La Palma Club riparte alla grande
1 Ott 2004 - News live
Dal primo ottobre La Palma Club riprende la propria attività per continuare a proporre una programmazione di altissimo livello internazionale, sempre attenta ai nuovi scenari e alle più importanti esperienze musicali del pianeta.
Dopo il successo della stagione estiva con il Fandango Jazz Festival, dove si sono registrate più di 50.000 presenze, il club romano sigla definitivamente la proficua collaborazione con la Fandango, la celebre casa cinematografica di Domenico Procacci, che sposa anche per la prossima stagione sia l'orientamento artistico che gli obiettivi de La Palma, e che collaborerà concretamente alla realizzazione degli eventi in cartellone.
Se il jazz continuerà ad esprimere un momento centrale della prossima programmazione, non verranno comunque trascurati ambiti con connotazioni diverse: dai suoni delle culture cosiddette altre, alla nuova canzone d'autore, alle contaminazioni fra i vari linguaggi dell'arte, all'elettronica. Viene confermata la residenza settimanale Re::Life, che punterà sui suoni del soul e del jazz rivisitati attraverso le più moderne sonorità elettroniche e hip hop. E poi ancora la nuova frontiera brasiliana, installazioni, performances e tanto altro.
Tra i numerosi e imperdibili appuntamenti, qualche anticipazione: HENRY GRIMES TRIO CON PERRY ROBINSON E JOHN BETSCH (1 Ottobre), JOHN ABERCROMBIE “ORGAN TRIO” (5 Ottobre), DINO SALUZZI TRIO (13 Ottobre), RAY LEMA (14 Ottobre), 420 FUNK MOB LIVE SHOW (USA) (16 Ottobre), dal 22 al 24 ottobre il festival CONTROINDICAZIONI, ARTO LINDSAY GROUP (27 Ottobre), ALISON CROCKETT (29 Ottobre), STEVE COLEMAN & FIVE ELEMENTS (2 Novembre), IVO PAPASOV (3 Novembre), SUSIE IBARRA TRIO WITH JENNIFER CHOI AND CRAIG TABORN (5 Novembre), STEVE KUHN TRIO (9 Novembre), ROSA PASSOS (16 Novembre), LIZZ WRIGHT (19 Novembre), AZIMUTH (22 Novembre), BIA (9 Dicembre), KEVIN HAYS TRIO (10 Dicembre), NADA ZAMBONI E UTZAMAMà (13 Dicembre), ANTHONY COLEMAN – SHELLEY HIRSCH (16 Dicembre), MAX GAZZE' (20 Dicembre). E poi STEFANO BOLLANI, BOBBY WATSON & HORIZON 5TET, THE KENNY WERNER TRIO, ANTONELLO SALIS, BEN ALLISON, MATTHEW SHIPP, URI CAINE, MARC RIBOT, PAOLO FRESU, SALVATORE BONAFEDE, RITA MARCOTULLI E ANDY SHEPPARD e ancora tantissimi altri nomi, tutti da scoprire, serata per serata.
Ultima cosa, ma forse la più importante, La Palma Club ha voluto confermare anzi rafforzare la politica dei prezzi già sperimentata con successo la scorsa estate.
Alcuni esempi: abbonamento mensile ridotto 20 Euro, intero 60 euro abbonamento trimestrale ridotto 50 Euro, intero 90 euro. Per il sabato è previsto, a partire dal 30 ottobre, un supplemento sull'abbonamento di 5 Euro. Sarà comunque possibile acquistare anche un biglietto unico giornaliero.
U f f i c i o S t a m p a
Patrizia Morici & Fabiana Manuelli
Tel/Fax +39 06 5043569
press@contaminazionisonore.com
D i r e z i o n e A r t i s t i c a
Marco De Persio
Per informazioni al pubblico:
L A P A L M A C L U B – Via Giuseppe Mirri 35
tel. 06.43566581 – 06.43599029 – www.lapalmaclub.it
Inizio concerti: ore 22.00
Apertura struttura: ore 20.30
LA PALMA CLUB
VIA GIUSEPPE MIRRI 35, ROMA
PER INFORMAZIONI AL PUBBLICO: 06.43566581 – 06.43599029
www.lapalmaclub.it
PROGRAMMAZIONE OTTOBRE 2004
Venerdi 1 Ottobre Ore 22
Ingresso 13,00
Henry Grimes Trio con Perry Robinson e John Betsch
Perry Robinson clarinetto
Henry Grimes contrabbasso
John Betsch batteria
Per oltre quarant'anni Grimes è scomparso letteralmente dalle scene musicali, sebbene già negli anni Sessanta venisse considerato uno fra i più originali, inventivi, abili e creativi strumentisti nell'ambito della musica improvvisata e non solo. Dato più volte per morto, Grimes è stato protagonista di una vicenda umana fuori dal comune: insoddisfatto della meschina e vuota competitività nel mondo musicale, disgustato dalla mediocrità di un ambiente che egli immaginava migliore, questo musicista coltissimo, sperimentatore di straordinario livello, proveniente dall'èlite musicale della celebre Juilliard School, decide di chiudere con la propria attività e il proprio mondo, preferendo scomparire in una sorta di volontaria latitanza che lo doveva portare a vivere per decenni nei bassifondi di Los Angeles, in disperate condizioni personali.
Il lungo blackout si interrompe nel 2003 grazie al lavoro ed alla determinazione di un assistente sociale appassionato di jazz, Marshall Marrotte, che dopo una lunga ricerca rintraccia Grimes.
La notizia del ritorno di Henry Grimes ha fatto rapidamente il giro del mondo e grazie all'interessamento di tanti musicisti jazz di oggi il leggendario contrabbassista è tornato sulle scene riprendendo a suonare come se il tempo si fosse fermato, ritrovando subito quel suo incomparabile drive , con il quale si era messo in luce suonando insieme ai suoi famosi colleghi.
Henry Grimes è stato uno dei bassisti più richiesti sulla scena del jazz.
Nato a Philadelphia il 3 novembre 1935 e diplomatosi in contrabbasso alla prestigiosa Juillard School dalla fine degli anni '50 Grimes si legò alla scene musicale di New York con numerose collaborazioni.
