La “Triologia delle religioni”: tre racconti del grande Hugo Pratt
di Alberto Pellegrino
Ritorna sulla scena un libro prezioso per tutti gli appassionati del fumetto e per i molti ammiratori di Hugo Pratt, uno dei grandi narratori per immagini del Novecento. Si tratta del volume Trilogia delle religioni (Rizzoli/Lizard, 2021), nel quale sono riuniti i tre racconti Jesuit Joe, La macumba del gringo, A ovest dell’Eden pubblicati alcuni anni indietro nella preziosa collana Un uomo un’avventura della Sergio Bonelli Editore e ormai quasi introvabili.
Tra i grandi autori che hanno firmato i trenta volumi di allora, non poteva mancare la presenza di Hugo Pratt, che ha messo da parte l’ormai leggendario Corto Maltese per realizzare tre graphic novel che ancora oggi mantengono intatto tutto il loro fascino, grazie all’intrecciarsi di atmosfere tra sogno e realtà, avventura e mistero, religione e magia, collocandosi a metà strada tra Cuore di tenebra di Joseph Conrad e Il deserto dei tartari di Dino Buzzati. Densi di riferimenti storici, biblici e letterari, questi racconti sono dei piccoli capolavori per la presenza di personaggi inquietanti, per il magico tratto del disegno, il fascino del colore, l’essenzialità e l’efficacia del lettering, l’uso intelligente delle onomatopee, lo straordinario impatto narrativo di tante “tavole mute”, nelle quali non si avverte minimamente l’assenza della parola.
Gesuita Joe
Prat colloca la vicenda del primo racconto nell’affascinate paesaggio del Canada con i suoi boschi, i fiumi e i laghi, i grandi territori semidesertici, ambientandola in un preciso contesto storico, dove s’incrociano le tribù dei nativi Cree e Inuit, la leggendaria polizia a cavallo Royal Canadian Mounted Police fondata nel 1873, i meticci franco-canadesi discendenti da quei ribelli che nel 1885, guidati da Louis Riel, si erano opposti al governo britannico per rivendicare i diritti politici e sociali di una minoranza etnica e cattolica che voleva difendere la propria identità culturale.
Pratt, con il coraggio di una grande maestro, apre questa storia affidandosi per undici pagine alla forza narrativa delle sole immagini, una lunga sequenza nella quale Gesuita Joe trova in una capanna e indossa la divisa di caporale della polizia canadese; uccide due pericolosi criminali; elimina uno stregone Cree per salvare un bambino bianco da un sacrificio umano, affidandolo a una famiglia Inuit. Questo strano poliziotto, che scalpa le sue vittime, raggiunge il Villaggio di Lago Artillery e si reca nella casa di Padre La Salle, il sacerdote che l’ha cresciuto e che gli ha insegnato la necessità di soffrire per meritare il Paradiso. Ora vuole sapere quanto dolore sa sopportare un “predicatore della sofferenza” e gli pianta un coltello nel palmo della mano destra. In una taverna incontra un’altra Giubba Rossa che gli affida i coniugi Thorpe da tradurre a Forte Resolution, ma Joe li lascia liberi per continuare il suo viaggio segnato da una scia di sangue. Trova un certo Pete che, con un socio, attira i viaggiatori facendo prostituire una bella meticcia per poi assassinarli. Joe uccide i due malviventi e la povera ragazza, nonostante si tratti di sua sorella, perché ha accettato di essere una prostituta in cambio di false promesse; quindi dà fuoco alla capanna per tagliare tutti i ponti con il passato. Joe riprende il suo viaggio esistenziale: uccide cinque indiani per strappare alla tortura e alla morte Jim Cashel, il padre del bambino che lui aveva salvato; strappa alla morte il sergente Fox caduto sopra un lastrone di ghiaccio in mezzo al fiume e gli salva ancora la vita liberandolo dall’assalto di un gigantesco orso grizzly. Il giorno dopo il sergente Fox ammanetta Gesuita Joe e gli ricorda che ha seguito le tracce lasciate dai suoi omicidi, dai suoi atti di giustizia e di pietà. Fox vuole sapere il suo vero nome e Joe dice di chiamarsi Joseph Montour Riel, di essere il discendente del folle visionario Loius Riel che ha combattuto per la sua gente e per un Canada libero. Fox, che in fondo ammira questo prigioniero che ha ripulito la regione da pericolosi criminali, gli toglie le manette dietro la promessa di non fuggire, ma Gesuita Joe è un uomo che insegue la libertà. Così un colpo di fucile chiude questa storia: chi sarà il sopravvissuto? Il sergente della polizia a cavallo o lo psicopatico sanguinario che possiede una personale idea di giustizia? Al lettore spetta la risposta.
