La musica e la poesia dei SULUTUMANa al Piccolo
Silvio Sbrigata
28 Gen 2005 - Commenti live!
Milano Il nome del gruppo, la prima volta che lo si sente, può risultare un pò ostico da ricordare. In effetti è una parola del dialetto vallassinese, forse criptica, ma scelta per la sua naturale musicalità , la cui traduzione è sull'ottomana , sul divano. Sono in sette, vengono da Canzio, nella Brianza, e si sono formati come gruppo quindici anni fa: Gian Battista Galli, voce e fisarmonica, Michele Bosisio, chitarra e voce, Nadir Giori, basso e contrabbasso, Andrea Aloisi, violino e pianoforte, Francesco Andreotti, pianoforte e fisarmonica, Angelo Galli, flauto e aggeggi, ed infine il nuovo arrivo Samuel Ceregnini, batteria e percussioni a sostituzione di Antonello Matzutzi, che ha lasciato il gruppo ad Ottobre. In qualche modo già leggere gli strumenti che portano sul palco, dà un'indicazione sullo stile, la qualità e la ricercatezza della loro arte. Purtroppo ad un elevato livello qualitativo non sempre corrisponde un successo di ugual misura, e a Milano non hanno mai suonato in un posto dal nome così altisonante. Eppure non è certo la prima volta che si esibiscono in un teatro. Anzi praticamente si sono affacciati al grande pubblico, da uno dei teatri più famosi d'Italia, l'Ariston di San Remo. Celebre per il festival, ed un po' meno per il, non certo meno importante, premio Tenco, del quale hanno vinto la targa Imae, nell'edizione del 2000. Da allora hanno pubblicato due straordinari e molto raffinati lavori, La danza, nel 2001 e Di Segni e di Sogni, nel 2003. Ma senza dubbio alcuno, la dimensione che maggiormente permette loro di esprimersi al meglio, è quella live, sia quando si esibiscono nei club, sia quando hanno l'opportunità di farlo su palchi degni di questo nome. Non è certo un caso, che il 26 e 27 Gennaio lo hanno fatto addirittura, dal Piccolo Teatro Studio, terzo appuntamento di Canzoni d'Autore, dopo Davide Van de Sfroos e Carlo Fava, e prima di GianMaria Testa il 29 e 30. In scaletta, non solo i brani dei due album, ma anche Volano lontano, con cui aprono il concerto, e Anam Ji, ispirata dall'opera di Tiziano Terzari, entrambe anticipazioni del loro nuovo disco in preparazione. Due ore di concerto, durante le quali il centinaio di persone presenti, dimostra di conoscere molto bene le perle dei Sulutumana, cantando con Gian Battista e Michele, A testa in giù, Una rosa, Zucca senza sale, la strepitosa Piccola veliera, dell'ultimo disco, e poi ancora Il Frigo e Cussesumaiami (intercalare dialettale, traducibile con che cosa ne so io ), Ribes, Carlina rinascente e La danza dall'omonimo primo disco. Quella proposta è una coinvolgente trama di ritmi latini, folk, rock con gradevolissime contaminazioni di jazz, tessuta attorno a dei testi, sognanti, in alcuni casi surreali, dal potere fortemente evocativo, che talvolta prendono spunti dalla tradizione comasca, talaltra anche da una lettera scritta un secolo fa, come Mia cara Ines. A tutto ciò va aggiunto anche l'enorme estro creativo dell'intero gruppo, in virtù del quale tutti gli arrangiamenti, sono completamente cambiati rispetto alle versioni discografiche. Anzi chi li segue sa che cambiano da un concerto all'altro. Immancabili nella scaletta, Hasta siempre, comandante Che Gueguara ed El Carretero, del Buena Vista Social Club. Per chi ama la buona musica d'autore, è d'obbligo assistere ad uno dei loro prossimi concerti, per il cui elenco basta fare riferimento al sitowww.sulutumana.net, costantemente aggiornato.
(Silvio Sbrigata)