“L’Elisir d’Amore” al Teatro Amintore Galli di Rimini
di Roberta Rocchetti
2 Gen 2025 - Commenti classica
Abbiamo assistito a un bel allestimento dell’opera “L’Elisir d’Amore” di Gaetano Donizetti al Teatro Amintore Galli di Rimini. Successo per tutti i comparti.
(Foto STUDIO PARITANI RIMINI)
Chissà se tra i tanti riti propiziatori che prendono forma tra l’ultimo giorno dell’anno vecchio e il primo del nuovo si può aggiungere anche l’ascolto de L’Elisir d’Amore di Donizetti, perché è pacifico che questa bellissima e a volte forse sottostimata opera del compositore bergamasco possieda un’energia positiva, saranno i buoni auspici declamati in chiusura da Dulcamara ma questa è davvero un’opera talismano.
Sarà per questo che il Teatro Amintore Galli di Rimini ha deciso di aprire con Elisir il 2025 con la prima a Capodanno e due repliche il 2 e il 4 gennaio ed è proprio alla prima che abbiamo assistito in una Rimini per nulla assonnata ma già brulicante di vita nel primo pomeriggio dell’anno.
Una messa in scena tradizionale, addirittura con un’illusione di fondali dipinti (a cura di Dario Sgamba con la collaborazione alle luci di Alessandro Criscione) serena e confortante, una ricostruzione di un accogliente paesino dell’entroterra, con le sue casette di mattoni a vista i piccoli cortili e le sagre paesane retaggio di culti dimenticati che fanno troneggiare un albero di maggio nel secondo atto nelle scene di Gabriele Sassi.
Belli, semplici, colorati ma armonici i costumi di Carla Galleri.
La regia di Carlo Tedeschi ha anch’essa tenuto un assetto tradizionale ma è risultata funzionale e ordinata in un contesto assai affollato tra comparse, coro e corpo di ballo spesso fuso in un soggetto unico dalle cento teste, una citazione anche per l’assistente alla regia Francesco Troilo di Carlo, talento multiforme presente anche sul palco che abbiamo avuto modo di valutare in altre occasioni e per il quale, a proposito di previsioni di inizio anno, prevediamo un futuro ridente.
Il corpo danzante composto dal Balletto Compagnia RDL guidato da Matteo Mecozzi è risultato infatti perfettamente integrato nella drammaturgia a cui ha dato un gioioso contributo di freschezza e movimento, buono anche il Coro Lirico Città di Rimini Amintore Galli guidato da Marcello Mancini, qualche piccola sbavatura rispetto al golfo mistico la riteniamo il giusto tributo all’emozione della prima.
Sul versante vocale ottima prestazione per Isidora Moles nel ruolo di Adina, il soprano serbo ha il physique du rôle e la voce, è bella, agile e sbarazzina, non pena nel muoversi e cantare contemporaneamente e mostra fluidità e controllo del proprio strumento.
Danilo Formaggia ha dato corpo all’ingenuo Nemorino, un personaggio che il tenore milanese ha voluto espressivo ma semplice, con un declamato piuttosto naturale che ne ha accentuato la sprovvedutezza, per poi trovare una matura consapevolezza nella Furtiva Lagrima che gli è valsa un apprezzamento personale da parte del pubblico.
Molto interessante il Belcore di Marzio Grossi il quale ha esibito mestiere e una voce piena e di ottima pasta.
Mattia Venni ha rivestito gli eccentrici panni del rutilante Dulcamara, ottimo basso buffo ha ottenuto in chiusura di sipario un trionfo personale tributato dal pubblico in sala, la voce è buona e ben impostata, forse il personaggio va caratterizzato e definito un filo di più a livello di interpretazione vocale ma ci è piaciuto.
Chiara Mazzei ha rivestito i panni di una maliziosa e frizzante Giannetta.
Stefano Giaroli ha diretto l’Orchestra Sinfonica delle Terre Verdiane con verve e coesione, prediligendo una lettura che ha evidenziato la leggera spensieratezza del soggetto. Successo vivo per tutti in chiusura, e uscendo ognuno di noi ha portato via come auspicio per l’anno nascente qualche ideale goccia dell’elisir mirabile e non siamo neanche più così convinti che Dulcamara sia solo un furbo e simpatico imbroglione, ogni volta che si esce da teatro si sa che la magia a cui si è assistito è stata indiscutibilmente vera.
Ho avuto l occasione di vedere la kermesse teatrale e sono stato colpito dalla bravura dei partecipanti nel loro complesso data da una regia encomiabile complimenti la standing ovation ne è stata la conferma
É bello vedere la lirica a Rimini; città che amo tanto. É stato molto emozionante questo Elisir d’amore, cantato e diretto magistralmente con un’ottima regia! Bella gente, elegante e felice. Di quella serenità d’animo che solo il bel canto regala! La bellezza del teatro ha poi fatto da contorno alla luminosa piazza Cavour! Grazie!