Fu insieme a Gerry Mulligan, Thelonious Monk, Benny Goodman, Lee Konitz, Tony Scott, prima di approdare al trio di Sonnie Rollins e legarsi ai leader della new thing degli anni '60. Partecipa ad incisioni cruciali del jazz moderno per etichette celebrate quali Impulse!, Blue Note, ESP.
Pur continuando a collaborare con musicisti mainstream, nel 1961 Grimes partecipò alla prima registrazione discografica di Cecil Taylor (pubblicata come Gil Evans: Into the Hot) e lavorò col clarinettista Perry Robinson. Nel 1963 rinnovò il suo rapporto con Sonny Rollins, entrando a far parte di un complesso che comprendeva anche Don Cherry e Billy Higgins, entrambi già nel quartetto di Ornette Coleman. Ciò portò Grimes nell'ambito sperimentale. Nel corso degli anni Sessanta Grimes suonò con Albert Ayler, Archie Shepp e Pharoah Sanders, e ancora con Cherry e con Taylor.
Del 1965 è il suo esordio da leader, con il disco The Call (ESP), registrato in trio con il clarinettista Perry Robinson. Alla fine degli anni sessanta interrompe improvvisamente la sua carriera. La cronaca più recente è quella del suo ritorno alla musica, con i concerti dati al Vision Festival di New York nel 2003 dove il contrabbassista William Parker gli ha donato un contrabbasso verde, che Grimes ha ribattezzato affettuosamente olive oil , e con un'intensa attività in cui Grimes ha subito trovato un confronto con solisti delle generazioni più giovani, il chitarrista Marc Ribot, il batterista Chad Taylor, il trombettista Roy Campbell, la violinista Jenny Scheinman.
Oggi si presenta a capo di un trio di straordinario valore, che comprende da due vere e proprie icone della musica improvvisata: il clarinettista Perry Robinson (che era presente nel 1965 nell'incisione firmata da Grimes così come in capolavori quali Mama Too Tight di Archie Shepp e la prima Liberation Music Orchestra di Charlie Haden e collaborando tra gli altri con Roswell Rudd, Dave Brubeck, Anthony Braxton e il poeta Allen Ginsberg) e il grande batterista John Betsch
Sabato 2 Ottobre Ore 22
Ingresso 8,00
Technophonic Chamber Orchestra – Live/pa + vj
Technophonic Chamber Orchestra dopo “beats and movements” (Suite inc. 6/Audioglobe), l'esordio discografico che ha suscitato un notevole interesse attorno ad uno dei progetti più rappresentativi della loro etichetta Suite inc., torna con il nuovo album “nemoretum sonata” (Suite inc. 11) distribuito in Italia da Audioglobe e da Irma group all'estero. In questo lavoro sono contenuti 12 nuovi brani fra i quali una cover di “radio 4” dei Public Image Ltd e due remixes, uno affidato alle mani sapienti del messicano Murcof (Leaf – uk), l'altro alla poliedricità e alle bizzarrie del californiano Daedelus (Plug Research – usa), l'album è prodotto da Minox. In “nemoretum sonata” convergono le molte e diverse esperienze delle menti di altri progetti dell'etichetta quali Minox, Drama, Spin Boldak, e molti sono i riferimenti culturali e storici a movimenti, personaggi e atmosfere che aleggiano e si riconciliano tra pulsazioni ipnotiche e disegni musicali espressivi. Le trame sonore sono tessute con delicatezza da melodie di clarinetto o piano che duettando con i flussi armonici di archi, si legano senza alcuna particolare artificiosità con il digitale, con ritmiche techno minimali, con clicks che dettano con una autorità discreta lo scandire, il trapassare, il trascendere il tempo. Il live set di “nemoretum sonata” è legato ad un video che accompagna i 3 musicisti sul palco, infatti le 4 silhouettes del Technophonic Chamber Strings Quartet in sincrono eseguono la loro performance miscelandosi e dissolvendosi con immagini e iconografie strettamente connesse alle tematiche dell'album, il video prodotto da Suitevision, ideato e diretto da Marco Monfardini e Mirco Magnani, ha una durata di 70 minuti circa.
Domenica 3 Ottobre R I P O S O
Lunedi 4 Ottobre R I P O S O
Martedi 5 Ottobre Ore 22
Ingresso 10,00
John Abercrombie “Organ Trio”
JOHN ABERCROMBIE Guitar
DAN WALL Organ Hammond
ADAM NUSSBAUM – Drum
Indiscusso specialista di primissimo piano della chitarra jazz da almeno tre decenni, John Abercrombie è nato nel 1944 a Port Chester, nello Stato di N.Y. Dopo aver suonato in band studentesche, studia al Berklee College of Music di Boston, ottenendo la prima scrittura professionale nel gruppo dell'organista Johnny Hammond Smith.
In seguito milita in uno dei gruppi seminali del jazz-rock, i Dreams, trovandosi fianco a fianco dei fratelli Brecker e del batterista Billy Cobham.
Negli anni Settanta suona con l'orchestra di Gil Evans, Gato Barbieri, Chico Hamilton ed Enrico Rava.
Nello stesso decennio entra in contatto con il produttore Manfred Eicher, diventando uno degli artisti di punta della ECM, alla quale è tuttora legato.
Per l'etichetta tedesca registra quindi dischi importanti come Timeless e Sargasso Sea (in duo con Ralph Towner), significativi documenti del suo stile del periodo, così come lo sono gli album realizzati con Dave Holland e Jack DeJohnette, ovvero il trio Gateway, supergruppo ricostituito negli anni Novanta. Negli anni Ottanta, Abercrombie forma un altro trio di grande valore, con Marc Johnson al contrabbasso e Peter Erskine alla batteria; più recente è invece il gruppo con Dan Wall all'hammond e Adam Nussbaum alla batteria. Anche la nuovissima formazione del chitarrista ha tutte le caratteristiche della all stars band; la compongono infatti oltre all'autorevole leader,il violinista Mark Feldman, figura di spicco della scena newyorkese, Marc Johnson, noto per essere stato uno degli ultimi collaboratori di Bill Evans, e uno dei più fantasiosi batteristi attualmente in circolazione, Joey Baron; insieme a loro Abercrombie ha registrato il suo ultimo album dal titolo Cat'n' Mouse.Solista raffinato, il cui stile è una compiuta sintesi tra la moderna scuola della chitarra jazz ed elementi presi dal rock, Abercrombie ha anche all'attivo una proficua collaborazione con il sassofonista Charles Lloyd, insieme al quale ha registrato gli album Voice in the night, The water is wide e Hyperion with higgins.
