauto solista, consentendo a Pergolesi di trovare delle soluzioni musicali collegate alle immagini del testo di Gennarantonio Federico, con abbellimenti vocali e affascinanti passaggi flautistici.
Questa edizione jesina, oltre ad apparire valida sotto il profilo musicale per l'efficace impasto di voci e strumenti, ha presentato dei passaggi comici molto graditi dal pubblico grazie alle soluzioni registiche dell'argentino Willy Landin, che ha saputo dosare con equilibrio le componenti sentimentali e quelle comiche. Egli ha inoltre scelto come chiave di lettura la strada dell'attualizzazione, abbandonato le eleganti mollezze del rococò per trasferire la vicenda in una Napoli degli anni Cinquanta nella quale sono state ricreate le atmosfere di Eduardo De Filippo e dell'Oro di Napoli di Marotta. La vicenda è stata ambienta nella piazzetta di un quartiere popolare, negli interni delle case e sui balconi che vi si affacciano tra vicoli, panni stesi al sole e luminarie stile Piedigrotta. Non sono mancati nemmeno alcuni colpi di teatro come la scena d'apertura dove Martusciello fa il guardone , occhieggiando una bella e discinta fanciulla che s'intravvede nella finestra di fronte; l'arrivo in Vespa del vanesio Don Piero; la bella scena quasi danzata in un classico caffè napoletano dove, mentre fuori cade la pioggia, Vannella canta la celebre aria Chi disse ca la ffemmena.
(Alberto Pellegrino)