L'INCANTO DI CAPOSSELA A MACERATA
Francesca Giacomini e Simona Morbiducci
7 Ago 2001 - Commenti live!
31 luglio. Pochi minuti alle 22.00 e lo spettacolo inizia. E sì perchè questa volta, come molte altre volte, oltre ad un eclettico concerto si è trattato di un vero, autentico spettacolo.
Il circo montato intorno al maestro Capossela e la sua band è stato in grado di ammaliare il pubblico presente nella magica atmosfera dell'Arena Sferisterio di Macerata.
La donna cannone spadroneggia in uno scenario quasi onirico con la complicità di otto compagni di scena straordinari. Il repertorio sempre diverso, con gli arrangiamenti di un pianoforte animato dalle dita di un artista che sul palcoscenico si concede davvero, si esalta e si consegna con i suoi ritmi rarefatti e singhiozzanti, ai suoi spettatori.
Capossela ammaliato da una luna che sembra una palla da rugby, omaggia il pubblico di Macerata con emozioni che solo artisti del suo calibro sanno regalare.
Agita le sue splendide ali nere da Corvo torvo, salta sulla bici del suo luna park virtuale e pedala all'impazzata, scherza e spara con una pistola giocattolo dalle mille luci e dai mille suoni che riecheggiano in quell'ambiente circense, da luna park, da favola che la gente presente non vorrebbe finisse mai. Diletta il suo pubblico con un remake di canzoni lasciate un po' indietro nel tempo, mai dimenticate e graditissime ai suoi fan di lunga data, da chi lo segue ormai rapito dalle atmosfere di una Camera a sud, e trascina nella sua maniera singolare e soffice gli applausi fino alle sue Canzoni a manovella.
Romantico senza smancerie, ironico senza cinismo, peculiare senza nulla di aggiunto.
Il concerto di quasi due ore termina con la gente in piedi, una platea scomposta che salta e si esalta, in quel luna park inventato dal timido artista, il timido Capossela che, sul palco, con abili e incantate doti da trasformista diventa ritmo, musica, magia, artista di primissima classe e il ballo di San Vito, non accenna a passare.
Poi le luci si spengono, Vinicio concede dei bis e strega con un aria latina il pubblico in piedi facendolo dondolare a suon di musica. Dopo gli assolo finali degli artisti, musici ambulanti e straordinari, le luci dello Sferisterio si riaccendono e la gente se ne va, allontanandosi sotto una luna che solo lui potrebbe definire una palla da rugby, ma che a guardarla bene, non potrebbe essere descritta in altri modi.
Rimane un gruppo ridotto di persone che l'incantatore della serata omaggia, uscendo dal camerino, con saluti e autografi. Si concede alla platea superstite rimasta per ringraziarlo. E' disponibile, e paziente. Esce dalla sala stampa con la sua aria da sognatore d'altri tempi, timido, gentile, raffinato. Si allontana dal gruppetto e va a godersi dalla gradinata lo spettacolo a luci accese di un'Arena che regala a lui e alla gente accorsa ad assistere al suo concerto, una stupenda serata d'estate. Grazie Vinicio. Torna a incantarci presto.
(Francesca Giacomini e Simona Morbiducci)