La sottile ironia della tragedia a Torino
Luca Rossetto Casel - luca.rossetto@email.it
1 Lug 2004 - Commenti classica
Un ballo in maschera è un'opera percorsa da una sottile vena di ironia. Di una macabra, anzi: tragica ironia è, certo, la vicenda che vede Riccardo, conte di Warwick e governatore di Boston, assassinato dall'amico più fidato, nell'adempimento paradossale di una profezia; e del pari ironico è il trattamento del materiale drammatico e musicale, quasi una prefigurazione di quella metaopera , di quella musica sulla musica che sarà il Falstaff.
Tale ironia si rispecchia nell'allestimento ora in scena al Teatro Regio di Torino, realizzato in collaborazione con il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino e caratterizzato dalla presenza, in ogni ambientazione, di elementi storti se non rovesciati, che i personaggi cercheranno di rimettere a posto, quando possibile, nel momento di prendere una decisione che influenzerà il corso degli eventi. Dunque, fin dall'inizio, compaiono sedie rovesciate e arredi sghembi, apparentemente privi di utilità e di senso, mentre l'abituro di Ulrica, con il suo grande piano inclinato simile a un tavolo e i graffiti e il catino di sangue, richiama inquietantemente la ritualità delle moderne sette sataniche; le forche che campeggiano nel campo del terzo atto sono, allo stesso modo, pendenti alla morte, come al destino, non è ovviamente possibile cambiare il corso e in casa di Renato fa mostra di sè, oltre alle solite sedie e al ritratto gigante di Riccardo, un letto sfasciato, allusione al rapporto con Amelia ormai irrecuperabile. La sala da ballo dell'ultimo quadro è dominata da un grande lampadario, inizialmente inclinato sul pavimento; quando si solleverà e il ballo fatale avrà inizio tutto seguirà il corso stabilito dal destino, e quanto aveva parvenza d'irrazionale acquisterà significato alla luce fredda e tagliente di una razionalità tanto pura da apparire inumana, disarmante.
Una siffatta interpretazione, come s'è accennato, trae le mosse dalla partitura verdiana, nella quale compaiono situazioni al limite tra il tragico e il comico; una per tutte, il finale secondo con lo smascheramento di Amelia di fronte al marito tradito, risolto in un clima quasi da opera buffa (di passaggio, si noti con quale efficacia tale scena, con la sua funzione distensiva, chiuda un atto cupo e opprimente per dare, con un contrasto che non potrebbe essere più marcato, maggior risalto alla drammaticità delle pagine seguenti, nelle quali la catastrofe finale si delinea precipitosamente). Di questo aspetto, ancora, ironico ha reso giustizia la direzione di Carlo Rizzi, attento a cogliere i diversi spunti umoristici disseminati nell'opera; sotto la sua bacchetta, inoltre, particolare evidenza ha assunto la grande varietà di impasti strumentali qui impiegata, dalle soluzioni più magniloquenti, vicine all'estetica del grand opera, a quelle di un intimismo mozartiano dall'invenzione timbrica raffinatissima e sempre nuova.
Tra i cantanti, Carlos Ventre tratteggia un Riccardo travagliato, completamente in preda agli eventi cui è posto al centro e ai quali è incapace di reagire; sofferta appare pure l'Ulrica di Marianne Cornetti, più vittima che beneficiaria del ruolo di indovina, attraverso il quale vive il peso schiacciante del destino in tutta la sua intensità . Ivan Inverardi fa di Renato una figura monoliticamente (e un po' stolidamente) fedele a principà assoluti, inflessibili siano questi tanto la fedeltà quanto l'odio per lo stesso uomo, Riccardo, o per la moglie Amelia e, dunque, tanto più vulnerabile al crollo di uno di questi, così da porsi repentinamente e inevitabilmente al servizio di quello opposto con tutte le sue forze. Chiaroscurale è, invece, la figura di Amelia nell'interpretazione di Alessandra Rezza: una donna combattuta tra mille sentimenti contrastanti, capace, sì, di gesti e intenzioni di grande risolutezza, ma impotente di fronte alla forza delle passioni, tra impennate vigorose e languidi abbandoni. Di particolare interesse è la soluzione ideata per il personaggio del paggio Oscar, cui Patrizia Cigna ha prestato leggerezza vocale e fisica, che appare qui assimilato a un fool shakespeariano, portavoce e, in questo caso, agente del Fato, immagine dell'ironia del destino; d'altra parte, è interessante notare come Verdi approdi alla composizione del Ballo proprio dopo aver accantonato il progetto, accarezzato per anni, di un Lear. Tanto gli interpreti quanto l'allestimento dell'opera hanno ricevuto dal pubblico un'accoglienza calorosa; un applauso a scena aperta ha salutato, nel terzo quadro dell'ultimo atto, l'innalzarsi del lampadario tra stelle filanti con il quale, con un subitaneo cambiamento di atmosfera, ha inizio la festa da ballo.
Nel programma di sala, come di consueto, il libretto è preceduto da alcuni saggi e rubriche; si segnalano, tra i primi, la lettura acuta e minuziosa condotta da Paolo Gallarati, tra le seconde l'intervento, a firma di Valeria Pregliasco per Ritorno dal passato, su Alessandro Bonci, storico interprete di Riccardo.
LA SCHEDA
UN BALLO IN MASCHERA Melodramma in tre atti Libretto di Antonio Somma da Gustave III, ou Le bal masquè di Eugène Scribe Musica di Giuseppe Verdi Personaggi e interpreti: Riccardo, conte di Warwick e governatore di Boston tenore Vincenzo La Scola / Carlos Ventre Renato, creolo, suo segretario e sposo di Amelia baritono Ambrogio Maestri / Ivan Inverardi Amelia soprano Sylvie Valayre / Alessandra Rezza Ulrica, indovina di razza nera mezzosoprano Elisabetta Fiorillo / Marianne Cornetti Oscar, paggio soprano Donata D'Annunzio Lombardi / Patrizia Cigna Silvano, marinaio baritono Andrea Cortese Samuel, nemico del conte basso Enrico Giuseppe Iori Tom, nemico del conte basso Francesco Palmieri Direttore d'orchestra Carlo Rizzi Regia Lorenzo Mariani Scene Maurizio Balò Costumi Maurizio Millenotti Luci Christian Pineaud Maestro del coro Claudio Marino Moretti ORCHESTRA E CORO DEL TEATRO REGIO Nuovo allestimento Teatro Regio Torino in coproduzione con Teatro del Maggio Musicale Fiorentino
In rete:
http://www.teatroregio.torino.it
Il sito del Teatro Regio di Torino.
http://www.giuseppeverdi.it/
La pagina iniziale del Portale Giuseppe Verdi, da dove è possibile accedere a un'enorme quantità di risorse relative al compositore e alle sue opere, tra le quali, naturalmente, Un ballo in maschera.
http://www.villaverdi.org
Visita virtuale a Villa Sant'Agata, con una ricca sezione di indirizzi correlati.
(Luca Rossetto Casel – luca.rossetto@email.it)