La Sun Ra Arkestra inaugura alla grande Aperitivo in Concerto


Silvio Sbrigata

28 Set 2004 - Commenti live!

Milano Apre con il botto l'annuale edizione della rassegna Aperitivo in Concerto , che da oramai venti anni obbliga i musicofili più accaniti ad essere al Teatro Manzoni entro le 11 di domenica. Decisamente il sacrificio viene ripagato sia in termini emotivi, che dalla possibilità di assistere al concerto di artisti di grosso calibro. Anche la programmazione di quest'anno è di altissimo livello e prevede, fra le altre, le esibizioni dell'altoista Steve Coleman, il 31 Ottobre, di David Berger & The Sultan of Swing, il 19 Dicembre, del chitarrista Marc Ribot (lo abbiamo visto nella passata stagione acccanto al genio di John Zorn), il 16 Gennaio. Grandi nomi anche per gli spettacoli del lunedì sera: dal batterista Jack De Jonette, 8 Novembre, al tenorsassofonista Archie Shepp, 15 Novembre, fino a concludere con l'one man show di Bobby McFerrin il 7 di Marzo. Il primo appuntamento mattutino ha invece portato sul palco del Manzoni i venti membri della Sun Ra Arkestra, diretta dal '93, anno della morte di Sun Ra (al secolo Herman Poole Blount), dall'ottantenne Allen Marshall. L'invasione del teatro non è solamente musicale: l'Arkestra infatti sale sul palco con degli abiti di scena dai colori sfavillanti e zeppi fino all'inverosimile di lustrini. Il tutto corredato da copricapo a dir poco curiosi. Ogni componente dell'Arkestra vanta un curriculum di tutto rispetto, e non è difficile trovare fra le sue fila nomi di grande profilo. Due fra i tanti: il sassofonista Charles Davis (collaborazioni con Ahmad Jamal, Ray Charles, Cedar Walton, Art Blakey, George Benson) e Michael Ray straordinario trombonista, ma di sicuro più noto per essere una colonna portante dei Kool&The Gang. Il ritmo è tenuto molto elevato fin dall'inizio, ed oltre ad un eccellente sezione ritmica si evidenziano le mille sfumature dei fiati, non solo i tradizionali, ma talvolta anche ricorrendo ad un imbuto, soffiandoci o mugugnandoci dentro a mo' di tromba. Lo stile richiama in alcuni passaggi il blues più tradizonale, ma gli arrangiamenti predominanti sono sempre quelli dei fiati e l'hammond è sostituito in maniera superlativa dal violino di Billy Bang. Non mancano neanche i riferimenti alle big band di mezzo secolo fa, con richiami espliciti al charleston, sottolineati dalle incursioni di una ballerina. A giudicare dallo stile nella direzione, dall'energia e dal vigore dimostrati, si fa davvero fatica a credere che il coriaceo ed inossidabile Marshall, abbia superato le ottanta primavere, effettivamente tradite solamente dal colore dei capelli. Anche quando imbraccia il suo sax, viene fuori uno stile frizzante, fresco, aperto alle sperimentazioni ed alle dissonanze proprie delle nuove avanguardie del jazz. Per quasi due ore di spettacolo sta in piedi a dirigere, e in alcuni passaggi non si nega il piacere di improvvisare dei semplici passi di danza. Sul finale, quando i membri dell'Arkestra, ad uno ad uno lasciano il palco, è l'ultimo a salutare il caloroso pubblico, ma anche il primo a rientrare dopo un paio di minuti, per il previsto bis, dal sapore marcatamente latino-americano. Appuntamento domenica 10 Ottobre con Ahmed Abdullah's Diaspora: per gli altri eventi invece basta consultare la nostra pagina dei concerti, costantemente aggiornata.
(Silvio Sbrigata)


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