La magia di Ludovico Einaudi
di Elena Bartolucci e Chiara Bartolozzi
23 Lug 2015 - Commenti live!, Musica live
Macerata – Non poteva assolutamente deludere uno tra i più attesi appuntamenti del Macerata Opera Festival. Grazie alla straordinaria presenza del talento musicale di Ludovico Einaudi, domenica 19 luglio 2015 la gremita Arena maceratese si è immersa in un’atmosfera da sogno. Lo schivo musicista e compositore di origini torinesi ha incantato il pubblico per quasi due ore eseguendo alcuni brani del suo cd-capolavoro intitolato In a Time Lapse.
Per presentare il suo ultimo lavoro discografico, Einaudi ha dichiarato che “quando diventi cosciente che il nostro tempo ha un limite, è il momento in cui cerchi di riempire quello spazio vuoto con tutta la tua energia e ricominci a vivere ogni istante della tua vita in modo pieno come quando eri bambino”. Ecco perché la sua presenza si addice perfettamente al tema del MOF di quest’anno: ogni momento, ogni istante è buono per nutrire l’anima, specialmente con la buona musica.
C’è una nuova consapevolezza nelle note suonate dal Maestro Einaudi, che non si limita solamente, come in altre precedenti fasi della sua carriera, a parlarci tramite il piano – strumento con cui riscrive le sue emozioni più profonde – ma si lascia incuriosire e sostenere dagli altri strumenti che diventano compagni di viaggio e narratori di storie anch’essi.
L’album stesso, infatti, si sviluppa come una suite, con un’idea che rimanda alla forma di un romanzo diviso in vari capitoli, in cui ogni brano ha la sua identità singola ma fa parte di un insieme dal tema ricorrente, in cui il suo pianoforte fa da bussola ed è protagonista di alcuni assoli importanti.
Un viaggio in musica che ha creato un continuum di emozioni e passioni fuse insieme. Si sono intervallati suoni classici dal ritmo lento e dal sapore delicato (come nell’esecuzione di Walk e Orbits) e suoni elettronici dal gusto più intenso quasi del genere rock o persino jazz: l’ascoltatore viene trasportato in una dimensione onirica trainato da una profonda riflessione che ruota attorno all’idea del tempo attraverso echi di musica barocca e pulsazioni di pizzica salentina, tessiture tardo romantiche eseguite dagli archi e un’ampia tavolozza di colori che vanno dalle percussioni alla ritmica elettronica.
Sul palco Einaudi era accompagnato da un ensemble di grandissimi musicisti: Federico Arcuri (violino e chitarre), Marco Decimo (violoncello), Redi Hasa (violoncello), Alberto Fabris (basso elettrico), Francesco Arcuri (chitarre) e Riccardo Laganà (percussioni); l’affiatamento con gli altri concertisti era palpabile in ogni nota e in più di un’occasione il pianoforte ha lasciato maggiore spazio ai singoli strumenti, in modo da farne assaporare le diverse sonorità.
Una serata davvero raffinata, degna della fama di Einaudi e grazie anche al magnifico disegno luci che ha dipinto lo Sferisterio di numerosi colori fluo.
Davvero degne di nota le esecuzioni di Life in cui l’entrata in scena del resto dell’orchestra regala pura energia, per non parlare di Experience dove la parte ritmica più grintosa si sposa alla perfezione con la classicità, di Time Lapse e della straordinaria e coinvolgente potenza ritmica di Newton’s cradle.
Visto il profluvio di applausi finale, che si è sciolto in una doverosa standing ovation, Einaudi ha serbato per il pubblico maceratese altri due bis prima di congedarsi definitivamente, lasciando nel cuore dei presenti il ricordo di un concerto indimenticabile e la certezza che con la musica, come nella vita, tutto può accadere in un istante: in a time lapse.