L’HEURE EXQUISE: VARIAZIONI SU TEMA DI SAMUEL BECKETT


di Elena Bartolucci

11 Ago 2022 - Commenti danza

Uno spettacolo di teatro e danza in grado di emozionare e concludere la 29° edizione di Civitanova Danza.

Civitanova Marche – Giovedì 4 agosto si è conclusa in un gremitissimo teatro Rossini l’edizione 2022 di Civitanova Danza con due grandi stelle: Alessandra Ferri e Thomas Whitehead.

Con L’heure exquise, basato su Oh, les beaux jours (Giorni felici), uno dei momenti più alti del teatro di Samuel Beckett, la Ferri celebra i quarant’anni di carriera interpretando Winnie – una ballerina âgée immaginata nel 1998 da Maurice Béjart per Carla Fracci – che, nella sua malinconica solitudine, vive nei gioiosi ricordi dei bei tempi andati. Willy, impersonato da Thomas Whitehead, è un ex-partner di lei, sommersa da una montagna di vecchie scarpette da punta e altri piccoli oggetti di scena che cercano di raccontare il suo vissuto.

In realtà per Alessandra Ferri si è trattato di interpretare un altro personaggio femminile dopo Virginia Woolf, Eleonora Duse e Léa di Chéri, tutte donne eccezionali che appartengono a questo capitolo della sua vita. La danzatrice ha infatti dichiarato: “Nel 2021 sono 40 anni da quando sono entrata al Royal Ballet a Londra iniziando così il mio viaggio artistico. Per celebrare e festeggiare con il pubblico questo traguardo cercavo un ruolo significativo, mai interpretato, giusto ed emozionante per l’artista che sono ora. Riordinando il mio archivio ho trovato una pagina che parlava di un lavoro di Maurice Béjart basato su uno straordinario testo di Samuel Beckett, Giorni Felici. Un caso? Mi piace pensare piuttosto a un “segno”, una concatenazione di date, anniversari, emozioni: ho scoperto che nel 2021 saranno 60 anni da quando Beckett scrisse il famoso play. […] Non ho avuto dubbi, ho sentito che era quello il ruolo che cercavo.”

I pochi testi che vengono pronunciati come una sorta di flusso di coscienza sono parole o frasi sconnesse di una ballerina nel momento della danza o del riposo, ma in realtà l’elemento principe di questa liturgia è il silenzio riempito poi dal solo rumore delle scarpette, di risate isteriche e dei movimenti energici compiuti sul palco.

Questa prima ed esclusiva regionale dalla durata di poco più di un’ora celebra la danza con la D maiuscola grazie a una delle più grandi danzatrici italiane dell’epoca contemporanea, ancora in attività, che ha saputo dimostrare come, nonostante l’età, la disciplina, la grazia e la danza non conoscono alcun limite.

La maggior parte del pubblico sarà forse rimasto deluso dall’insolita struttura drammaturgica di questa opera sperando di poter vedere la famosa ballerina cimentarsi in un maggior numero di piroette e passi di danza, la quale ha invece portato in scena una fortissima interpretazione grazie anche all’ottimo sostegno ricevuto in scena dal danzatore/attore al suo fianco, Thomas Whitehead.

La scenografia, spiazzante e fiabesca al tempo stesso, regala una magia senza tempo grazie a quella montagna rosa di scarpette da danza in cui l’étoile affonda fino in vita il suo corpo esile.

La regia e la coreografia sono firmate da Maurice Béjart ed è stata rimontata da Maina Gielgud su gentile concessione della Fondation Maurice Béjart. Per le musiche sono state utilizzati Cinque pezzi per orchestra di Anton Webern – London Symphony Orchestra diretta da Antal Dorati, Symphony n. 4 III movimento (Poco Adagio) di Gustav Mahler – Berliner Philharmonic Orchestra diretta da Herbert von Karajan, Fantasia in DO Minore K.475 di W.A. Mozart, al pianoforte Glenn Gould, Heure exquise qui nous grise dall’operetta La vedova allegra di Franz Lehár e Tea for Two dal musical No No Nanette.

Le scene sono di Roger Bernard, le luci di Maina GielgudMarcello Marchi, i costumi di Luisa Spinatelli e le scarpette sono di Freed of London Official.

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