L’interpretazione di Concita De Gregorio e la voce di Erica Mou incantano
di Elena Bartolucci
5 Ott 2022 - Commenti teatro
La rassegna “Libri a 180 gradi”, a Sant’Elpidio a Mare (FM), regala una serata declinata tutta al femminile con lo spettacolo Un’ultima cosa. Cinque invettive, sette donne e un funerale di e con Concita De Gregorio. Musica dal vivo della cantautrice Erica Mou.
Sant’Elpidio a Mare (FM) – In programma al teatro Cicconi per la rassegna “Libri a 180 gradi” è stato presentato lo spettacolo Un’ultima cosa. Cinque invettive, sette donne e un funerale di e con Concita De Gregorio. Uno studio intimo e personale che ha condotto la sua interprete principale in un lungo percorso di ricerca durante il quale si è appassionata alle parole e alle opere di alcune delle figure femminili più conturbanti e interessanti del Novecento. Donne spesso rimaste all’ombra di qualcuno, il cui peculiare talento ha comunque lasciato un segno forte e tangibile nella cultura italiana e non solo del ventesimo secolo.
La De Gregorio ha infatti dichiarato: “Ho studiato il loro lessico fino a ‘sentire’ la loro voce, quasi che le avessi di fronte e potessi parlare con loro. Ho avuto infine desiderio di rendere loro giustizia. Attraverso la scrittura, naturalmente”.
La drammaturgia dello spettacolo è un vero e proprio lavoro certosino di montaggio che dà vita a cinque quadri in successione: le donne prendono parola in scena sviscerando i loro pensieri e raccontando piccoli momenti della loro vita.
La chicca dello spettacolo è stata la musica eseguita dal vivo dalla cantautrice di origini pugliesi Erica Mou, una magnifica voce cristallina che ha creato un incredibile magia: l’intonazione perfetta e la particolare scelta di canti popolari e ninne nanne eseguite sempre a cappella fanno da perfetto controcanto all’intera serata esaltando al massimo la narrazione.
La De Gregorio, scrittrice, giornalista nonché editorialista di Repubblica, ha senza ombra di dubbio portato in scena con grande pacatezza e teatralità un’interpretazione d’autore, ben calibrata che ha saputo valorizzare non solo il ricordo di donne poco celebrate nell’epoca contemporanea ma che ha anche dato grande spessore a ogni singola parola e dettaglio di queste cinque creature forti, passionali, selvagge, fragili, determinate e rivoluzionarie.
La prima figura femminile presa in esame è quella di Dora Maar, fotografa surrealista, poetessa e pittrice nonché musa di Pablo Picasso, con cui visse un amore tormentato. Poi arriva la poetessa, l’organista e l’etnomusicologa Amelia Rosselli e a seguire Carol Rama, una eclettica artista, famosa per aver rappresentato affascinanti nudi di donne. È poi il turno di Maria Lai, artista che ha inventato i “libri cuciti” tenendo insieme, coi suoi fili dorati, persone, paesi e montagne. In conclusione, arrivano poi le sagge parole di Lisetta Carmi, pianista affermata, che interrompe la carriera concertistica per dedicarsi alla fotografia, realizzando preziosi reportage.
A ognuna di esse la De Gregorio dedica un’orazione funebre, in cui dà loro la possibilità di raccontarsi immaginando di essere al proprio funerale per far conoscere chi sono state per davvero. L’autrice utilizza parole che hanno effettivamente pronunciato o scritto in vita e in qualche raro caso parole che altri, chi le ha amate od odiate, hanno scritto di loro.
Un ottimo esperimento teatrale che è stato decisamente apprezzato anche dal pubblico in sala che ha saputo riconoscere subito l’immancabile bravura delle due straordinarie interpreti sul palco.
Lo spettacolo è una produzione Teatri di Bari – Rodrigo in collaborazione con Antonio Marras. La regia asciutta e precisa è firmata da Teresa Ludovico, mentre le scene e le luci sono di Vincent Longuemare.