La macumba del gringo
Questa storia è ambientata nel Sertao brasiliano, dove si mescolano mistero e magia, sensualità e passione, sangue e morte, poesia e redenzione, una terra popolata da streghe e cangaceiros, feroci militari e morti viventi. Pratt aggiorna una vecchia storia di Corto Maltese nella quale il suo amico Tiro Fisso, in lotta contro i latifondisti, viene ucciso dai militari e in quella occasione Corto lascia il cappello del capo a un bambino e profetizza: “Quel ragazzo diventerà un capo. Sta scritto sul suo viso”.
Nell’attuale “macumba” quel bambino è diventato un uomo e, con il nome di Capitano Corisco, ha assunto il comando di una banda di cangaceiros sempre in lotta contro l’esercito che protegge gli interessi degli agrari, deciso a ribellarsi alla povertà, a battersi per la giustizia e per vendicare i torti subiti con al suo fianco Gringo Vargas, la cui bellissima moglie Satanhia si è recata per conoscere il futuro dalla strega Mae Sabina che gli rivela un destino di morte, chiedendo come prezzo sesso e non denaro. Gringo, che sta combattendo contro i soldati, è abbattuto da due colpi mortali e poco dopo rimane ucciso anche il Capitano Corisco, che non ha voluto arrendersi ai soldati. Gringo arriva nella capanna della maga mentre sta lottando contro la morte, quando sopraggiungono dei soldati che violentano Satanhia. Intanto, all’interno della capanna, il comandante è ucciso dal morso di un ragno velenoso, la strega ammazza due soldati, mentre il terzo viene pugnalato da Gringo che è diventato un morto vivente per l’incantesimo fatto da Sabina ed è diventato “un angelo sterminatore” che deve correre, prima che la morte lo raggiunga, a vendicare i suoi compagni.
Disperata per la sorte del marito, Satanhia uccide la strega e insegue Gringo, il quale incontra Corisco, anche lui un morto vivente rimasto sulla terra per vendicarsi del traditore Sabino. Satanhia viene fermata da due soldati, ne uccide uno, mentre l’altro, che la sta violentando, vien eliminato da suo fratello Sabino, uno strano personaggio che sostiene di essere la reincarnazione di Giuda: “Quell’apostolo tradì Gesù in complicità con quest’ultimo per creare una personalità immortale che sarebbe servita di esempio ai poveri e ai deboli per una rivoluzione futura… In Brasile succedeva la stessa cosa…mancava solamente il falso traditore e io Sabino Preto Emaranhado ho capito di essere l’anima di Jiudas Iscarioth… Ho tradito Capitao Corisco per farne un martire come Jesus. Io mi sono dannato! Ma la rivoluzione del popolo continuerà”. Un colpo di fucile interrompe le sue parole, ma Sabino non muore subito, uccide due soldati, poi chiede alla sorella di ucciderlo altrimenti quello che ha fatto non servirà a niente: “Devo morire giustiziato per il mio tradimento. Unicamente così sarò un ammonimento per tutti i traditori del popolo”. Satanhia gli dà il colpo di grazia e subito dopo incontra Gringo che la rimprovera di avergli impedito di compiere la sua vendetta, per cui deve uccidere lei che ha nella vene lo stesso sangue del traditore Sabino, ma la donna preferisce gettarsi da una roccia per trasformarsi in una farfalla tra le farfalle.
Il silenzioso Corisco finalmente comunica a Gringo che anche lui è morto: “Solamente l’amore di Satanhia ha potuto essere più forte della morte stessa e farti credere di essere vivo. Ora che è morta anche lei, la troveremo in fondo al cammino ad aspettarci insieme a suo fratello, a Mae Sabina, agli altri cangaceiros amici e agli altri nemici morti. Tutti abbiamo finito la nostra vicenda umana e finalmente troveremo la nostra pace”. Così le due anime si librano nel cielo come due farfalle rosa.