Anche la nuovissima formazione del chitarrista ha tutte le caratteristiche della all stars band; la compongono infatti oltre all'autorevole leader,il violinista Mark Feldman, figura di spicco della scena newyorkese, Marc Johnson, noto per essere stato uno degli ultimi collaboratori di Bill Evans, e uno dei più fantasiosi batteristi attualmente in circolazione, Joey Baron; insieme a loro Abercrombie ha registrato il suo ultimo album dal titolo Cat'n' Mouse. Solista raffinato, il cui stile è una compiuta sintesi tra la moderna scuola della chitarra jazz ed elementi presi dal rock, Abercrombie ha anche all'attivo una proficua collaborazione con il sassofonista Charles Lloyd, insieme al quale ha registrato gli album Voice in the night, The water is wide e Hyperion with higgins. Nell'arco della sua lunga carriera spesso ha prediletto gruppi con ottimi organisti, quali Larry Young, Jan Hammer e Dan Wall. E proprio l'ottimo Dan Wall all' Hammond, in perfetta assonanza con il sound di Abercrombie, sarà presente in un trio che si preannuncia sfavillante grazie anche alla presenza alla batteria del prodigioso Adam Nussbaum, sideman di lusso, considerato tra i migliori jazz drummers al mondo.
Mercoledi 6 Ottobre Ore 22
Ingresso 10,00
Enrico INTRA: Metropolis – Fritz Lang “SOUND MOVIE”
Il progetto Sound Movie nasce alla fine degli anni '90 e si configura come un nuovo modo di concepire il rapporto suono-immagine. Non più una sonorizzazione, una colonna sonora in diretta, ma un confronto emotivo con la parte visiva. I film sui quali Enrico Intra ha maggiormente improvvisato sono: NOSFERATU / IL GABINETTO DEL DOTTOR CALIGARI / METROPOLIS. Enrico Intra affronta il progetto utilizzando pianoforte e tastiera, seguendo rigorosamente la procedura della improvvisazione totale, secondo una formula che, in tutto altro ambito, viene utilizzata da Keith Jarrett, da Paul Bley e, parzialmente, da Cecil Taylor. Del progetto NOSFERATU è stato realizzato nel 1994 un Cd per la Dire Records (registrato dal vivo a Iseo Jazz ' 93). Nel 1998 è stato infine pubblicato dalla Columbia, METROPOLIS.
ENRICO INTRA – Pianista, compositore, direttore d'orchestra. Enrico Intra ha cominciato la carriera giovanissimo, affermandosi sin dalla metà degli anni '50, quando la prestigiosa rivista francese Jazz Hot lo consacrò secondo miglior pianista europeo. Fra i primi a sviluppare un concetto “europeo” di jazz, aperto agli stimoli e alle musiche provenienti dal mondo classico ma senza perdere il legame con il blues e il naturale senso dello swing, si muove su territori di ricerca. Celebre è il sodalizio che lo lega al chitarrista Franco Cerri, con cui dirige anche l' Associazione culturale Musica Oggi. Ha suonato con Severino Gazzelloni, Gerry Mulligan, Chat Baker e Milt Jackson .Dirige dal 1987 i Civici Corsi di Jazz a Milano, ed è fondatore della Civica Jazz Band del Comune di Milano. Ha al suo attivo una nutrita discografia, tra cui si distinguono: “With Milt Jackson , Archetipo”, “Effetto Alfa”, To The Victims Of The Vietnam , “Mulligan meets Intra” e i recenti “The Blues”, “Nosferatu”, Bach -Cage-Intra”.
Giovedì 7 Ottobre Ore 22
Ingresso 10,00
Les Italiens
ALESSANDRO DI PUCCIO percussioni / vibrafono / band leader
ALESSANDRO FABBRI batteria / percussioni
FRANCESCA TARANTO basso elettrico / voce
STEFANO ONORATI pianoforte ac. / elettrico / basso el.
LUCA GELLI chitarra acustica
EMANUELE PARRINI violino
LUCA MARIANINI tromba / trombone
NICO GORI clarinetto / cl.basso
SIMONE SANTINI sax alto / sopranino (Eb)
MARCO BINI sax tenore / soprano (Bb)
Il progetto nasce dall'idea e soprattutto dalla volontà , di riunire un ampio numero di musicisti che condividessero un forte interesse per linguaggi riconducibili ad ambiti jazz, popular e world music.
Il repertorio musicale dell'orchestra è formato in larga parte da composizioni originali del leader e si sviluppa alternando canzoni e brani strumentali. Tutto il lavoro è caratterizzato da forti tinte zingaresche ed etniche, intrise da sapori quando jazzistici, quando popolari, stabilendo spesso un clima che richiama un'atmosfera cinematografica .
Un esempio è il frequente utilizzo degli accompagnamenti ritmici, appartenenti al filone dei ballabili come il tango, la beguine, il twist ed il rock & roll, con in primo piano una caparbia pulsazione ritmica fornita dalla chitarra, (fra l'andaluso e il manouche), legati ora a focose atmosfere balcaniche e arabe, ora a polverose reminescenze swing ed a crudeli imitazioni bandistiche, sempre espresse, o meglio sarebbe dire evocate, dalla compatta sonorità della sezione degli strumenti a fiato. Ensemble, questo, che risulta come un unico e robusto corpus sonoro ottenuto alternando sistemi di unisoni o contrappunti di due linee melodiche raddoppiate da più strumenti, e disposizioni verticali, cioè voci sovrapposte ed armonizzate fra loro, tipica sonorità questa che richiama lo stile delle orchestre swing del dopo guerra.
Durante le esposizioni tematiche si ricorre spesso all'uso di frammenti melodici in chiaro stile jazzistico utilizzate per contrastare e in un certo senso evidenziare la straordinaria semplicità della musica popolare.
