Le Marche fotografate da Paolo Verdarelli


di Alberto Pellegrino

18 Gen 2016 - Libri

Diagonale con gabbiano e lampione acceso MusiculturaonlineLe Marche sono una regione al plurale e quindi estremamente diversificata e complessa, per cui è quasi impossibile rappresentarla in modo organico nella sua totalità, ma è necessario, se si vogliono raggiungere dei risultati apprezzabili, sezionarla per aree omogenee o addirittura per vallate. È opportuna pertanto la scelta fatta da Paolo Verdarelli, appassionato e sensibile fotografo camerinese, a intitolare il suo volume fotografico Per Mare & Per Monti. Piccole storie marchigiane (Università di Camerino, Italia Expo, 2015), nel quale racconta con le immagini una fascia della nostra regione che parte dai confini dell’Umbria, ha come baricentro la città di Camerino per arrivare, attraverso alcune valli, lungo le coste dell’Adriatico da Civitanova a Fano.
Verdarelli inizia questo suo fantastico viaggio iconico dal “confine occidentale” rappresentato da quella parte della catena dei Sibillini che ha il proprio vertice nel Monte Vettore. “Da queste partiMonti Sibillini Musiculturaonline – dice Verdarelli – le montagne sono belle, specie d’inverno, quando la neve fa paesaggio e la luce del tramonto fabbrica chiaroscuri”. Qui è possibile ammirare l’altipiano di Castelluccio di Norcia con le sue geometrie e i suoi colori, lo splendore delle nevi, l’alternarsi di luci e ombre che giocano sugli ondulati orizzonti dei monti fino a Forca di Presta.
Con un grande salto si arriva a L’Alba sull’Adriatico, il confine orientale caratterizzato da labili segni sulla sabbia, dalle dorate iridescenze della nascente luce solare, dall’azzurro delle nubi che si confondono con l’azzurro del mare, in un continuo gioco di colori che formano uno straordinario palcoscenico naturale, dove “il sole è più vicino che altrove, sembra di poterlo toccare. Sul mare oleoso si dispongono gli esseri viventi, uomini e gabbiani, presenze lievi che Il vecchio e il mare Musiculturaonlinesi perdono nello spazio infinito”. Il mare non è solo bellezza naturale, ma è anche segnato da una presenza costante e a volte invasiva dell’uomo e delle sue abitazioni: per rappresentare questo mondo Verdarelli sceglie delle astrazioni dell’architettura, presente come una metafora iconica dell’abitare; pertanto, egli gioca tutto sulla forma e sul colore con un evidente riferimento e quindi un omaggio alle geometrie cromatiche di Franco Fontana. Il risultato è una sequenza di grande eleganza compositiva, dove è soprattutto il colore a dettare la linea delle forme caratterizzate da un susseguirsi di colori caldi e avvolgenti (l’azzurro, il giallo, l’arancio e il rosso intenso), realizzando delle geometrie che sono tra le cose migliori dell’autore e che vivono di vita propria, perché fanno dimenticare di essere le componenti di entità ben definite nel loro astratto e continuo rapporto tra la forma e lo spazio infinito del cielo.
Con un cammino a ritroso nell’entroterra della Marca, si ritorna a Camerino che diventa luogo privilegiato dei sentimenti e delle memorie dell’autore che ama raffigurare questo borgo arroccato sul colle soprattutto attraverso le sue architetture e i suoi monumenti avvolti nelle nebbie oppure ammantati di neve. Verdenelli, rimanendo nell’alta Marca, si lascia attrarre dalleTeatro a cielo aperto Musiculturaonline imprevedibili  geometrie cromatiche alla Mondrian colte sulla facciata di un’abitazione di Pieve Torina, piccolo centro dell’hinterland camerinese; sente il richiamo di Elcito, un antico e semideserto villaggio abbarbicato alla roccia alle falde del Monte San Vicino; ritorna a farsi prendere dal fascino della natura, questa volta rappresentata dagli animali allo stato libero che ancora popolano la montagna; quindi ridiscende verso Oriente per incontrare le “colline del verdicchio” che costituiscono uno spettacolo affascinante con le loro geometrie disegnate dalla mano dell’uomo.
L’autore ritorna sulla costa adriatica attratto da particolari segni dell’uomo: il porto di Fano con le sue geometrie, con i suoi malinconici skyline disegnati dalla fosca luce di un temporale, con la statua del “mitico” Lisippo che si staglia contro un cielo attraversato dall’arcobaleno; ancora il molo di Fano che diventa un palcoscenico popolato di pedoni e ciclisti, di una varia umanità parcheggiata sulle panchine a godersi l’immensità degli spazi. Vi sono poi altri modi diversi di “essere mare”: le distese di sabbia, la ragnatela delle reti, gli arcobaleni lungo le coste di Senigallia, Falconara, Porto Recanati, Civitanova, la memoria di una storia recente e drammatica segnata dall’imponente Monumento ai Caduti di Ancona che si affaccia sull’Adriatico come una prora.
140 finale MusiculturaonlineQuesto viaggio marchigiano del presente e della memoria, dagli Appennini al mare, non poteva tralasciare un richiamo alla vita quotidiana degli umani attraverso la street photography, quella che permette di cogliere l’attimo della donna che fa scoprire il mare alla propria bambina, dell’uomo impegnato a osservare l’eclissi solare, della bambina felice tra i mostri del parco giochi, dell’uomo di colore che si disseta a una fontana pubblica, di coloro che passeggiano sui moli quando la luce del giorno sta impallidendo e la notte non ha ancora invaso il cielo. Sono presenti infine alcuni momenti festosi e spettacolari rappresentati dal teatro di strada, dal Carnevale, dalle manifestazioni storico-folcloristiche di Offida, dagli appuntamenti giovanili come la maratona di Fano, il Cater Raduno e il Summer Jamboree di Senigallia.
Con quest’antologia d’immagini, scattate tra il 2012 e il 2015, Verdarelli è riuscito a tracciare un personale e convincente ritratto della sua regione attraverso un percorso fatto di montagne e colline, di spiagge e monumenti, di azioni quotidiane e di varia umanità, un percorso variegato, affascinante e complesso come è la vita della nostra regione.

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