“La signorina felicita ovvero la felicità” al Gobetti di Torino
a cura di Vincenzo Pasquali
5 Mag 2021 - News teatro
Al Teatro Gobetti di Torino, per la stagione Diversamente Classico Primavera/Estate 2021 dall’11 al 16 maggio 2021 ritorna Lorena Senestro e Andrea Gattico (pianoforte) con “La Signorina Felicita ovvero la felicità”, una produzione Teatro Stabile – Teatro della Caduta, proposto con un nuovo allestimento, la regia di Massimo Betti Merlin e le musiche di Andrea Gattico.
(Tutte le foto sono di Andrea Macchia)
Lo spettacolo è andato in scena la prima volta nel 2016, programmato nella stagione del Teatro Stabile e in seguito più volte replicato sulla scena nazionale. Nelle vesti della signorina Felicita, Lorena Senestro propone una personalissima interpretazione del celebre “salottino in disuso” di Guido Gozzano, accompagnata al pianoforte da Andrea Gattico, che ricorda il pianista da tabarin torinese, con quell’ironia tipica e quel “senso buffo d’ovo e di gallina” che pervade le poesie di Gozzano. Felicita è appartenuta davvero alla biografia del poeta, ma con un nome diverso. Nello spettacolo la ritroviamo nel salotto della sua “casa centenaria”, imprigionata dai ricordi e anch’essa “in disuso”, sempre nubile, in compagnia del cucù e del mobilio che assumono, come fantasmi, proporzioni smisurate. Immobilizzata nel tempo sospeso dell’attesa, spera nel ritorno di Guido. Ma Guido non tornerà più: stroncato a trentadue anni dalla tubercolosi, è vivo solo nei ricordi di giovinezza di Felicita. Una esistenza di provincia, spesa in compagnia del padre e ravvivata dall’emozione degli incontri con Guido, il “poeta vagabondo”, suo primo e forse unico innamorato.
Gozzano si presenta allo stesso tempo come scrittore e come personaggio, a metà strada, come aveva avuto modo di sottolineare Eugenio Montale, tra antico e nuovo, tra cultura romantico-verista e decadente, con le sue rime irripetibili in cui ritmo, suono, immagini, senso, si fondono mirabilmente, lasciando dietro di sé lo spettro di passeggiate e giardini, fondali torinesi, atmosfere e malinconie dettate dalla contemplazione del passato. La breve e malinconica trama della biografia di Guido Gozzano ha sempre agito sopra i lettori della sua opera poetica con una irresistibile forza di suggestione: esteta, dandy, incapace di vivere pienamente la vita – «il triste che cerca l’amore per il mondo, vizioso fanciullo viziato, sulle orme del piacere vagabondo».
Lorena Senestro lavora alla drammaturgia come Felicita con le camicie del padre: cuce pazientemente, con lavoro accurato, solo quegli estratti dei versi in grado di prendere vita sul palcoscenico, passati al vaglio della prova pratica dell’attore sulla scena. Un procedimento di scrittura scenica che accompagna il suo lavoro dagli esordi – prima con Leopardi e poi con Flaubert – una selezione di emergenze verbali utili non tanto a raccontare, quanto principalmente a mostrare e far rivivere direttamente allo spettatore l’esperienza del personaggio. Di Felicita in questo caso.
Lorena Senestro:
<<Tornare con questo spettacolo a Torino per me è straordinario perché è stato allestito e ha preso forma proprio su quel palcoscenico, al Teatro Gobetti che ha ospitato il mio primo vero debutto ufficiale – con “Madama Bovary” nel 2011. Lo frequenta un pubblico speciale che si ritrova facilmente nei versi e nella sensibilità di Gozzano e coglie un livello di lettura ulteriore, tipicamente piemontese. Dopo le repliche in altre piazze per me è come tornare a casa, ma in un momento in cui la reclusione culturale di Felicità nella sua casa della campagna piemontese offre nuove interpretazioni: Felicita è rinchiusa in un universo di paese rassicurante che lei ama, ma il suo amore per Guido tradisce una sete di conoscenza, di allargamento degli orizzonti, di fuga che molti di noi stanno vivendo, rinchiusi ciascuno nel ‘salotto’ più o meno triste della propria casa, per combattere la pandemia. La quarantena di Felicita dura una vita, un tempo sospeso che si nutre di leopardiane speranze che la rendono felice con poco. Felicita invecchia ma non vive, come è accaduto a noi in questo anno. La Signorina Felicità per me è stata una scommessa. Mi sono formata nei pochi metri quadrati del palco del Teatro della Caduta e non ho mai sentito il bisogno di ‘apparecchiare’ la scena con scenografie e oggetti. I versi di Gozzano e il suo salotto con gli oggetti e gli arredi che incombono, mi hanno obbligato a lavorare con le scenografie e gli oggetti in scena. Mi sono trovata a conviverci, mio malgrado, superando la paura di perdere quell’intensità della recitazione senza le quali il mio teatro non esiste. Ancora più difficile è stato tramutare i versi di Gozzano in parole efficaci per l’azione scenica senza snaturarne la forma, troppo virtuosistica per cedere il passo al linguaggio dell’attore e alle necessità della scena. Ma in questa direzione ero più ferrata per aver già plasmato i versi di giganti come Flaubert, Pavese e Leopardi e, soprattutto, ho trovato un complice nelle creazioni originali e nel pianoforte di Andrea Gattico, il musicista con cui ho lavorato fin dai miei primi passi in teatro, che qui interpreta anche dei personaggi del salotto gozzaniano.>>
Massimo Betti Merlin:
<<Per rendere il celebre salottino in disuso inizialmente abbiamo pensato di impegnare uno scenografo di talento ma costava troppo. Lorena immaginava un passerotto gigantesco appeso al centro della scena e altri animali imbalsamati. Ero terrorizzato che rubasse l’attenzione dello spettatore, così ho preferito ideare da solo la scena coinvolgendo Francesco Dell’Elba che, per la prima volta, lavorava con noi al disegno luci e avrebbe dovuto illuminarla. Il suo apporto è stato indispensabile. Insieme abbiamo reso espressionistico il salottino, mantenendo la centralità di Lorena e dei versi poetici con soluzioni che molti ci hanno chiesto se si riferissero ad Alice nel Paese delle Meraviglie! Non ci avevamo pensato ma alla fine è così: anche Felicita, a modo suo, deforma il suo piccolo mondo di oggetti casalinghi ed è in grado di intraprende viaggi esotici grazie alla sua fervida immaginazione.>>
“LA SIGNORINA FELICITA OVVERO LA FELICITÀ” uno spettacolo di Lorena Senestro
- regia Massimo Betti Merlin
- con Lorena Senestro e Andrea Gattico (pianoforte)
- musiche originali ed esecuzione dal vivo Andrea Gattico
- luci Francesco Dell’Elba
- progetto scenografico Massimo Betti Merlin, Francesco Dell’Elba
- scenografie realizzate dal Teatro Stabile di Torino
- Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale
- Teatro Della Caduta
Recite:
- martedì – sabato ore 19.30; domenica ore 15.30
- Info: https://www.teatrostabiletorino.it/punti-vendita-biglietteria/