Venerdì 8 Ottobre – Ore 22
Ingresso 8,00
Nobukazu Takemura
Nobukazu TAKEMURA: live electronics, keyboards, music, sound & samples
Kiku(Kikuko NINAKA): video & visuals, performer
Aria di festeggiamenti con il nuovo album di Takemura: 10 dischi in 10 anni non sono davvero poco, specie se affiancati da collaborazioni d'eccezione fra cui spiccano Jim O'Rourke, Yo La Tengo, Roni Size e Tortoise. Ormai felicemente accasato presso la Thrill Jockey, label che ha nell'eclettismo il tratto comune all'artista, nel nuovo lavoro prova a sviscerare la sua passione per le commistioni fra tecnologia e manipolazioni cerebrali attraverso 78 minuti di musica. Davvero un eccesso, considerata la scelta di ottenere le parti vocali attraverso l'utilizzo dello speech-synth, originariamente progettato per rendere più semplice la comunicazione fra persone fisicamente svantaggiate ed oggi reinventato per tale adattamento. Risulta assai difficile concentrarsi (o perfino rilassarsi) tramite l'ascolto di toni di voce così deformati e sintetici, il cui indubbio merito è però quello di costituire un vero e proprio strumento supplementare per il musicista. Il quale riesce ad utilizzare i mezzi a sua disposizione in maniera indubbiamente originale e spesso curiosa, ad esempio nella simil-filastrocca di 'FallsLake' o nella mutevole creazione ritmica di 'Funny Illustrated Book'. E se le fantasie jazzy di 'Murmur Of The Day' e quelle kraut-electroniche di 'Wandering' risultano fra le migliori idee del disco, in alcuni casi l'apporto dello speech-synth sembra superfluo se non dannoso. Un disco riuscito solo a metà che avrebbe potuto essere molto più convincente grazie ad una maggiore capacità di sintesi e ad un più accorto impiego delle risorse disponibili.
Sabato 9 Ottobre Ore 22
Ingresso 10,00 – inizio 23.30
P(H)UNK FOOD – Musiche elettroniche & dieta mediterranea
Il progetto P(H)UNK FOOD è un idea dell'associazione culturale SALERNO SONAR 2000; l'obiettivo è la diffusione di culture tradizionali e innovative, la promozione di artisti emergenti e consolidati, italiani e stranieri, la cultura del buon vivere ed una nuova socialità alla luce delle tecnologie diffuse, consapevoli della tradizione mediterranea e delle peculiarità del territorio. Due gli obiettivi prioritari: valorizzare la musica elettronica contemporanea in tutte le sue modalità espressive; contaminare questo linguaggio con il concetto di dieta mediterranea, con dedica al prof.Angel Keys, lo scienziato americano a cui si deve la fortunata definizione, che ha esportato, oltre che un regime di alimentazione, uno stile di vita nel mondo riconosciuto come elisir dell'eterna giovinezza. Intrattenere con intelligenza, alla ricerca di una sintesi di sensi, di nuove definizioni di gusto, che spazino tra arti e suoni, profumi e sapori, qualità della vita in un tempo libero,reso ricco e consapevole. L'obiettivo è quello di rendere questo appuntamento itinerante, con tracce sonore, artistiche, e culinarie in movimento.
– live rock
– a seguire 2 dj sets,ospite d'onore ,LUOMO from Finland, + visuals
– 2a sala: chill out e cena
Domenica 10 OttobreR I P O S O
edi 11 OttobreR I P O S O
12 Ottobre Ore 22
Ingresso 10,00
Gianluca Renzi 6tet – “Don't stop your mind “
Gianluca Renzi: bass
Jerry Popolo: t.sax,soprano
Daniele Tittarelli: a.sax,soprano
Raffaele Carotenuto: trombone
Pietro Lussu: piano
Roberto Desiderio: drums
Coerenza e rigore, tensione verso il nuovo unita all'attenzione verso la storia del jazz è ciò che incontriamo, in un amalgama dinamico e originale, nella musica di Gianluca Renzi.
Il contrabbassista ventottenne, dopo aver lavorato e inciso con numerosi artisti italiani e americani, maturando una solida esperienza e imponendosi sempre più all'attenzione di quegli osservatori che non si lasciano sfuggire i dettagli importanti, ha riunito un sestetto il cui organico strumentale rimanda direttamente al jazz classico e al bop, con tromba, trombone, sax e sezione ritmica. Decide dunque di confrontarsi con la tradizione più solida, ma proprio per questo più insidiosa, senza affidarsi a impasti timbrici inusuali, a combinazioni strumentali esotiche e di immediato fascino. In questo caso il fascino sta nella scrittura, che Renzi dimostra di dominare con grande sicurezza, sia nel mescolare le voci strumentali in modo fluido e robusto, che nella stesura di brani dalle nitide linee melodiche e dalle strutture mai prevedibili. Un solido senso della forma gli permette di accostare metri diversi e sequenze armoniche avventurose senza forzare la naturalezza e fluidità dei temi, mettendo sempre i solisti nelle condizioni di esprimersi al meglio. E' questa una caratteristica che troviamo nei migliori leader, la cui influenza è evidente nella musica di Renzi: in primo luogo bassisti come Charles Mingus e Dave Holland, ma anche altri grandi avventurosi, come Wayne Shorter, citato espressamente nel titolo di un brano dell'album, e George Russell, che nei primi anni Sessanta scrisse pagine avveniristiche con il suo sestetto di organico analogo.
M 13 Ottobre Ore 22
Ingresso 13,00
Dino Saluzzi Trio
DINO SALUZZI bandoneà n
JOSà SALUZZI acoustic guitar
MATIAS SALUZZI bass
Dino Saluzzi, musicista da sempre per tradizione familiare, è uno dei maestri argentini del bandoneon. Pur avendo una preparazione classica ed esperienza di musica d'avanguardia, ha sempre trovato nelle radici folk l'elemento principale della sua musica. à nato infatti nel 1935 in una zona rurale dell'Argentina da una famiglia di musicisti: Non avevamo radio, dischi, corrente elettrica racconta mio padre suonava la chitarra, il mandolino e il bandoneon. à stato lui a portare me e i miei fratelli alla musica. Ho preso in mano il bandoneon quando avevo 7 anni. .
