L’intramontabile bellezza de Il Lago dei Cigni al Ravenna Festival
di Elena Bartolucci
7 Ott 2014 - Commenti danza, Danza
Non stupisce affatto la bravura conclamata di uno dei più importanti corpi di ballo ovvero quello del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo, che ha mostrato la quintessenza del vero balletto classico, nonostante in scena non vi fossero come la sera precedente le stelle Olga Esina e Xander Parish. Eleganza e perfezione nella danza sono le parole che meglio possono descrivere la rappresentazione de Il Lago dei Cigni, che sarà replicata ancora il 7 ottobre sempre al Teatro Alighieri, dove la straordinaria Trilogia d’Autunno in programma per il Ravenna Festival vede anche la rappresentazione di Trittico ‘900’ e Giselle.
Il balletto, diviso in tre atti (quattro scene), è ideato seguendo le celebri musiche di Pëtr Il’ich Chajkovskij su libretto di Vladimir Begicev e Vasilij Gel’cer eseguite con maestria dall’ Orchestra Giovanile del Teatro Mariinskij diretta dal maestro Boris Gruzin.
Nel primo atto si assiste al prologo che ha luogo nel parco del castello,realizzato con uno scenario naturalistico dipinto sullo sfondo e delle fronde di alberi cadenti dal gusto un po’ retrò ma che non invadono la scena con orpelli aggiuntivi inutili. Assieme a degli amici il principe Siegfried festeggia il suo compleanno brindando e divertendosi grazie anche all’intrattenimento del giullare di corte. Non appena giunge la regina madre, il principe viene bonariamente rimproverato per aver nascosto la festa, ma gli viene subito annunciato che l’indomani verrà dato un ballo solenne in suo onore. Vi sono state invitate le fanciulle dei migliori casati nobiliari e fra loro il principe dovrà scegliere la propria fidanzata. In segno di riconciliazione, Siegfried porge un mazzo di rose alla madre, che si allontana, mentre la festa riprende. Scende la notte e gli ospiti se ne vanno, lasciando il principe solo nel parco, che, visto uno stormo di cigni bianchi attraversare il lago, decide di inoltrarsi nella foresta, desideroso di cacciarli.
Nella foresta, illuminata dalla luce azzurrognola della luna, alcuni cigni bianchi nuotano nel lago, ma in realtà sono delle fanciulle che sono state trasformate in uccelli dal crudele mago Rothbart. Solo di notte possono assumere sembianze umane e unicamente il voto di un amore fedele potrebbe spezzare l’incantesimo. Quando Siegfried sta per colpire un cigno avvicinatosi a riva, il volatile si trasforma all’improvviso in una splendida fanciulla. È Odette, la regina delle fanciulle-cigno e la sua sconvolgente bellezza colpisce il principe che cerca di catturarla, mentre lei gli sfugge, confondendosi fra le altre fanciulle. Appena Siegfried la raggiunge, le giura il suo eterno amore e anche Odette corrisponde il suo slancio passionale. All’alba, però, Odette se ne va dopo essersi tramutata di nuovo in cigno.
Nel secondo atto si assiste al ballo nel castello, dove sfilano molte delle più belle principesse bardate in delle sfolgoranti vesti, ma Siegfried è distratto dal pensiero di Odette e non è attratto da nessuna di loro. All’improvviso uno squillo di tromba annuncia l’arrivo del mago Rothbart e della figlia Odile. Il principe è colpito dalla seducente fanciulla, alla quale un altro incantesimo del mago ha dato le sembianze di Odette. Siegfried, abbagliato dal fascino della ragazza, la dichiara come prescelta fra tutte, ma guardando fuori dalla finestra del castello scorge l’amata Odette, disperata per il suo tradimento. Sconvolto, il principe si precipita fuori dal castello per correre allo sponde del lago, dove il conclusivo terzo atto si consuma tra le buie luci della notte. Trepidanti le fanciulle-cigno stanno danzando in attesa del ritorno di Odette, la quale poi racconterà loro del triste accaduto. Non appena giunge Siegfried, le chiede disperato il suo perdono, professando tutto il suo amore per lei. Rothbart, però, si oppone al ricongiungimento dei due innamorati, chiamando a raccolta un gruppo di cigni neri per separarli. Siegfried lotta con il mago e gli rompe un’ala; mentre egli stramazza a terra, finalmente l’incantesimo si spezza. L’amore trionfa e il sole sorge illuminando il principe con la sua Odette e le altre fanciulle, liberate per sempre dal sortilegio.
Una vera e propria ovazione per la splendida performance di Oxana Skoryk (Odette-Odile), che ha saputo rendere la leggiadria e la malinconia della figura della fragile regina dei cigni in modo strepitoso e altrettanto angelico; Yevgeny Ivanchenko (il principe Siegfried), a tratti poco convincente, è stato offuscato di gran lunga dalla bravura e dalla bellezza della sua partner; al contrario di Andrey Yemakov (Rothbart), che, con una fisicità prorompente, ha dato dimostrazione di grande padronanza della scena. Una menziona particolare a personaggi secondari ma altrettanto complementari alla riuscita del balletto ovvero Ekaterina Mikhailovtseva nel ruolo della regina madre; Soslan Kulaev in quello del precettore del principe, che, con la sua simpatia e semplicità, ha conquistato una cascata di applausi come il suo collega danzatore Ilya Zhivoy nelle vesti del giullare, che ha dimostrato una bravura encomiabile oltre che a una spiccata teatralità in ogni sua più piccola movenza.
Vanno citati anche Sofya Skoblikova, Anastasia Nikitina ed Ernest Latypov nelle vesti degli amici del principe; Nadezhda Batoeva e Anastasia Nikitina erano i due cigni; Anastasia Asaben, Evgenya Emelyanova, Anastasia Sogrina e Anna Lavrinenko che hanno animato le leggiadre movenze dei cigni piccoli, le quali hanno dimostrato una leggera difficoltà in allineamento nel mantenere le linee rette; Diana Smirnova, Viktoria Brileva, Ekaterina Chebykina e Yulianna Chereshkevich hanno dato vita invece ai cigni grandi; inoltre, Viktoria Brileva, Yulia Kobzar, Trofim Malanov e Kamil Yangurazov si sono esibiti nella danza spagnola, Anna Lavrinenko e Denis Zainetdinov nella danza napoletana, Anastasia Zaklinskaya e Boris Zhurilov nella danza ungherese e Alexandra Somova, Maria Lebedeva, Irina Prokofyeva, Alisa Boyarko, Alexey Kuzmin, Dmitry Pykhachev, Dmitry Sharapov e Maksim Petrov nella Mazurka.
La coreografia porta la firma dei due storici coreografi Marius Petipa e Lev Ivanov, il cui adattamento e la direzione dell’allestimento sono stati curati da Konstantin Sergeev, le scene sono di Igor’ Ivanov e i magnifici e sfavillanti costumi di Galina Solov’eva.