La stagione lirica delle Muse 2013
14 Dic 2012 - News classica
ANCONA. Tra mille difficoltà economiche e incertezze politico-amministrative è stata finalmente varata la Stagione lirica 2013, grazie all'impegno e alla grande professionalità di Alessio Vlad, direttore artistico del Teatro delle Muse, al sostegno finanziario di enti pubblici e sponsor privati, con un cartellone che comprende due opere della grande tradizione italiana come Cavalleria rusticana e Madama Butterfly, ma prevede anche secondo una consolidata tradizione del Teatro delle Muse una rara composizione del Novecento come L'enfant prodigue di Debussy.
La stagione si apre l'11 e 13 gennaio con il dittico L'enfant prodigue e Cavalleria rusticana con la direzione del M Carla Delfrate alla guida dell'Orchestra Filarmonica Marchigiana, mentre Arnaud Bernard curerà regia, scene e costumi di questo nuovo allestimento deliberato dalla Fondazione Teatro delle Muse. Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni approda per la prima volta sul palcoscenico anconetano in occasione del 150 anniversario della nascita del maestro livornese e sarà interpretata da Anna Malavasi (Santuzza), Kamen Chaved (Turiddu) e Gianfranco Montresor (Alfio). Questo atto unico è stato composto nel 1890 sul bel libretto di Giovanni Torgioni-Tozzetti e Guido Menasci tratta dalla omonima novella contenuta in Vita dei campi e dalla versione teatrale di Giovanni Verga. Sia lo spartito sia il libretto si allontanano alquanto dalle atmosfere siciliane e dalla psicologia dei personaggi verghiani, perchè soprattutto Turiddu presenta dei tratti umani assolutamente assenti nel più crudo testo originario. Nonostante il dissenso manifestato da Verga, l'opera rappresenta, insieme ai Pagliacci di Leocavallo, il massimo esempio della scuola melodrammatica verista definita anche la giovane scuola italiana e rappresenta un unicum nella produzione di Mascagni che in seguito non ritroverà lo straordinario successo di pubblico dovuto alla forza genuina e alla immediatezza popolare delle musiche che presentano una grande unità stilistica e che rifiutano ogni tipo d'infiorettatura, allontanandosi persino dalla lezione verdiana. Il preludio, che comprende la siciliana , presenta una freschezza eccezionale e una energia popolaresca che ritorna nel coro d'apertura dal forte ed efficace sapore campagnolo; a sua volta l'interludio, senza pretese sinfoniche, rappresenta, una esplosione lirica di grande respiro. Altrettanto notevoli le romanze come la preziosa Voi lo sapete o mamma e la celebre Voi lo sapete mamma , che conclude in modo tragico l'intera opera.
Stessa direzione d'orchestra, stessa regia e stesso cast formato da Anna Malavasi e Giorgio Montresor, cui si aggiunge il tenore Davide Giusti nelle vesti di Azael per L'enfant prodigue che Claude Debussy compone nel 1884 soli 22 anni e che va ad aggiungersi alle altre due composizioni teatrali Pellèas et Mèleisende, Le martyre di Saint Sèbastien. Il compositore, che non aveva ancora completato i suoi studi, vince con questo suo lavoro il Prix de Rome che prevedeva quattro anni di studio presso l'Accademia di Francia a Roma. Questa composizione, che era nata per non essere messa in scena, assume tuttavia una grande dimensione e rivela un forte debito d'ispirazione verso Massenet, tanto che Debussy, ormai diventato il massimo esponente dell'impressionismo musicale francese, avverte il bisogno di una profonda revisione dell'intera opera effettuata nel periodo 1906-1908 con brano che si avvicinano al futuro Martyre di Saint Sèbastien. La cantata è stata ideata da Debussy per soprano, tenore, baritono e orchestra su un testo di Edouard Guinand che si è ispirato alla parabola del figliol prodigo tratta dal Vangelo di Luca. La cantata è suddivisa in nove scene:
1. Preludio (Andante molto lento);
2. Recitativo di Lia I giorni invano scacciano i giorni e Aria di Lia Azael perchè mi hai abbandonato? (Andante non troppo);
3. Recitativo di Simeone (Ebbene, ancora lacrime? ;
4. Corteo (moderato in do diesis minore) e Aria di danza (tempo quasi andante rubato);
5. Recitativo di Azael Quest'aria serena, questi canti di festa e Aria di Azael O tempo per sempre perduto! (Andantino);
6. Recitativo di Lia Io fuggo non riesco più a celare il mio pianto ;
7. Duetto di Lia e Azael Riapri gli occhi alla luce (Andantino);
8. Recitativo di Simeone Mio figlio è ritornato? e Aria di Simeone Non più affanni non più pene (Andante maestoso);
9. Trio di Lia, Azael e Simeone Cantiamo l'Eterno (Allegro moderato).
Un merito del compositore e del librettista è stato quello di riuscire a sintetizzare al massimo la storia del Figliol prodigo senza togliere nulla alla vicenda e senza cadere nel sentimentalismo. Particolarmente valida l'aria iniziale di Lia, una bella pagina carica di poetica intimità , il Corteo e l'Aria di danza caratterizzate da un'orchestrazione molto raffinata.
Il secondo appuntamento con il melodramma avrà luogo l'8 e il 10 febbraio con la Madama Butterfly di Giacomo Puccini con la direzione del M Renato Palumbo, con la regia, scene e costumi di Arnaud Bernard che ha curato il nuovo allestimento dell'opera affidata a un cast d'interpreti formato da Elena Popovskaya, Anna Malavasi, Luciano Ganci e Gianfranco Montresor.
Questo melodramma, che arriva per la prima volta alle Muse, è stato composto nel 1904 su un libretto scritto dai fedeli autori pucciniani Giacomo Giacosa e Luigi Illica, che si sono ispirati all'omonima tragedia in un atto dello statunitense David Belasco, a sua volta tratta dalla novella di John Luther Long intitolata Madam Butterfly (1898). L'immediato successo travolge e fa dimentica la tragedia originaria che pure aveva goduto di grande popolarità soprattutto negli Stati Uniti. Puccini, che aveva già trionfato sulle scene internazionali con Tosca, introduce nuove componenti drammatiche e sentimentali grazie anche alla sensibilità artistica dei due librettisti Giacosa e Illica che traggono nuovi elementi culturali e costruiscono un particolare climax, traendo ispirazione dal romanzo Madame Chrysanthème di Pierre Loti. Da questa fonte d'ispirazione deriva il calcolato e sapiente colore nipponico e, soprattutto, la struttura psicologica e la rappresentazione del personaggio fondamentale di Cio-Cio-San, cui si aggiunge il grande realismo ambientale dell'intera opera, che raggiunge il suo culmine del duetto d'amore Viene la sera , nella celebre aria Un bel dì vedremo , nello splendido coro a bocca chiusa , nella nobile e tragica aria finale Tu, piccolo Iddio! .