Motorojo”, il più estroverso dei suoi cd prodotti dalla prestigiosa etichetta tedesca ECM, traduce bene questo suo ritorno alle origini presentando al suo interno una sorta di tracciato sonoro delle principali correnti della musica sudamericana, dal tango alla musica andina passando per il candombe e la milonga. Registrato in Argentina, unico caso fra i suoi cd “europei”, il disco – come questo progetto si avvale di una formazione composta da parenti e amici. Un progetto in qualche modo nostalgico che come racconta lui stesso in una intervista raccolta da Crystian Brodacki per “jazz Forum”, gli ricorda l'infanzia e la figura paterna, operaio in una fabbrica di zucchero di canna: “… Non avevamo radio, dischi, elettricità . Vivevamo in simbiosi con la natura, con il folklore, con la musica primitiva degli indios, senza alcuna contaminazione con la cultura dei bianchi. Mio padre suonava la chitarra e il mandolino e più tardi anche il bandoneà n. Suonava prevalentemente musica folklorica da partiture promozionali che di tanto in tanto qualcuno ci mandava dalla capitale, distante quasi duemila chilometri da casa nostra. Fu mio padre ad iniziare me e i miei due fratelli alla musica folk ed io imbracciai il mio primo bandoneà n molto presto, all'età di sette anni”. Quanto al tango, altro cardine della musica di Saluzzi, il bandoneonista argentino afferma che l'interpretazione del tango, spesso stilisticamente maltrattata da interpreti europei, sia più complessa di quella del jazz. “Nel vero tango non basta conoscere la struttura, gli accordi, le scale, e cosi via perchè per suonarlo col cuore ci vuole una espressione totalmente differente dagli altri generi di musica, meno aggressiva e più artistica di quella che solitamente gli si dedica. Il tango è qualcosa di molto puro e, al tempo stesso, estremamente complicato”.
Il musicista argentino Dino Saluzzi – unanimemente considerato il più grande suonatore di bandoneòn vivente -, ha contribuito non poco a sviluppare “in avanti” le fondamentali, e già trasgressive teorie piazzoliane. Attualmente è riconosciuto come l'unico musicista che ha saputo liberare la ricca tradizione del tango dalle rigide pastoie strutturali, grazie ad una perizia tecnica strepitosa, all'utilizzo di tempi inusuali e di un fraseggio che sovente sfiora il linguaggio jazzistico.
Ascoltare il bandoneòn condotto dalla versatile sensibilità dell'argentino crea un flusso ininterrotto di stati d'animo, più che di suoni, che con difficoltà permette di sottrarvisi. Saluzzi evita di razionalizzare eccessivamente la propria musica, il suo obiettivo è quello di provocare una vasta gamma di emozioni in ogni tipo di ascoltatore.
Saluzzi fa pochi concerti e quindi quella di Romans d'Isonzo è una rara opportunità d'incontro con uno dei più grandi poeti della musica contemporanea. In questa occasione sarà accompagnato dal figlio Josè alla chitarra acustica e dal grandissimo Marc Johnson, con i quali ha inciso il suo sesto album per la ECM “Citè De La Musique”. Contrabbassista delle più dinamiche big band (Woody Herman, Mel Lewis), delle situazioni più delicate (l'ultimo trio di Bill Evans), dei gruppi elettrici più sofisticati (i Bass Desires da lui stesso fondati), il quarantaquatrenne Marc Johnson è molto apprezzato e ricercato per il suo tono caldo e ricco e per la sua versatilità nelle più svariate situazioni musicali.
Dino Saluzzi è nato a Campo Santo, un piccolo villaggio nel cuore della Cordigliera nella provincia di Salta, in Argentina, il 20 maggio 1935. Ha cominciato a suonare il bandoneòn dopo essersi trasferito a Buenos Aires nel 1952, facendo capo ad alcune orchestre di tango. Dopo aver studiato composizione con Jacopo Ficher, l'incontro senz'altro più rilevante è stato quello con i propositi contaminativi e i profili jazzistici di Gato Barbieri, a partire degli anni '70. Oltre all'esperienza maturata con Barbieri, buoni frutti ha raccolto durante le sue frequentazioni europee (Pierre Favre, Palle Mikkelborg, George Grunz, Enrico Rava) e nordamericane (nel 1986 ha lavorato in duo con Charlie Haden). Ricordiamo anche le collaborazioni con Rickie Lee Jones (l'album Pop Pop), la World Symphonia di Al Di Meola.
Pensare al tango e alla musica tradizionale delle Ande appare quindi decisamente riduttivo. Saluzzi continua nella sua opera di scioglimento della tradizione dalle sue strutture fisse, pur nel sostanziale rispetto della stessa
Giovedi 14 Ottobre Ore 22
Ingresso 13,00
Ray Lema Piano solo
J'aimerais, par ces courtes pièces, vous offrir des paysages afin que chacun, dans l'intimitè de son c ur, puisse chanter les mots d'un nouveau rà ve universel dans lequel l'Afrique s'intègrerait harmonieusement .
Ray Lema
Percussionista, suonatore di tamburo, organista, pianista classico, protagonista di tutte le avventure musicali della musica africana degli ultimi vent'anni, Ray Lema confronta la sua visione africana della composizione con quella della musica occidentale. Studi in seminario, iniziati con un organo, il piccolo Ray scopre i segreti della linea melodica del canto gregoriano e, quindi quelli del pianoforte, uno strumento del tutto rivoluzionario a Kinshasa, portato li dai missionari belgi presso cui studia. “Il pianoforte – dice – lo si può trovare in Sud Africa, associato però solamente al jazz.
In Africa, la percussione più complessa resta quella del balafon. Il pianoforte ha delle note talmente pure, che non hanno consistenza di percussione: le sue armonie sono del tutto estranee alla cultura musicale africana”. Ray scopre – e studia Bach, Mozart, Haydn.
Una formazione classica occidentale – filtrata attraverso le radici della tradizione zairese e le digressioni pop anglosassoni e statunitensi che lo hanno visto tra i protagonisti della nascita del fenomeno della world music. Oggi la musica di Ray si rivela priva di orpelli, tesa alla scrittura di un suono maestro dove la melodia si coniuga meravigliosamente alla progressione armonica intessendo un eclettismo compositivo che si alimenta di dinamiche altere ed accattivanti
“Un universo che mi si aprì davanti davvero immenso. Amo la musica classica, ma la trovo anche pericolosa. Ti può catturare e non farti uscire mai più dai suoi meandri”.