All’ovest dell’Eden
Questo racconto, ambientato nel 1922 nella Somalia inglese, è il più inquietante, misterioso e affascinante per l’impiego di molti riferimenti della tradizione magico-misterica legata alla religione cristiano-copta e allo gnosticismo. L’intera vicenda è segnata dalla presenza simbolico-realistica di personaggi appartenenti all’Antico Testamento e ai testi apocrifi, esseri maledetti e ripudiati per essersi ribellati a Dio in nome della loro libertà: Lilih, la prima donna che ha disubbidito e abbandonato Adamo; Eva e lo stesso Adamo che sono stati scacciati dal Paradiso Terrestre; Samuele, l’arcangelo che ha sfidato la collera divina ed è stato precipitato sulla terra; la tribù dei Cainiti che si considerano i discendenti di Caino, il primo omicida, il primo nomade, il primo costruttore di città, l’uomo maledetto da Dio per avere ucciso il fratello Abele, ma protetto dallo stesso Dio il quale, per difenderlo dalle vendette degli umani, gli ha inciso sulla sua fronte “l’albero della conoscenza” (in inglese tree), un “segno di salvaguardia” che apparirà sulla fronte di Kayin il Vendicatore..
Questa terribile storia di teschi e di cadaveri che parlano, d’incantesimi e di strisciante follia ha inizio quando la pattuglia del tenente Abel Robinson raggiunge un fortino di frontiera, dove tutta la guarnigione è stata sterminata insieme al tenente Spear. Accanto al suo corpo è stata trovata una lettera per i dominatori inglesi: “Da molti anni mi combattete, mi cercate e non mi trovate, mentre io, quando voglio, vi trovo sempre…Vi combatterò sempre. Non c’è altro Dio che l’Innominabile e l’Angelo caduto è il suo profeta. Firmato: il Vendicatore”. Da quel momento per Robinson comincia un incubo, perché nel deserto compare all’orizzonte un’ombra che uccide un suo soldato. A marce forzate la pattuglia raggiunge il Forte Al Jannah, dove anche la guarnigione viene trovata morta e il tenente Robinson crede di parlare con lo scheletro del capitano Adams, sulla cui scrivania il sergente Jadamar ha trovato il Libro delle leggende sacre etiopiche aperto sul capitolo “La vendetta di Caino”.
Dal deserto emerge Samael, un angelo caduto chiamato il Veleno di Dio, il quale fa da messaggero per Robinson: “Tu sei stato troppo lontano dalla verità. Il libro segreto di Enoch annuncia il tuo ritorno. Tua madre ti attende e anche tuo fratello e la prima donna Lilith sono vicini all’incontro con la tua coscienza”. Di fronte alle proteste del tenente, Samael gli ricorda che ha trovato morti per mano del Vendicatore i figli di Seth nel primo fortino e nel forte di Al Jannah e che è giunto il momento di porre fine all’odio: “Tu riscatterai l’antica offerta con il tuo dolore e sarai condannato alla ricerca dell’Irraggiungibile. È tempo che si invertano le situazioni e che l’odio diventi amore”. Quindi suscita una tempesta di sabbia e i componenti della pattuglia cominciano a sparare all’impazzata, finendo per uccidersi a vicenda.
Quando la sabbia si dirada, per il tenente Abel inizia un incubo senza fine, perché gli appare una figura gigantesca che dichiara di essere suo fratello: “Sono Kayin il Vendicatore e il segno sulla mia fronte è il segno del bene del male. Sono Kayin il diseredato, colui che uccise il fratello, colui che si ribellò all’Innominabile, colui che strinse alleanza con gli angeli caduti, colui che fu generato dal Veleno di Dio, colui che vendicherà la madre e riscatterà la codardia del padre”. Dopo avere ucciso il capitano Adams che era il loro padre, ora ha l’ordine di portarlo dalla loro madre Ewa.
Ora Robinson è destinato a precipitare in un baratro di follia, perché gli riappare lo scheletro del capitano Adams che gli rivela il nome completo del forte è Al Jannah al Adn, il “Giardino dell’Eden” dal quale è stato sempre tenuto fuori. Quindi gli rivela come la comunità inglese di Barbera abbia sempre respinto ed emarginato lui, sua moglie Ewa e suo figlio Kayin. Accompagnato dal Vendicatore, Abel incontra la madre Ewa, una donna bellissima che lo invita a unirsi a Kayin per ritrovare il “Giardino perduto”, riscattare l’antico peccato e riconquistare la loro felicità. Poi tutto si dissolve e il tenente Robinson comincia a sparare contro i suoi fantasmi fino a quando è abbattuto dai fucili dei soldati comandati dal capitano Cain Tree. Così il cerchio si chiude, perché all’orizzonte ricompare il Vendicatore per segnare la fine del capitano Cain, della sua pattuglia e del forte Al Jannah Al Adn, tutti scomparsi tra le sabbie del deserto senza lasciare traccia.