Venerdi 15 Ottobre Ore 22
Ingresso 10
Portrait of Trombone
Massimo Pirone Trombone, Bass Trombone, Arranger – Fabio Di Cocco Piano – Stefano Nunzi Bass – Andrea Nunzi Drums. Ospiti: Riccardo Fassi, Piano on 5 tracks – Stefano Nencha Guitar – Fabio Fenucci Guitar – Dino Piana Valve trombone – Massimo D'agostino drums.
Questo progetto nasce dal profondo amore ed ammirazione nei confronti dei piu' grandi trombonisti della storia dell jazz e va alla ricerca di quei brani per trombone della storia del jazz internazionale meno noti al grande pubblico.
Sabato 16 Ottobre Ore 22
Ingresso 13,00
420 Funk Mob live show (USA)
Domenica 17 Ottobre R I P O S O
Lunedi 18 Ottobre Ore 22
Ingresso
Associazione Grande Cocomero presenta
ALICE PELLE JAHMILA
Martedì 19 Ottobre Ore 22
Ingresso 10,00
Beppe Caruso – Free Air sextet
Mario Cavallaro – tromba e flicorno
Luca Calabrese – tromba e flicorno
Roberto Rossi – trombone e conchiglie
Danilo Moccia – trombone
Ferdinando Faraò – batteria, percussioni
Beppe Caruso – basso tuba
Il sestetto FREE AIR si basa sulle sonorità ottenute utilizzando strumenti come tromba, trombone, tuba e percussioni in maniera tradizionale e non. I brani, in gran parte originali, sono arrangiati dal leader in maniera particolare dove armonia e contrappunto si alternano a momenti di totale improvvisazione per poi sfociare in una ballade che introduce un tempo di tango o una ritmica dal sapore balcanico. Il sestetto ha all'attivo una seduta di registrazione che documenta la particolarità del progetto, inoltre ha partecipato alla trasmissione radiofonica di RAI 3 “Jazz Club” ed ha tenuto concerti in contesti teatrali, Festival e Clubs riscuotendo un ottimo successo.
Mercoledi 20 Ottobre Ore 22
Ingresso 10,00
TangWalk
Hernan Lugano – Piano
Andres Fuhr – Bass
Ernesto Zeppa – Drums
Questo trio è il cuore del concetto rivoluzionario del tango-jazz di Hernan Lugano ed unisce il trio moderno del piano jazz con l'impulso ed il dinamismo del tango e di altri ritmi dell'Argentina quali il milonga, il chacarera, il candombe, lo zamba ed il chamame. Il pianista Hernan Lugano ha scelto due dei strumentisti migliori dalla scena prospera di jazz Argentina, musicisti esperti sia di jazz che del tango – già al fianco di Paquito D'Rivera.
Giovedi 21 Ottobre Ore 22
Ingresso 10,00
ANCHE LE PAROLE
Rita Marcotulli & Andy Sheppard duo
Rita Marcotulli pianoforte
Andy Sheppard sax tenore e soprano
In Italia Sheppard è da tempo di casa e ha trovato proprio in Rita Marcotulli un partner artistico particolarmente congeniale: entrambi prediligono una musica dai limpidi tratti melodici, grazie a quella naturale cantabilità che li contraddistingue. Sheppard è diventato così una delle colonne di Koinè, il fortunato progetto della pianista italiana che prende il titolo dal disco omonimo e che trae la propria linfa vitale dall'incontro fra musicisti di diversa area geografica e culturale (ne sono partecipi, fra gli altri, anche il percussionista armeno Arto Tunà boyaciyan e il contrabbassista scandinavo Anders Jormin).
La scorsa estate, al festival jazz di Ravenna, hanno diviso il palcoscenico con Pat Metheny, impegnati in altrettanti duetti con una delle più luminose stelle del firmamento chitarristico contemporaneo. Segno che, sia Andy Sheppard, sia Rita Marcotulli, non temono il confronto anche con i più celebrati musicisti d'Oltreoceano.
Venerdi 22 Ottobre Ore 22
Ingresso 5,00
C o n t r o i n d i c a z i o n i 2 0 0 4
Sound-Lee
Guus Janssen p Jorrit Dijkstra as Raoul van der Weide cb Wim Janssen d
il quartetto Sound Lee del pianista Gus Janssen, nome di punta dell'attivissima scena olandese, omaggia la musica dello storico sassofonista americano Lee Konitz. L'Olanda, più di altri paesi europei, non ha mai esitato a chiarire la sua dipendenza dal linguaggio del jazz classico, anche nelle espressioni più avanguardistiche; la musica improvvisata olandese ha saputo esprimere (senza complessi) una chiara passione verso lo spirito e il lessico jazzistico tradizionale. Gus Janssen esporrà quindi la particolare angolazione che il jazz classico ha sviluppato grazie alla sensibilità di musicisti come Lee Konitz e Lennie Tristano, il grande pianista al quale lo stesso Konitz deve i maggiori insegnamenti.
The Music of the Angels
Pasquale Innarella sax Roberto Bellatalla cb Michele Rabbia d
The Music of the Angels è un progetto italiano fondato dal sassofonista Pasquale Innarella il quale, insieme al contrabbassista Roberto Bellatalla e al percussionista Michele Rabbia, intende esprimere una personale rilettura della musica che lui stesso considera tra le maggiori influenze; una sorta di matrice dalla quale il musicista ha sviluppato il proprio percorso umano e musicale. Innarella definisce poeticamente l'oggetto della sua rilettura come musica degli angeli e gli angeli in questione rispondono ai nomi di personaggi storici della musica afroamericana: Archie Shepp, David Murray, Henry Threadgill, Art Ensemble of Chicago
Sabato 23 Ottobre Ore 22
Ingresso 5,00
C o n t r o i n d i c a z i o n i 2 0 0 4
Wadada Leo Smith
Leo Smith tr
Per la prima volta a Roma una rara esibizione in solitudine di uno dei maggiori artefici della musica improvvisata afroamericana: Wadada Leo Smith, storico trombettista che, insieme ai coetanei Anthony Braxton, Muhal Richard Abrahms e Leroy Jenkins, ha contribuito ad una importante fase evolutiva del jazz d'avanguardia; alla fine degli anni sessanta, partendo dall'eredità storica del Free Jazz, Leo Smith ha lavorato alla costruzione di una complessa e nuova identità sociale e musicale, un ampio progetto basato, oltre che sull'avanzamento della ricerca musicale, sul lavoro teorico-didattico, sull'insegnamento e sulla gestione diretta dell'attività concertistica e della produzione discografica. Tutti questi aspetti rappresentano alcuni dei principi sui quali questi musicisti fondarono ed istituirono a Chicago il progetto dal nome A.A.C.M. (Associazione per lo Sviluppo del Musicista Creativo). Da sempre, il solo è una delle forme alla quale Smith si è dedicato con maggiore costanza. Negli anni il musicista ha sempre più diradato le sue apparizioni e in particolare in Europa i suoi concerti sono spesso presentati come eventi eccezionali.
Mujician
– Keith Tippett p Paul Dunmall sax Paul Rogers cb Tony Levin d
Questa formazione, che si esibirà per la prima volta a Roma rappresenta una delle più belle realtà del jazz e della musica improvvisata britannica.
La musica del quartetto riassume in modo fortemente organico le varie sfaccettature del jazz d'avanguardia inglese, forte energia e coesione strumentale, ricchezza timbrica, trasparenza ritmica e spiccato senso della narrazione. Le lunghe esposizioni dai caratteri quasi epici tipiche del quartetto hanno fortemente influenzato la scelta di dedicare l'intera serata alla musica di questo gruppo.
Domenica 24 Ottobre Ore 22
Ingresso 5,00
C o n t r o i n d i c a z i o n i 2 0 0 4
New Flags
Xu Feng Xia guzheng voce R.Turner g W. Fuchs sax
La serata si aprirà con il trio New Flags formato dal polistrumentista tedesco Wolfgang Fuchs, la musicista cinese Xu Feng Xia e il batterista inglese Roger Turner. Il gruppo rappresenta una delle più lucide espressioni musicali basate sul dialogo tra pratiche strumentali estese, nate in seno all'esperienza della musica improvvisata europea, e tradizioni strumentali etniche e popolari. Il risultato è un complesso caleidoscopio timbrico in cui le sonorità orientali conferiscono profondità e nuovo respiro alla ricerca e allo sperimentalismo di matrice europea.
Rara Ensemble ospite Wadada Leo Smith
La chiusura del festival sarà dedicata all'incontro tra Wadada Leo Smith e il RARA ensemble, quartetto stabile formato da musicisti provenienti dalle città di Roma e Milano.
Il campo aperto dell'improvvisazione sarà il piano del confronto tra il trombettista americano e il gruppo italiano, una occasione di dialogo tra lirismo astratto profondamente afroamericano e linguaggio improvvisativo europeo, rigore cameristico e senso di corporeità jazzistica; elementi eterogenei la cui organicità dipenderà esclusivamente dalla sensibilità e dal grado di disciplina collettiva dell'ensemble.
Lunedì 25 Ottobre Ore 22
Ingresso 10,00
SALVATORE BONAFEDE TRIO guest MARK TURNER
MARK TURNER Sax
SALVATORE BONAFEDE piano
PIETRO CIANCAGLINI bass
LORENZO TUCCI drums
Mark Turner è uno dei più creativi e innovativi sassofonisti oggi in attività . Esponente di punta della nuova scena di New York, ha messo a punto un proprio stile rigoroso e inconfondibile, e fa indiscutibilmente parte di quell'elìte di musicisti che sta fornendo un importante contributo allo sviluppo del linguaggio improvvisativo del jazz. Ha inciso e collaborato tra gli altri con Kurt Rosenwinkel e Brad Mehldhau.
Salvatore Bonafede, già collaboratore negli USA di Jerry Bergonzi e Joe Lovano, è uno tra i più efficaci e originali pianisti italiani. Vincitore del Top Jazz come Miglior Nuovo Talento e successivamente come Miglior Disco Italiano per il suo “Orthodoxa”, ha inoltre collaborato tra gli altri con Paul Motian, Norma Winstone e John Scofield. Il suo trio abituale comprende due tra i migliori giovani musicisti italiani, Pietro Ciancaglini e Lorenzo Tucci, che insieme formano una sezione ritmica estremamente propulsiva e flessibile, molto richiesta e apprezzata dai più noti musicisti italiani, e hanno collaborato con numerosi solisti americani tra cui Lee Konitz, Phil Woods e Joanne Brackeen.
Martedi 26 Ottobre Ore 22
Ingresso 10,00
Ravi Coltrane
Ravi Coltrane (s)
Luis Perdomo (p)
Drew Gress (b)
Ej Strickland (dr)
Ravi Coltrane è figlio d'arte: è il discendente del grande John Coltrane, uno dei musicisti più importanti dell'intera storia del jazz, e della pianista ed arpista Alice, che fu anche partner del marito John.
Ma pensare a Ravi Coltrane come un epigono del genitore è riduttivo infatti il giovane ha esordito come leader dopo un apprendistato completo, affiancando numerosi musicisti esperti e maturando con loro, prima esordire con il suo gruppo.
Secondo figlio di John e Alice Coltrane, chiamato Ravi in onore del musicista indiano Ravi Shankar, il sassofonista è nato a Long Island nel 1965 e cresciuto con la madre nell'area di Los Angeles, esposto alla musica fin da bambino. Il suo primo strumento fu il clarinetto, successivamente scelse il sassofono.
La prima esperienza fondamentale come musicista professionista è stata quella a fianco di Elvin Jones, il leggendario batterista del quartetto di John Coltrane, che ha voluto il giovane Ravi al suo fianco dai primi anni ' 90 in alcune edizioni del suo celebre ensemble Jazz Machine. Successivamente Ravi Coltrane ha collaborato con il trombettista Wallace Rooney, con la pianista Geri Allen, con il batterista Jack DeJohnette, con il sassofonista Joe Lovano per approdare ai gruppi di uno dei protagonisti della scena contemporanea, il sassofonista Steve Coleman.
Ravi Coltrane ha partecipato ad opere cruciali di Coleman, tra cui il progetto orchestrale The Council Of Balance, ed è sotto la produzione di Coleman che il giovane Coltrane ha esordito come leader con il compact Moving Pictures pubblicato nel 1998 dall'etichetta BMG.
La musica ha dimostrato quanto Ravi Coltrane sia orientato verso lo spirito del grande jazz confrontandosi con l'eredità del padre e con quella di altri maestri ed ispiratori: i sassofonisti Joe Henderson e Sonny Rollins, il pianista Horace Silver evocati in una proposta trascinante e moderna.
Bilanciando tradizione e contemporaneità Ravi Coltrane ha proseguito tra numerosi impegni, partecipando alla Rivbea Orchestra del sassofonista Sam Rivers al gruppo di soli sax e ritmi Renegade Way di Steve Coleman, e pubblicando una serie pregevole di cd da solista. L'ultimo è “Mad 6” pubblicato nel 2003 dalla Sony.
Mercoledi 27 Ottobre Ore 22
Ingresso 13,00
Arto Lindsay Group
Arto Lindsay, chitarra e voce
Micah Gaugh, tastiere, sax, sint
Melvin Gibbs, basso
Juninho Costa, chitarra e voce
Arto non sente ragioni e ha scelto come proprio vessillo la conciliazione degli opposti, che emergono dalla sua musica sotto forma di insanabili dissidi. Come quello fra l'attrattiva per un moderno Brasile da cartolina e quello per l'ipercinetica frenesia della metropoli newyorchese, vettori rispettivamente di una tradizione cantoriale che tratteggia una vita solare a tinte pastello, e di un'esplosione del costume in un rivolo di derive autonome e cangianti.
Altro dissidio insanabile, speculare al primo, è quello fra la voce e la chitarra di Arto: una voce scarna e trasparente, che trae la propria espressività dall'apatia, scivolando languidamente sulla superficie impermeabile della musica; e una chitarra che sferraglia arcigna e priva di ogni connotazione musicale, puro rumore che magicamente si fa ora ritmo pulsante, ora particella linguistica, ora incantevole sfumatura argomentativa.
E allora via: misceliamo onkyo sound, hyper rhythms, hip hop beats, cheesy jazz in salsa glitch. Tutto questo per dire che la lingua di Arto è un composto mosaico di parole e segni bizzarri, dosati in maniera egregia al fine di ottenere quel sound così originale nel far convivere realtà tanto distanti.
Giovedi 28 Ottobre Ore 22
Ingresso 8,00
G. Partipilo e Urban Society live
Gaetano Partipilo: alto and soprano sax, electronics
Massimo Greco: trumpet, computer, electronics
Gianluca Petrella: trombone
Pasquale Bardaro: vibes
Mirko Signorile: piano and fender rhodes
Giorgio Vendola: bass
Vincenzo Bardaro: drums
Desidero definire Urban Society una sorta di officina dove vengono sperimentate, e trasformate in musica, nuove idee a proposito di interplay, improvvisazione, composizione ed arrangiamento. Il mio obiettivo primario è creare un musica libera ma, necessariamente, non libertina . Una musica nella quale sia tanto importante la regola quanto la sua distruzione. Mi piacerebbe che la mia musica fosse un viaggio la cui meta è il viaggio stesso. Un viaggio in cui ognuno contribuisce a rendere interessante e mai predefinito. L'impasto tra le sonorità del tardo novecento, le possibilità delle macchine elettroniche e le morbide spigolosità della tradizione afro-americana, rappresenta per noi il punto di partenza di questa avventura, con la speranza che non abbia mai fine.
Gaetano Partipilo
Dopo il primo album Urban Society (Soul Note 121401) e' stato pubblicato sempre dalla prestigiosa etichetta italiana questo secondo album a nome del giovane sassofonista pugliese.
E' un altro passo avanti per una band che calca le scene dei migliori festival da ormai 4 anni. Numerosi i consensi da parte delle figure più importanti della critica italiana, soprattutto per l'originalità delle composizioni e per l'approccio all'improvvisazione decisamente nuovo.
Venerdi 29 Ottobre – Ore 22
Ingresso 10,00
ALISON CROCKETT On Becoming A Woman '
La voce di ALISON CROCKETT giunge al suo album d'esordio e ci propone un lavoro di soul moderno che la colloca, giustamente, tra le nuove star del genere come Angie Stone e Jill Scott. Prodotto divinamente, il disco si muove tra atmosfere jazz, soul e hip hop, che Alison interpreta con una personalità ed un talento che avevamo già assaporato nel precedente singolo Rain , brano che con What We Do Now e Ur si contende la palma di traccia regina. Pura classe!
“Bruno Bolla”
…Il cambiamento radicale nella musica degli US3 consiste nella presenza della vocalist newyorkese Alison Crockett, dalla voce calda, profonda e sensuale. Capace al tempo stesso di cambiare timbro e divenire aggressiva, energica o brillante…
“Alberto del Giudice”
Sabato 30 Ottobre Ore 22
Ingresso ,00
RE::LIFE
Domenica 31 Ottobre Ore 22
Ingresso 8,00
Buenos Aires-Roma Ida y vuelta/ andata e ritorno
Orquesta Tipica Fernandez Fierro
Buenos Aires, la città più europea e più italiana dell'America Latina, è stata attraversata negli ultimi anni da una crisi economica e sociale senza precedenti. Questa crisi, che ha avuto come apice il 2001, non ha frenato però la dinamicità culturale della capitale argentina ed anzi sembra al contrario aver stimolato il desiderio dei suoi abitanti di incontrarsi e di ridare forza al legame sociale; i teatri si sono ripopolati e una nuova generazione di registi e operatori di cinema si è messa all'opera per raccontare il presente e la memoria del proprio paese. Nell'Argentina di oggi, che tenta faticosamente di risollevarsi, la cultura è senza dubbio una delle risposte più forti alla grande crisi economica e sociale ed è diventata uno dei veicoli principali per dare voce a nuove progettualità . La rappresentazione a Roma del rinascimento argentino e della sua vivacità culturale può divenire un luogo di confronto per aprire nuovi spazi di comunicazione e quindi interazione. Il progetto Buenos Aires-Roma andata e ritorno vuole quindi, innanzitutto, far conoscere nella nostra città le esperienze culturali più interessanti che oggi animano la capitale argentina e insieme avviare un meccanismo di interazione e di scambio tra due città e due culture lontane solo geograficamente.
Info:
Prezzi R i d o t t i
Studenti Universitari
Allievi Scuole di Musica e Scuole d'arte
Associazioni Culturali
D i r e z i o n e A r t i s t i c a
Marco De Persio
l a p a l m a c l u b – tel. 06.43566581 – 06.43599029 – www.lapalmaclub.it